Santa Maria in Aracoeli - Le Chiese di Roma

panoramica
cupole di Roma
Vai ai contenuti
il Medioevo
Santa Maria in Aracoeli
banner_aracoeli
Eretta sulle rovine del Tempio di Giunone Moneta nel VI secolo, la Basilica di Santa Maria in Aracoeli sorge sulla cima più alta del Campidoglio. Il suo nome trae origine da una leggenda secondo la quale una sibilla avrebbe predetto ad Augusto la venuta del figlio di Dio dicendo "Haec est ara filii Dei", ovvero “Questa è l'ara del figlio di Dio”: da qui il nome di Ara Coeli.
separatore
Specifiche
Basilica minore-Rettoria-luogo sussidiario di culto della Parrocchia di S. Marco Evangelista al Campidoglio
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Ordine dei Frati Minori (OFM)
Accesso
9:00-17:30 (9:30-18:30 da maggio a settembre)

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra- Itinerario 15–Elio De Rosa editore-1999;
Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto-Santa Maria in Aracoeli;
Basilica di Santa Maria in Aracoeli-B.N. Marconi;
F. Gizzi-Le chiese medievali di Roma-Newton-1998
Indirizzo
Scala dell'Arce Capitolina, 12 – Rione Campitelli
Realizzazione
Già esistente nel VI secolo, fu ricostruita nel XIII secolo. La scalinata fu realizzata nel XIV secolo
Stile architettonico
Romanico
Architetto
Arnolfo Di Cambio (1240-1310)
da non perdere
Statuetta del “Santo Bambino” (copia), pavimento cosmatesco, affreschi di Pinturicchio, Giulio Romano e Benozzo Gozzoli, monumenti funebri
separatore
Storia
La chiesa fu costruita probabilmente sui resti del Tempio di Giunone Moneta: la tradizione assegna la fondazione della chiesa a S. Gregorio Magno che l'avrebbe consacrata nel 590; i primi dati certi tuttavia non sembrano risalire oltre il VII-VIII secolo, all'epoca cioè della fondazione del monastero detto della Santa Madre di Dio, affidato ai monaci greci passato poi all'inizio del X secolo ai benedettini con il nome di Santa Maria in Capitolio.
La prima chiesa vera e propria fu costruita a metà del XII secolo, in stile romanico, guardando con la facciata verso piazza del Campidoglio.
Nel 1249 papa Innocenzo IV assegnò Santa Maria in Capitolio, in grave stato di degrado, ai francescani, che vi stabilirono la propria sede generalizia e intrapresero la ricostruzione dell'intero complesso. La chiesa primitiva fu ricostruita nel 1285-1287 forse su progetto di Arnolfo di Cambio e consacrata ancora incompleta nel 1291. Ed è proprio al tempo dell'insediamento dei francescani che compare il nuovo appellativo di Santa Maria in Aracoeli, quando si affermò la leggenda che qui la Vergine fosse apparsa ad Augusto. I lavori proseguirono anche per tutta la metà del secolo successivo, peraltro in condizioni di gravi difficoltà economiche e politiche anche perché il papato, nel 1306, aveva trasferito la sua sede ad Avignone. La chiesa, in questo periodo, divenne il cuore politico e sociale di Roma in quanto vi si radunavano i consiglieri per discutere della "Res Publica", una sorta di nuovo foro di Roma. Da qui, Cola di Rienzo parlava al popolo e qui, inoltre, si tenevano le elezioni dei Caporioni della città.
Il legame con la vita cittadina, inoltre, si manifestò concretamente sia nella modifica del suo orientamento, non più verso il palazzo Senatorio e il Foro, ma in direzione del Campo Marzio e del nuovo centro d'attrazione costituito da San Pietro, sia nella costruzione della nuova scalinata, commissionata nel 1348 come ex voto alla Madonna per aver liberato Roma dalla pestilenza e realizzata da Lorenzo di Simone Andreozzi ed inaugurata nel medesimo anno proprio da Cola di Rienzo.
Tra il 1467 e il 1472 la basilica fu oggetto di importanti lavori di restauro e Pio IV intorno al 1560 fece demolire l'abside duecentesca, causando la perdita dei dipinti murali absidali opera di Pietro Cavallini.
Nel 1571 venne costruito il soffitto ligneo della navata centrale e nel 1577 quello del transetto, in ringraziamento a Maria Vergine per la vittoria riportata dalla flotta cristiana contro quella turca nel golfo di Lepanto.
Nel 1689 la basilica venne completamente restaurata, arricchita di decori barocchi e modificata all'interno con la chiusura quasi completa delle finestre, che davano luce all'interno.
