Il Barocco
Santissima Trinità dei Pellegrini
La chiesa ha avuto una rilevante importanza nella storia di Roma: costruita dall’Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini, fondata per ispirazione di S. Filippo Neri e da lui diretta, con la missione specifica di accogliere ed assistere i pellegrini in Roma.
Specifiche | Parrocchia diocesana |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP) |
Accesso | Da LUN a SAB 7:00-19:30; DOM 8:00-20:00 |
Bibliografia | C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 13–Elio De Rosa editore-1998; roma.fssp.it/storia/ F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994; |
Indirizzo | Via dei Pettinari, 36 – Rione Regola |
Realizzazione | Chiesa originaria dell’XI secolo, ricostruita ad inizio Seicento, facciata del XVIII secolo; restauri nel XIX secolo e nel 2024 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Martino Longhi il Vecchio (1534–1591) - Giovanni Paolo Maggi (nd-1613) |
da non perdere | Sculture e affreschi tra cui “Padre Eterno ed Angeli” di Guido Reni |
Storia
S. Filippo Neri costituì nel 1548 una Congregazione per aiutare i poveri, curare i malati e assistere i pellegrini che sarebbero giunti a Roma per il Giubileo del 1550. Il sodalizio venne poi trasformato nell'Arciconfraternita dei Pellegrini e dei Convalescenti che svolgeva la sua attività in alcune abitazioni prese in affitto nelle zone più povere della città. Nel 1558 papa Paolo IV concesse in uso all'Arciconfraternita la chiesa di San Benedetto de Arenula con annesso un grande casamento che fu adibito ad ospedale-ospizio, realizzando camerate per il ricovero dei malati, i dormitori e refettori.
Nel 1586 fu deliberato dal sodalizio un programma di ristrutturazione del fabbricato e nel 1587 venne posta la prima pietra della nuova chiesa titolata alla Santissima Trinità dei Pellegrini, dopo aver provveduto alla demolizione del preesistente edificio sacro, che all'epoca versava in condizioni molto precarie.
I lavori furono affidati a Martino Longhi il Vecchio al quale, nel 1603, subentrò Paolo Maggi che portò a compimento l'opera nel 1616, a esclusione della facciata. Il primo nucleo dell’ospedale-ospizio venne invece ampliato a partire dal 152 in preparazione del Giubileo del 1625. In quanto alla chiesa, alla fine del XVII secolo si rese necessario un restauro diretto nel 1699 da Giovanni Battista Contini, poi, nel 1723 fu realizzata la facciata, realizzata da Giuseppe Sardi su disegno di Francesco De Sanctis. Tra il 1847 e il 1853 la chiesa fu oggetto di una complessiva ristrutturazione a cura di Antonio Sarti.
Nel 2008 papa Benedetto XVI (ha eretto a parrocchia la Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, affidandola alla Fraternità Sacerdotale San Pietro per la celebrazione esclusiva della Forma Straordinaria del Rito Romano (Messa Tradizionale Latina o Messa Tridentina).
Esterno
Preceduta da una breve scalinata, la facciata, in travertino, è articolata da due lesene e dodici colonne con alta base e capitello composito, e suddivisa in due ordini: l'inferiore presenta, al centro, il portale d'ingresso coronato da un timpano centinato che include un angelo; il superiore, è aperto da un finestrone centrale. Ai lati del portale e del finestrone sono poste due nicchie per ordine, che accolgono quattro sculture raffiguranti gli Evangelisti (1723–1724), opera di Bernardino Ludovisi.
A coronamento un grande timpano triangolare spezzato, che racchiude un rilievo, in stucco, raffigurante l’Allegoria della Trinità in gloria. La cornice marcapiano, che separa i due ordini, reca l'iscrizione dedicatoria.
La cupola presenta un tamburo dal quale si eleva la calotta, divisa in otto spicchi da costoloni, sormontata da una lanterna, coperta da un cupolino cuspidato. Una coppia di piccoli campanili abbinati, molto difficili da vedere dalla strada, è posta dietro la cupola.
Interno
L'interno, a croce latina, quasi interamente restaurato tra il 1847 ed il 1853, presenta una navata unica e tre cappelle per lato. A copertura, una volta con cupola, decorata a finti cassettoni, resi a monocromo con lumeggiature dorate, e da dipinti murali raffiguranti nei pennacchi, Evangelisti e simboli (1613 ca.), affreschi di Giovanni Battista Ricci e nell'oculo, Dio Padre (1612), affresco attribuito a Guido Reni.
Lungo la navata destra si aprono tre cappelle: la prima è dedicata al Santissimo Crocifisso e vi è conservato all'altare un Gesù Cristo crocifisso in legno del XVIII secolo. Segue la cappella dedicata a S. Filippo Neri che presenta all’altare una pala con la Visione di S. Filippo Neri (1853), dipinto di Filippo Bigioli. Quindi si ha la cappella dedicata a S. Giovanni Battista de Rossi con all’altare un dipinto di Antonio Bianchini con S. Giovanni Battista de Rossi in gloria (metà del XIX secolo) e, alle pareti laterali, Storie della vita di S. Giulio di Orte (1612), affreschi di Giovanni Battista Ricci.
Nel terminale del transetto destro è posta la cappella, dedicata a S. Matteo, dove è collocato all’altare un gruppo scultoreo con S. Matteo e l'angelo (1614), marmo di Jacob Cornelisz Cobaert e Pompeo Ferrucci.
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini e delimitato da una balaustra, è collocata all'altare una pala con Trinità e angeli (1625), opera di Guido Reni.
Nel terminale del transetto sinistro si trova la cappella dedicata alla Madonna
Ausiliatrice, a S. Giuseppe e S. Benedetto da Norcia, dove è collocata all'altare una pala con S. Giuseppe e S. Benedetto da Norcia (1613), dipinto di Giovanni Battista Ricci: l'opera inquadra la piccola e antica immagine miracolosa di Maria Vergine che si trovava su una parete esterna del Palazzo Capranica.
Lungo la navata sinistra si incontra la cappella dedicata a S. Gregorio Magno con, all’altare, un dipinto di Baldassarre Croce raffigurante S. Gregorio Magno che libera le anime del Purgatorio (primo quarto del XVII secolo). Segue la cappella dedicata a S. Agostino e S. Francesco d'Assisi con all’altare una pala con Madonna con Gesù Bambino in trono tra S. Agostino e S. Francesco d'Assisi (prima metà del XVII secolo), opera del Cavalier d'Arpino. Quindi si incontra la cappella dedicata a S. Carlo Borromeo dove si conserva all'altare una pala con Madonna con Gesù Bambino tra S. Carlo Borromeo, S. Domenico di Guzman, S. Antonio di Padova e S. Filippo Neri (1677), opera di Guillaume Courtois detto il Borgognone.
Nella controfacciata si trova una tribuna d'organo in legno, con putti intagliati e dorati sulla balaustra.
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