il Medioevo
San Lorenzo in Palatio ad Sancta Sanctorum
La chiesa si trova all’interno del complesso edilizio che conserva la Scala Santa. In origine questo palazzo era il palazzo patriarcale, sede del vescovo di Roma, e la chiesa era la cappella privata del pontefice: oggi essa è ciò che resta dell’antico palazzo patriarcale.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della basilica del Santissimo Salvatore e SS. Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano |
Proprietà | Santa Sede |
Affidamento | Congregazione della Passione (CP) |
Accesso | da LUN a SAB 9:00-13:30 e 15:00-17:15; DOM 15:00-17:15 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Padri Passionisti-Il Sancta Sanctorum-2000; Roma Sacra-Itinerario 29-Elio De Rosa editore-2005; scala-santa.com/ |
Indirizzo | Piazza di San Giovanni in Laterano, 4 – Rione Monti |
Realizzazione | Struttura originaria del VI secolo, più volte restaurata nel corso del medioevo e infine inserita in un nuovo edificio nel XVI secolo |
Stile architettonico | Romanico e manierista |
Architetto | Domenico Fontana (1543-1607) |
da non perdere | Tela con l’immagine acheropita (non dipinta da mano umana) del “Cristo”, datata al V-VI secolo |
Storia
La più antica menzione della chiesa risale all’VIII secolo, ma fu restaurata e ricostruita nel XIII secolo; alla fine del XVI secolo papa Sisto V fece realizzare da Domenico Fontana il complesso della Scala Santa, che ora serve da accesso alla chiesa.
In origine la Cappella era dedicata a S. Lorenzo ma dal IX secolo prese il nome di Sancta Sanctorum, per le reliquie custodite nella stessa tra cui un frammento della mensa dell’Ultima Cena e le teste dei santi Pietro e Paolo, oggi conservate nella basilica di San Giovanni in Laterano all’interno del tabernacolo di Arnolfo di Cambio.
Il complesso architettonico comprende in primis la Scala Santa ovvero, una scala di 28 gradini di marmo bianco, che secondo le fonti medioevali, venne salita da Gesù per raggiungere l’aula dove subì l’interrogatorio di Ponzio Pilato prima della crocifissione. Sempre secondo le fonti medioevali la Scala Santa venne poi trasportata a Roma nel 326 da S. Elena, madre dell’imperatore Costantino.
Esterno
Alla facciata a due piani, opera di Domenico Fontana, si accede tramite un'ampia scalinata composta da sette gradini. Il primo piano presenta cinque arcate con imposte doriche e archivolti modanati, che un tempo si aprivano sulla loggia. L'arco centrale è lasciato aperto con un cancello a ringhiera, ma i due laterali interni ora presentano portali con stipiti modanati e cornici fluttuanti sopra una coppia di iscrizioni insieme commemorative del restauro del 1853. Il secondo piano ha una serie di pilastri coordinati che sostengono una trabeazione con un'iscrizione sul fregio che recita: Sixtus V fecit, sanctoriq[ue] loco Scalam Sanctam posuit ("Sisto V fece questo e pose la Scala Santa in un luogo più sacro").
Interno
Alla fine della Scala Santa, si accede alla Cappella di San Lorenzo in Palatio, detta Sancta Sanctorum, ovvero la cappella che, fino al Rinascimento, era riservata al Papa.
La cappella è completamente decorata con marmi ed affreschi a partire dal XIII secolo ad opera principalmente dei Cosmati. Nelle vele della volta sono rappresentati i simboli dei Quattro Evangelisti: l’angelo di S. Matteo, il leone di S. Marco, l’aquila di S. Giovanni e il bue di S. Luca; sopra l’altare, si trovano una serie di figure: al centro la Madonna con il Bambino e, ai lati, i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Procedendo verso l’esterno di trovano due nicchie con sbarre di ferro che, un tempo, custodivano le reliquie. Nella parte superiore sono raffigurati Papa Niccolò III che offre la Cappella del Sancta Sanctorum con ai lati i santi Pietro e Paolo, e il Cristo in trono con due angeli che riceve l’offerta della Cappella da Niccolò III.
Nella volta del presbiterio è visibile un mosaico con Cristo Pantocratore (risalente alla fine XIII secolo) benedicente con le tre dita della mano destra, circondato da quattro angeli in volo.
Nelle altre pareti sono raffigurati il Martirio di S. Pietro e S. Paolo, la Lapidazione di S. Stefano e il Martirio di S. Lorenzo, la Decapitazione di S. Agnese e il Martirio di S. Nicola. Alla base degli affreschi è presente una loggia denominata dei santi realizzata intorno al 1590 sotto il pontificato di Sisto V, sotto la direzione di Cesare Nebbia e Giovanni Guerra.
L’altare conserva l’immagine di Gesù Redentore, definita “Acherotipa”, ovvero non dipinta da mano umana e, secondo la tradizione, sarebbe stata dipinta dall’Evangelista Luca, con l’aiuto di un angelo; in realtà non si conosce esattamente l’origine di questa immagine: probabilmente ha una origine bizantina in epoca della lotta iconoclasta (VIII secolo).
L’iscrizione sull’architrave, sopra all’altare, riporta la dicitura: “Non est in toto sanctior orbe locus” (Non c’è al mondo luogo più santo di questo).
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