Il Barocco
Sant'Agata dei Goti
Fu una delle prime diaconie romane e divenne da subito un centro di raduno della comunità gotica di Roma, che professava il culto ariano. Un secolo dopo, sconfitto definitivamente l’arianesimo, la chiesa passò alla comunità cattolica e fu riconsacrata da Papa Gregorio Magno con il titolo di Sant’Agata, una delle martiri più famose dell’antichità cristiana.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto Parrocchia S. Maria ai Monti |
Proprietà | Diocesi di Roma |
Affidamento | Congregazione delle Sacre Stimmate (CSS) |
Accesso | 7:00- 13:00 e 16:00-19:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra- Itinerario 30- Elio De Rosa editore-2005 F. Gizzi-Le chiese medievali di Roma-Newton-1998; confrades.com/santagata |
Indirizzo | Via Mazzarino, 16 – Rione Monti |
Realizzazione | Fondata nella metà del V secolo e riconsacrata nel 593, fu riedificata nel 1633. La facciata è del XVIII secolo |
Stile architettonico | Romanico e Barocco |
Architetto | Francesco Ferrari (nd-1744) |
da non perdere | Tabernacolo Cosmatesco del XII secolo, Cortile del XVIII secolo, Pozzo del Cinquecento |
Storia
La chiesa fu fondata nel V secolo, a Roma dal generale romano d’origine gota Flavio Ricimero: durante la loro occupazione, i Goti ne fecero la sede del loro culto ariano ed è, ancora oggi, il solo esempio di luogo di culto ariano rimasto della comunità gotica romana. Fu riconsacrata da S. Gregorio Magno nel 593 e si narra che questo cambiamento fu avversato dal diavolo stesso che si insediò in una scrofa, manifestandosi per tre giorni attraverso fumi di zolfo e gemiti notturni, finché fu scacciato da una nuvola profumata che andò a posarsi sull’altare maggiore. La chiesa perse così anche il nome dei Goti e fu detta dal popolo Sant’Agata de caballo o in capite Suburrae, perché posta in cima alla via della Suburra in direzione di Monte Cavallo, antico nome del colle Quirinale. Questo nome rimase fino al 1922 quando durante il pontificato di papa Pio XI il titolo venne rinominato in "Sant'Agata de' Goti".
Nel corso dei secoli fu più volte restaurata ma a partire dal 1589, essendo crollata l'abside, si rese necessaria una vasta ricostruzione: dell’originario edificio restano l’abside, il fianco destro e parte del complesso interno. Nuovi restauri furono effettuati nel XVIII (nel 1729 fu eretta la nuova facciata) e nel XIX secolo.
Esterno
La facciata della chiesa, ricostruita nel 1729 da Francesco Ferrari, presenta un unico ordine di paraste bianche binate, tra le quali si apre il portale architravato con doppio timpano che include un medaglione con un bassorilievo in stucco raffigurante S. Agata tra due cherubini (1729), di Francesco Ferrari. Completa il prospetto un timpano triangolare sormontato da una croce alla base del quale si legge l'iscrizione dedicatoria a S. Agata. Dal portale, si accede, tramite una doppia rampa di scale, ad un quadriportico, situato ad un livello inferiore rispetto alla strada, con al centro un pozzo del XVI secolo e un museo lapidario, dove si apre l'ingresso alla chiesa.
Interno
L'interno, che conserva in parte la struttura del V secolo, presenta tre navate, divise da arcate su dodici colonne ionici, con fusti di granito e capitelli rivestiti in stucco.
La navata centrale presenta una soffitto a cassettoni del XVII secolo ed è decorata da un ciclo di sei affreschi, con storie della vita di sant'Agata, eseguiti nel 1633-1636, da Paolo Gismondi detto anche Paolo Perugino. Al centro della navata è ancora presente parte del pavimento cosmatesco, risalente alla seconda metà del Quattrocento.
Nel presbiterio s'innalza, sopra l'altare maggiore, il Ciborio cosmatesco (XII-XIII secolo) che presenta quattro colonnine in pavonazzetto con decorazioni cosmatesche e copertura a tempietto. Dietro l'altare, si apre l'abside semicircolare con il catino absidale decorato con affresco raffigurante la Gloria di S. Agata (1633-1636), opera di Paolo Gismondi.
In fondo alle due navate, ai lati del presbiterio si aprono due cappelle: nella cappella destra, dedicata a S. Agata, si conserva all'altare la statua in legno dorato di S. Agata (XVIII secolo); nella cappella sinistra, dedicata a S. Gaspare Bertoni, si presenta, all'altare, un rilievo marmoreo con la Natività di Gesù.
Nella chiesa vi sono le reliquie di sei martiri greci, rinvenute nel 1933: Ippolito, Adria, Maria, Neone sotto l’altare maggiore, all’interno di un’urna di porfido, e di Paolina e Dominanda sotto l’altare di S. Agata. Sono due gruppi di martiri che sarebbero stati martirizzati durante le persecuzioni di Valeriano (III secolo) e le cui spoglie furono traslate dalle catacombe di S. Callisto nella chiesa di sant’Agata nell’VIII secolo, divenendo oggetto di grande venerazione nella Roma cristiana.
Nella controfacciata è collocato il monumento funebre di Andrea Giovanni Lascaris (1535).
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