Durante l'occupazione di Roma da parte dei francesi, nel 1797, questi si impossessarono dell'intero colle, espulsero i frati francescani e adibirono la chiesa a stalla: in quest'occasione andarono distrutte gran parte delle decorazioni cosmatesche che la impreziosivano.
Durante i lavori di costruzione del Vittoriano, deliberato nel 1882 e inaugurato nel 1911, furono distrutti in vari anni, e in più riprese, tutti gli edifici che insistevano tra il versante meridionale del colle capitolino e l'imbocco di via del Corso, tra cui l'intero complesso conventuale annesso alla chiesa e tutte le persistenze romane e medioevali del sito, alterando così per sempre la fisionomia dell'area.
Esterno
Si accede alla basilica dalla scalinata, scandita da 125 gradini raggruppati in serie di otto, realizzata nel 1348 da Lorenzo di Simone Andreozzi, a spese del popolo romano, come ringraziamento a Maria Vergine per aver salvato la città dalla peste, come ricorda la lapide collocata sulla facciata della chiesa a sinistra del portale centrale.
Dalla piazza del Campidoglio, inoltre, due scalinate costruite su progetto di Jacopo Barozzi detto il Vignola tra il 1547 e il 1552 conducono, rispettivamente al Capitolium e al convento francescano, e all'ingresso laterale della chiesa, ricavato nel 1564 alla base del campanile romanico del XII secolo sormontato da una lunetta con un mosaico raffigurante una Madonna con Gesù Bambino fra due angeli (prima metà del XIV secolo), attribuito a Jacopo Torriti.
Il prospetto esterno attuale, in guscio a mattoni, risale al XIII secolo e accoglie tre portali sopra i quali si aprono altrettante finestre. Nelle lunette ogivali degli ingressi laterali, appartenenti all'originario prospetto della facciata, sono inseriti due bassorilievi del XVI secolo raffiguranti sulla destra S. Matteo e sulla sinistra S. Giovanni Evangelista.
Interno
La chiesa presenta una pianta basilicale, divisa in tre navate da ventidue colonne antiche di spoglio, di marmi diversi, con abside quadrangolare, con otto cappelle a destra e nove a sinistra.
Sia la navata che il transetto sono ricoperti da un pavimento con motivi decorativi in pietra e marmo della scuola cosmatesca (seconda metà del XIII secolo); in esso trovano spazio numerose lastre tombali databili al XIV e XV secolo.
La navata centrale è coperta da un soffitto ligneo a cassettoni, eseguito nel 1572-1575 da Girolamo Siciolante detto il Sermoneta e da Cesare Trapassi; sulle pareti  è presente un ciclo di affreschi con Storie della vita di Maria Vergine e dell'infanzia di Gesù e Profeti eseguiti, tra il 1686 e il 1691, da vari artisti, tra i quali Giovanni Odazzi, Giuseppe Passeri e Umile da Foligno.
Sulla quarta colonna della navata centrale si trova l’affresco del XV secolo, Madonna con Gesù Bambino detta Madonna del Rifugio.
La prima cappella della navata destra, dedicata a S. Bernardino da Siena, è decorata con un ciclo di affreschi con storie della vita di S. Bernardino da Siena, eseguiti nel 1482-1485, da Bernardino di Betto detto il Pinturicchio. La cappella successiva, dedicata alla Madonna Addolorata, conserva all’altare una pala con la Pietà, opera di Marco Pino da Siena (XVI secolo) e alle pareti laterali, Storie della Passione di Gesù Cristo affreschi di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (1588-1590).
Nella terza cappella, dedicata a S. Girolamo sono collocati all'altare una pala con S. Girolamo penitente, dipinto su lavagna di Giovanni de' Vecchi e alle pareti laterali, Storie della vita di S. Girolamo (1573), affreschi di Ludovico e Alessandro
Seitz. Nella quarta cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso è presente all'altare un in legno intagliato di Vincenzo da Bassiano Crocifisso (fine del XVII secolo) e alla parete destra, pala con Trasfigurazione di Gesù Cristo (1573 - 1575), olio su tavola di Girolamo Siciolante detto il Sermoneta.
Nella quinta cappella, dedicata a S. Matteo sono conservati all'altare e alle pareti Storie della vita di S. Matteo evangelista (1586 - 1589), opera di Girolamo Muziano.
La sesta cappella, dedicata a S. Pietro d'Alcantara presenta all’altare un gruppo scultoreo con S. Pietro d'Alcantara in estasi davanti alla croce (1682 ca.), marmo di Michele Maglia.
La cappella successiva, dedicata a S. Diego d'Alcalá, conserva dipinti raffiguranti miracoli operati da S. Diego d'Alcalá.
