Sette e Ottocento
San Paolo alla Regola
È una chiesa che, secondo un’antica tradizione, è stata costruita sul luogo accreditato come la prima dimora di S. Paolo a Roma. Qui Paolo, agli arresti domiciliari in attesa del suo processo, visse e predicò alle prime comunità cristiane di Roma.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Lorenzo in Damaso |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Terzo Ordine Regolare di San Francesco (TOR) |
Accesso | 17:00-20:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 13-Elio De Rosa editore–1998; Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto-San Paolo alla Regola F. Gizzi - Le Chiese di Roma del Sette e Ottocento-Newton-1995; chiesadisanpaoloallaregola.it/ |
Indirizzo | Piazza di San Paolo alla Regola, 6 – Rione Regola |
Realizzazione | Struttura originaria del IV secolo, completamente riedificata nel XVII secolo |
Stile architettonico | Rococo |
Architetto | Giovanni Battista Bergonzoni (1628-1692) - Giuseppe Sardi (1680-1753) |
da non perdere | Abside con “Storie di S. Paolo” |
Storia
Negli Atti degli Apostoli si descrive come a S. Paolo avesse un proprio alloggio in attesa del processo davanti all'imperatore, in cui teneva assemblee nel corso delle quali istruiva i primi cristiani di Roma. La tradizione vuole che questa chiesa sia costruita sul luogo dove egli visse e insegnò in quel periodo; all'interno della chiesa si conserva ancora la stanza dell'apostolo trasformata in cappella.
Secondo la tradizione la chiesa originale, popolarmente denominata S. Paolino, fu fondata da papa Silvestro I nel IV secolo accanto all'oratorio ricavato dall'abitazione di S. Paolo ma le prime testimonianze documentarie però si hanno solo a partire dal 1186 quando venne annoverata tra le chiese dipendenti da San Lorenzo in Damaso.
Dopo che per molto tempo fu officiata da una comunità di Agostiniani Scalzi, nel 1619 la chiesa fu affidata ai francescani del Terzo Ordine Regolare di S. Francesco della Nazione Siciliana, i quali vi istituirono un Collegium Siculum, ospitato nell'edificio adiacente, tuttora esistente sulla sinistra della chiesa.
Nel XVII secolo la chiesa fu ricostruita su disegno di Giovanni Battista Bergonzoni, anche se venne completata soltanto nel 1728 con la facciata, opera di Giuseppe Sardi, su disegno di Giacomo Coli. Un ulteriore restauro fu effettuato nel 1930 da Antonio Muñoz.
Esterno
La facciata, suddivisa in due ordini, presenta, nella parte inferiore, sei lesene che inquadrano il portale centrale e due portoncini laterali. L'iscrizione dedicatoria separa i due ordini: quello superiore presenta un ampio finestrone con una sorta di balconcino dinanzi ed un ovale contenente la raffigurazione di S. Paolo che tiene la spada del martirio e, sopra la trabeazione un frontone ogivale contenente uno stemma francescano incassato.
Interno
L'interno si presenta con una pianta a croce greca sormontata da una cupola, con quattro cappelle agli angoli, cui si accede tramite due archi ciascuna, uno longitudinale e uno trasversale.
A destra dell'ingresso si trova la cappella dedicata a S. Rosalia e la pala d'altare la rappresenta con le sante Chiara e Rosa da Viterbo. Su una parete laterale si trova un dipinto di Biagio Puccini raffigurante il martirio di S. Erasmo (fine del XVII secolo). La cappella successiva è dedicata a S. Francesco d'Assisi e conserva una pala d'altare raffigurante il santo che riceve le stimmate, opera di Michele Rocca (1695). Quindi si incontra la cappella dedicata alla Crocifissione che conserva un crocifisso in bronzo di Alessandro Algardi (XVII secolo).
Prima del presbiterio si trova l'oratorio descritto come residenza di S. Paolo; sopra la porta si trova un dipinto ovale di Biagio Puccini, raffigurante S. Bonaventura in estasi osservato da S. Tommaso d' Aquino.
Sopra l’altare si trova un mosaico moderno di Eugenio Cisterna raffigurante l'apostolo che evangelizza e un soldato di guardia. Il presbiterio presenta un arco trionfale incassato nella volta; ha due campate e poi l'abside, mentre l’altare maggiore è privo di edicola. La parete dell'abside dietro l'altare maggiore è occupata da tre grandi affreschi di Luigi Garzi raffiguranti, da sinistra a destra, la predicazione, la conversione e il martirio di S. Paolo. La sagrestia si trova a sinistra del presbiterio e sopra la porta si trova il dipinto della Madonna con Gesù Bambino e S. Chiara di Biagio Puccini.
Passando al lato sinistro si incontra la cappella della Madonna delle Grazie che contiene una venerata icona del XIV secolo raffigurante lei che allatta Gesù Bambino. Segue la cappella dedicata a Sant'Anna con una pala d'altare di Giacinto Calandrucci che la raffigura mentre riceve il Bambino Gesù dalla Madonna. Infine, si trova la cappella dedicata a S. Antonio da Padova con la pala d’altare raffigurante il santo, anch’essa opera del Calandrucci.
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