Ss. Nome di Gesù - Le Chiese di Roma

panoramica
cupole di Roma
Vai ai contenuti
Il Rinascimento
Ss. Nome di Gesù
banner_il Gesù
Eretta per volontà di S. Ignazio di Loyola, è la principale chiesa dei Gesuiti a Roma. Realizzata con uno stile tra il rinascimentale ed il barocco, ebbe un gran influsso sull'architettura sacra delle chiese barocche divenendo il prototipo degli edifici religiosi controriformisti, fino ad ispirare il termine di "stile gesuitico".
separatore
Specifiche
Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Marco Evangelista al Campidoglio
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Compagnia di Gesù (SJ/SI)
Accesso
da LUN a SAB 7:30-12:30 e 16:00-19:30; DOM 7:45-13:00 e  16:00-20:00
Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton & Compton-2004;
Roma Sacra-Itinerario 6-Ss. Nome di Gesù-Elio De Rosa editore-1997;
Ministero degli Interni-Fondo Edifici per il Culto-Il Gesù;
C. Pericoli Ridolfini-Chiesa del Gesù-1997;
F. Gizzi-Le chiese rinascimentali di Roma-Newton-1994;
chiesadelgesu.org
Indirizzo
Piazza del Gesù, 54 – Rione Pigna
Realizzazione
Iniziata nel 1568 e completata nel 1575
Stile architettonico
Manierista
Architetto
Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573)-Giacomo Della Porta (1540-1602)
da non perdere
Cappella S. Ignazio (Andrea Pozzo), “Madonna della strada”,  “S. Roberto Bellarmino” (Bernini), Cappella di S. Francesco Saverio, Affresco volta, cupola, abside (Baciccia), Figure Allegoriche (Antonio Raggi)
separatore
Storia
Nel 1542 S. Ignazio di Loyola si sistemò con alcuni confratelli in una casa vicino alla chiesa di Santa Maria della Strada dove si recava per venerare l'immagine della Madonna. Nel 1550, l'edificio venne concesso ai Gesuiti, ma si dimostrò insufficiente per le esigenze della Compagnia, per questo sin dal 1551 il santo volle edificare una nuova chiesa, il cui progetto, commissionato all'architetto Nanni di Baccio Bigio, per le difficoltà economiche e per i problemi connessi all'acquisizione dei terreni dove doveva essere costruito, non fu mai realizzato. Anche un nuovo progetto presentato da Michelangelo Buonarroti nel 1554 non venne portato a compimento.
Dopo la morte di S. Ignazio, il cardinale Alessandro Farnese provvide nel 1561 ad affidare l’incarico della progettazione e realizzazione della chiesa a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, mentre il progetto della facciata venne affidato a Giacomo Della Porta. La costruzione della Chiesa iniziò nel 1568 e si concluse nel 1575. L'edificio, consacrato nel 1584, costituì il modello che influenzò l'architettura sacra romana per quasi un secolo e fu esportato dai gesuiti in tutta Europa: l'impianto volumetrico e la facciata interpretavano infatti le esigenze liturgiche e l’austerità sancite dal Concilio di Trento.
Nella seconda metà del XVII secolo Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia eseguì la decorazione pittorica della cupola, della volta e della tribuna e, inoltre, vennero realizzate le due grandi cappelle del transetto, dedicate a S. Ignazio di Loyola e a S. Francesco Saverio.
In seguito alla soppressione dell’Ordine dei Gesuiti nel 1773, l'edificio fu privato di molte preziose suppellettili. Nel 1814 la chiesa fu restituita ai gesuiti e verso la metà del XIX secolo venne decorata la tribuna e costruito l'altare maggiore. Nel 1858-1861 fu completato l'ornamento interno dell'edificio con il rivestimento di marmi pregiati le pareti della navata fino al cornicione.
Esterno
La facciata, progettata e costruita da Giacomo Della Porta tra il 1571 e il 1577, tutta in travertino, è suddivisa in due ordini, raccordati da due volute: l'inferiore, è aperto al centro da un grande portale, sormontato dallo stemma con Monogramma del Nome di Gesù, in marmo e bronzo, opera di Bartolomeo Ammannati; ai lati, tra coppie di paraste corinzie, si aprono due portali laterali sopra ai quali sono poste altrettante nicchie nelle quali sono collocate le statue di S. Ignazio di Loyola e S. Francesco Saverio; nell'architrave è incisa l'iscrizione commemorativa.
Il secondo ordine, scandito da quattro coppie di paraste corinzie, presenta al centro un finestrone balaustrato con ai lati due nicchie finemente decorate. A coronamento della facciata è posto un grande timpano triangolare che interclude lo stemma del cardinale Alessandro Farnese.
La cupola poggia su un tamburo ottagonale caratterizzato da otto riquadrature: quattro sono cieche e altrettante presentano invece finestre rettangolari sormontate da un timpano curvilineo. Altre otto finestre, di dimensioni minori, quadrate e con timpani triangolari, si trovano nella struttura sovrastante che raccorda il tamburo alla calotta. Quest'ultima, scandita da costoloni in otto spicchi, divisi a loro volta in due sezioni da una sottile nervatura, è coronata da una lanterna formata da otto finestre arcuate e sormontate da timpani triangolari.
