Il Barocco
Santa Maria in Monterone
Piccola chiesa di origine medievale, ricostruita nel XVII secolo, in cui l'arte e la storia si fondono, offrendo ai visitatori un angolo di Roma poco conosciuto ma ricco di fascino e memoria.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Lorenzo in Damaso |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Congregazione del Santissimo Redentore (C.SS.R.) |
Accesso | 7:00-12:00 e 16:00-19:00 |
Bibliografia | M.
Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C.
Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004;
Roma Sacra- Itinerario 10 –Elio De Rosa editore-1996;
Ministero
degli Interni-Fondo Edifici di Culto-S. Maria in Monterone. |
Indirizzo | Via di Monterone, 75 – Rione Sant'Eustachio |
Realizzazione | Le origini della chiesa risalgono al XII secolo, fu restaurata nel 1245 e nel 1597 e successivamente ricostruita nel 1682 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Ignoto |
da non perdere | Altare maggiore |
Storia
Le origini della chiesa risalgono al 1186, quando fu costruita sulle rovine di un tempio del I secolo a.C.; si crede che sia stata fatta erigere dalla famiglia Monteroni di Siena con annesso ospizio per i pellegrini senesi. Restaurata nel 1245 e nel 1597 quando fu rialzato il pavimento della chiesa allo scopo di evitare le inondazioni del Tevere.
Successivamente ricostruita nel 1682, nel XVIII secolo la chiesa fu affidata ai padri Mercedari Scalzi, che costruirono l'attiguo convento e fecero effettuare ad inizio Ottocento nuovi restauri che interessarono l’interno e l’altare maggiore. Poi, nel 1815, la chiesa fu affidata ai Redentoristi che tuttora la curano.
Esterno
La facciata, realizzata nel 1682, presenta due ordini tripartiti da paraste doppie. A coronamento è posto un timpano triangolare all’interno del quale si trova un’iscrizione dedicatoria alla Vergine Assunta.
Interno
L’interno suddiviso in tre navate delimitate da otto colonne antiche, testimonianza dell'originaria chiesa medievale, mentre per il resto l'aspetto dell'edificio risale al sei-settecento.
La navata centrale presenta una volta a botte con un soffitto a cassettoni risalente ai restauri ottocenteschi. Sulle navate laterali si susseguono monumenti e lapidi sepolcrali del Sette e Ottocento.
Il primo altare a destra presenta una statua devozionale rappresentante l’Ecce Homo, sempre sul lato destro è addossato l’altare delle Anime del Purgatorio con un dipinto che raffigura l’Assunta, opera di Giovanni Gagliardi (1830).
In fondo alla navata destra si trova la cappella di S. Giuseppe (in origine dedicata all’Angelo Custode), con all’altare un dipinto che raffigura la Madonna con il Bambino, S. Giovanni Battista e un Angelo, opera del tardo Seicento.
Sull’altare maggiore è posta la settecentesca "Madonna con il Bambino tra S. Pietro Nolasco e S. Pietro Pascasio", opera di Pompeo Batoni.
In fondo alla navata sinistra si trova la cappella ottocentesca dedicata a S. Alfonso Maria de’ Liguori con all’altare tre dipinti, opera di Donato De Vivo, con episodi della vita di S. Alfonso. Nelle lunette sono presenti angeli e nei pennacchi della cupola sono raffigurati i quattro Evangelisti.
Al centro della navata sinistra è addossato l’altare della Madonna del Carmine con una statua in gesso dipinto della Madonna con il Bambino.
GALLERY