L’ultima cappella della navata destra, dedicata a S. Pasquale Baylon, conserva all'altare, una Madonna con Gesù Bambino tra S. Giovanni Battista e S. Giovanni evangelista (fine del XIII secolo), affresco attribuito a Pietro Cavallini.
Nel transetto destro è posta la cappella dedicata a S. Francesco d'Assisi, edificata nel XIII secolo, dove si conservano all'altare, Estasi di S. Francesco d'Assisi (1729), olio su tela di Francesco Trevisani e alle pareti monumenti funebri attribuiti ai Cosmati o ad Arnolfo di Cambio.
Dal transetto destro si accede a due cappelle: la prima, dedicata al Santissimo Sacramento con dipinti nella volta di Giuseppe Ghezzi , cui segue la cappella di S. Rosa da Viterbo nel quale è collocato un mosaico a tessere vitree e marmoree, attribuito a Jacopo Torriti, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino in trono tra S. Francesco d'Assisi, S. Giovanni Battista e donatore (seconda metà del XIII secolo).
Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e delimitato da una balaustra, conserva all'altare maggiore una tavola della Madonna Advocata (X secolo) e sulla volta, affreschi di Nicolò Martinelli detto il Trometta, Maria Vergine in gloria tra angeli musicanti e Storie della vita di Maria Vergine e della leggenda augustea (1568): l’opera fu eseguita in sostituzione dei dipinti murali ad affresco di Pietro Cavallini, andati distrutti nel rifacimento voluto nel 1561 da Pio IV.
Nel transetto sinistro sono collocati alcuni monumenti funebri di cui quello del cardinale Matteo d'Acquasparta che presenta una struttura ad edicola, in marmo, mosaico e affresco di Giovanni di Cosma e Pietro Cavallini composta da due parti raffiguranti in alto, entro lunetta, Gesù Cristo redentore benedicente e Madonna con Gesù Bambino in trono tra S. Matteo evangelista e S. Francesco d'Assisi. Al centro di questo transetto si colloca la cappella di S. Elena, costituita da un'edicola a pianta circolare con otto colonnine che sostengono una cupoletta, cui fa da altare un'urna di porfido nella quale sono custodite le spoglie della santa, che furono qui traslate nel XII secolo; sotto ad essa, più in basso rispetto al pavimento attuale, è visibile attraverso un vetro il cosiddetto Altare di Augusto o Ara Coeli, opera del XII secolo, in marmo con inserzioni cosmatesche e la rappresentazione nei pennacchi dell'arco dell'Apparizione della Madonna con Gesù Bambino ad Augusto.
Dal transetto sinistro si accede a due cappelle: la prima è la cappella di Gesù Bambino, nella quale è presente all'altare, entro teca, la statua del Santo Bambino. Si tratta di una copia, in quanto l’originale è stata trafugata nel 1994 e mai più ritrovata. L’altra cappella è dedicata a S. Gregorio Magno.
Dopo il transetto sinistro, lungo la navata, si aprono nove cappelle: la prima, dedicata alla Madonna di Loreto, conserva all'altare, pala con Madonna di Loreto (1613), olio su tela di Marzio Ganassini e alle pareti, affreschi, sempre del Ganassini, con Storie della vita di Maria Vergine.
Seguono la cappella, dedicata a S. Margherita da Cortona, in cui si trovano all’altare e alle pareti dipinti sulla vita della santa, e la cappella di S. Michele.
La cappella successiva, dedicata all'Ascensione, è decorata con stucchi e dipinti murali da Nicolò Martinelli detto il Trometta e all’altare presenta una pala con Ascensione di Gesù Cristo, olio su tela di Girolamo Muziano (XVI secolo).
Segue la cappella, dedicata a S. Paolo, in cui sono custoditi, all'altare, una pala con S. Paolo apostolo, olio su tela di Girolamo Muziano e alle pareti laterali affreschi con Storie della vita di S. Paolo apostolo, affreschi di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (XVI secolo);
Si incontrano quindi la cappella dedicate a S. Anna e quella dedicata a S. Antonio di Padova che conserva all'altare un affresco staccato di Benozzo Gozzoli con S. Antonio di Padova con angeli e donatori (XV secolo).
Nella cappella successiva, dedicata alla Natività di Gesù, è esposto un presepe composto da statue a grandezza naturale databili tra il XVIII e il XIX secolo. Infine si trova la cappella dedicata all'Immacolata Concezione, decorata con affreschi eseguiti nel 1551-1554 da Francesco Pichi.
La controfacciata presenta rilievi su Allegorie e monumenti funebri realizzati dalle botteghe di Donatello, Gian Lorenzo Bernini, Andrea Sansovino e di Andrea Bregno.
separatore
GALLERY

Created with WebSite X5
Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
Torna ai contenuti