Interno
La chiesa si presenta a croce latina, con una grande e unica navata coperta da una volta a botte, affiancata da tre cappelle per lato e due atri; il presbiterio è sormontato da una cupola, con tamburo ottagonale, all'incrocio del transetto, i cui bracci sono stati accorciati sino a trasformarsi in due cappelle.
Lungo la navata, al centro della volta, Trionfo del Nome di Gesù (1679), affresco di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia: l’opera presenta uno straordinario effetto di prospettiva aerea, che sfonda la volta oltre la cornice dorata in stucco.
All'incrocio tra il transetto e la navata si erge la cupola decorata con affreschi eseguiti nel 1672-1675 da Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia raffiguranti nella calotta, la Visione del Paradiso e, nei pennacchi, Profeti, Evangelisti e Dottori della Chiesa.
Lungo il lato destro si aprono tre cappelle: la prima, dedicata a S. Andrea, decorata con dipinti eseguiti nel 1600-1603 da Agostino Ciampelli. La seconda cappella, dedicata alla Passione di Gesù Cristo, è decorata da pregevoli dipinti, eseguiti nella prima metà del XVII secolo da Giuseppe Valeriano, aventi per oggetto episodi della Passione di Cristo.
La terza cappella, dedicata agli Angeli, è decorata con dipinti eseguiti nel 1599-1600 da Federico Zuccari autore anche della pala d'altare che rappresenta Sette Arcangeli in Adorazione della Santissima Trinità.
Dal lato destro della chiesa si entra nella Sacrestia, progettata e completata nel 1620 da Girolamo Rainaldi, dove si conserva all'altare una pala con S. Ignazio di Loyola, attribuita ad Annibale Carracci (inizio del XVII secolo).
Nel terminale del transetto destro è posta la cappella, dedicata a S. Francesco Saverio, progettata nel 1674-1678 da Pietro da Cortona, che presenta all'altare la pala con Morte di S. Francesco Saverio, opera tela di Carlo Maratta (1679).
A destra del presbiterio si apre la cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù, dove sono visibili, all'altare, Sacro Cuore di Gesù (1767), opera di Pompeo Batoni; sulla volta affreschi di Baldassarre Croce (1599) e alle pareti dipinti inerenti Storie della vita di san Francesco d'Assisi (primo quarto del XVII secolo), di Paul Brill e Giuseppe Peniz.
Nel presbiterio, l'altare maggiore è opera ottocentesca di Antonio Sarti, il quale utilizzò in parte il materiale del precedente altare cinquecentesco: entro la mostra d’altare  un dipinto a scomparsa di Alessandro Capalti è provvisto di un meccanismo di sollevamento che permette di scoprire una statua del Sacro Cuore di Gesù.
Nel catino absidale si trova l’affresco raffigurante l’Adorazione dell'Agnello di Dio (1680-1685), opera di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia, autore anche dell’affresco nell'arcone, Concerto d'angeli (1680-1685). Al centro è posto un busto del cardinale Roberto Bellarmino (1622-1624 ca.), marmo di Gian Lorenzo Bernini.
A sinistra del presbiterio si apre la cappella della Madonna della Strada, nella quale è conservato all'altare, l’affresco della Madonna con Gesù Bambino detta Madonna della Strada (seconda metà del XIII - prima metà del XIV secolo); l’ambiente è decorato da un ciclo di dipinti di Giuseppe Valeriano, raffigurante Storie della vita di Maria Vergine (1584-1588).
Nel terminale del transetto sinistro è posta la cappella dedicata a S. Ignazio di Loyola, qui sepolto, realizzata tra il 1696 e il 1700 da Andrea Pozzo. Sull’altare è posto un dipinto di Andrea Pozzo con S. Ignazio di Loyola in gloria (1695-1699): il dipinto è in realtà un sipario, che sale e scende in occasione di alcune festività, rivelando entro una nicchia un gruppo scultoreo con S. Ignazio e due angeli (1695 - 1699 ca.). Sotto l’altare è posta l’urna con il corpo di S. Ignazio di Loyola (secondo quarto del XVII secolo), in bronzo dorato di Alessandro Algardi. Sulla volta si trova l’affresco del Baciccia con S. Ignazio di Loyola in gloria (1680-1685). La cappella è arricchita da marmi e rilievi del XVII secolo con episodi inerenti la storia della Compagnia di Gesù.
Passando al lato sinistro della chiesa, si incontra la cappella dedicata alla Santissima Trinità, con dipinti di diversi artisti del XVI secolo.
Segue la cappella dedicata alla Sacra Famiglia, che presenta all’altare un dipinto con Gesù fanciullo nella bottega di S. Giuseppe con la Madonna (terzo quarto del XIX secolo), opera di Giovanni Gagliardi; sulla volta, nei pennacchi e alle pareti si trovano invece affreschi eseguiti tra il 1580 e il 1590 da Nicolò Circignani detto il Pomarancio. Quindi si incontra la cappella dedicata a S. Francesco Borgia in cui si conservano, all'altare, una tela di Andrea Pozzo con S. Francesco Borgia e tre santi martiri canadesi in adorazione dell'Eucaristia (1683-1686); nella volta si collocano affreschi del Pomarancio (1580-1590), affresco di Nicolò Circignani detto il Pomarancio; gli affreschi delle pareti laterali sono invece opera di Pier Francesco Mola (1660 ca.).
separatore
GALLERY

Created with WebSite X5
Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
Torna ai contenuti