Santa Maria in via Lata - Le Chiese di Roma

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Il Barocco
Santa Maria in via Lata
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Di antichissima origine, la chiesa deve il suo nome alla strada che in età classica costituiva il primo tratto urbano della via Flaminia e di cui la moderna via del Corso ripercorre il tracciato: fu edificata sfruttando i resti di alcuni edifici di epoca romana, trasformati in diaconia forse già alla fine del VII secolo.
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Specifiche
Basilica minore-Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Ss. XII Apostoli
Proprietà
Diocesi di Roma
Affidamento
Clero diocesano
Accesso
17:00-21:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra-Itinerario 2 -S. Ignazio-Elio De Rosa editore-1995;
F. Gizzi- Le Chiese barocche di Roma-Newton-1994;
cryptavialata.it
Indirizzo
Via del Corso,  306 – Rione Pigna
Realizzazione
Risalente al VII secolo fu riedificata nel Seicento. La facciata è del XVII secolo. Ulteriori restauri sono intervenuti nel XIX secolo.
Stile architettonico
Barocco
Architetto
Martino Longhi il Vecchio (1534-1591)-Cosimo Fanzago (1591-1678)-Pietro Berrettini da Cortona (1596-1669)
da non perdere
Altare maggiore, soffitto ligneo, icona Madonna Advocata, sotterranei
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Storia
E' una chiesa di antichissima origine, fondata sotto papa Sergio I (687-701) come diaconia, ovvero centro di assistenza ecclesiastico nei confronti della popolazione cittadina. Nel 1049 papa Leone IX la fece ricostruire come chiesa con annesso un monastero, ad un livello più alto, in quanto a causa delle frequenti inondazioni del Tevere, a volte l'accesso alla chiesa finì completamente sommerso. La chiesa venne ricostruita altre due volte, nel 1491-1506 e a partire dal 1639, ma deve il suo attuale aspetto barocco ai grandi lavori di rinnovamento avviati in vista dell’Anno Santo del 1650 e affidati a Cosimo Fanzago, fino al 1661-1662, quando fu completata la facciata, su disegno di Pietro da Cortona.
Esterno
La facciata, costruita fra il 1658 e il 1662 da Pietro da Cortona, presenta due ordini con portico ovale e quattro colonne nella parte inferiore mentre la parte superiore presenta una loggia tra due nicchie; un grande timpano triangolare, sormontato da una croce e decorato con vasi fiammeggianti, conclude il prospetto. Il portico è caratterizzato da due absidi schiacciate dalle cui porte si scende, attraverso una scala, agli ambienti sotterranei dove sono visibili i resti di un vasto edificio di epoca romana risalente al I secolo. Arretrato sulla sinistra della basilica, si erge il campanile, progettato nel 1580 da Martino Longhi il Vecchio.
Interno
L'interno della chiesa presenta una pianta basilicale, divisa in tre navate da dodici colonne, originariamente di marmo cipollino ma rivestite dal Fanzago di diaspro siciliano, con capitelli ionici; le navate laterali presentano due altari laterali, volte a crociera e terminano con cappelle che fiancheggiano l'abside semicircolare, inglobata in un'ala del Palazzo Doria Pamphilj.
La navata centrale è coperta da un soffitto ligneo a cassettoni che presenta al centro un dipinto murale raffigurante l’Incoronazione di Maria Vergine (1650), opera di Giacinto Brandi.
Le pareti delle campate delle navate laterali presentano grandi tondi con dipinti ovali: i tondi di destra mostrano eventi della vita di Cristo, mentre i tondi di sinistra eventi della vita della Madonna: i dipinti sono opera di Pietro De Pietri e Agostino Masucci.
Lungo la navata destra sono posti due altari laterali: il primo, dedicato a S. Andrea apostolo, conserva una pala con Crocifissione di S. Andrea (1685), dipinto di Giacinto Brandi; l’altare successivo, dedicato a S. Giuseppe, conserva una pala con S. Giuseppe con Gesù Bambino, S. Nicola di Bari e S. Biagio (1686), opera di Giuseppe Ghezzi.
In fondo alla navata destra, accanto al presbiterio, è ubicata la cappella, dedicata al Ss. Sacramento, dove è presente, all'altare, un Tabernacolo a tempietto e, alla parete sinistra, un monumento a papa Pio IX (1871), marmo di Ignazio Jacometti.
Di fronte al presbiterio trova spazio il coro che occupa le ultime due campate della navata; gli stalli lignei del coro furono eseguiti da Francesco Speranza nel 1628. Sul presbiterio, rialzato di alcuni gradini e delimitato da una balaustra, è posto l'altare maggiore attribuito a Gian Lorenzo Bernini (1636), dove è posta, entro mostra, una “Madonna Advocata" detta anche Haghiosoritissa (fine XIII secolo), tavola del cosiddetto Maestro di Santa Maria in Via Lata.
In fondo alla navata sinistra, accanto al presbiterio, è ubicata la cappella, dedicata a S. Ciriaco, dove sono collocati, all'altare, una pala con Madonna con
Gesù Bambino tra S. Ciriaco e S. Caterina d'Alessandria, opera di Giovanni Odazzi (1716) e, alle pareti laterali, monumenti funebri della famiglia Bonaparte. Segue l’altare dedicato a S. Paolo con una pala raffigurante S.  Paolo che battezza S. Sabina e i suoi figli, dipinto di Pier Leone Ghezzi (1725 ca.). Infine, si incontra l’altare dedicato a S. Lorenzo con una pala che raffigura la Madonna con Gesù Bambino in trono tra S. Antonio da Padova, S. Lorenzo, S. Prassede e S. Venanzio, opera di Pietro de Petri (primo quarto del XVIII secolo).
Sulla controfacciata è collocata una Cantoria lignea, opera di Francesco Speranza (1628).
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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