Il Barocco
Sant'Andrea delle Fratte
E’ una chiesa elevata al rango di basilica e diventata un santuario dedicato alla Madonna dopo un evento che segnò la storia della chiesa, l’apparizione della Vergine Maria, il 20 gennaio 1842, all’ebreo Alfonso Ratisbona che “cadde in ginocchio da ebreo e si alzò da cristiano”. Papa Benedetto XV, all’inizio del ‘900, definì sant’Andrea delle Fratte la Lourdes Romana.
Specifiche | Basilica minore--Parrocchia diocesana |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Ordine dei minimi (OM) |
Accesso | da LUN a SAB 7.30–13.00 e 16.30–19.30; DOM 7.30–13.00 e 16.30–20.00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Federico Gizzi- Le Chiese barocche di Roma-Newton-1994; Roma Sacra-Itinerario 5-S. Andrea delle Fratte-Elio De Rosa editore-1996; madonnadelmiracolo.it Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto - Sant’Andrea delle Fratte |
Indirizzo | Via di Sant’Andrea delle Fratte, 1 – Rione Colonna |
Realizzazione | Ricostruita nel 1604 su di un preesistente luogo di culto del XII secolo |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Gaspare Guerra (1560-1622)-Francesco Borromini (1599-1667) - Mattia De Rossi (1637-1695) |
da non perdere | “Redenzione” (Pasquale Marini), cappella della Madonna del Miracolo, Tribuna e angeli marmorei (Bernini) |
Storia
La chiesa sorge su un precedente luogo di culto costruito nel 1192 e intitolato a S. Andrea detto 'infra hortes', poiché era situato in una zona agreste: da qui il nome attuale Sant'Andrea delle Fratte. L'edificio venne affidato nel 1585 da papa Sisto V all'Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola, ma le precarie condizioni della struttura costrinsero presto i religiosi ad intraprendere la ricostruzione della chiesa.
I lavori, finanziati con le offerte dei fedeli, iniziarono nel 1604 su progetto di Gaspare Guerra, ma nel 1609 i lavori furono sospesi per mancanza di fondi. Nel 1653 fu affidato a Francesco Borromini il completamento dei lavori ma, alla morte di questi, risultarono realizzati solamente l'abside, il tamburo della cupola e il campanile. La chiesa fu portata a termine nel 1694 da Mattia De Rossi; la facciata però era rimasta ancora incompleta al momento della consegna dei lavori e fu terminata nella parte superiore soltanto nel 1826 da Pasquale Belli.
Esterno
La facciata presenta linee semplici e sobrie, con due ordini articolati da paraste; al centro dell'ordine inferiore si apre il portale d'ingresso sormontato da un timpano centinato; sopra un finestrone centrale e il timpano di coronamento.
il campanile si presenta con una struttura a pianta quadrata e si sviluppa in due ordini prismatici, ai quali segue una struttura articolata in ulteriori due ordini (uno cilindrico e uno ondulato), che risulta particolare per la presenza nel primo di capitelli costituiti da Erme di Giano Bifronte e nel secondo da Cariatidi in veste di angeli, sormontate da torce fiammeggianti e decorazioni a forma di spirale, con volute a sostegno di una croce decussata (attributo di S. Andrea) e di un bufalo (stemma della famiglia del committente), sormontate da una corona a punta; il tiburio che contiene la cupola circolare è rinforzato da contrafforti diagonali che fanno assumere alla struttura la forma della croce di S. Andrea.
Interno
La chiesa ha una pianta a croce latina con un transetto poco pronunciato e profonda abside semicircolare. L'edificio si presenta a navata unica con quattro cappelle rettangolari per lato, coperta da una volta a botte. L'interno, a navata unica, con volta a botte, tre cappelle per lato, transetto e abside, è dominato dalla tribuna e dall'alta cupola, decorata da affreschi eseguiti all'inizio del XVIII secolo da Pasquale Marini, raffiguranti nella calotta, la Redenzione e, nei pennacchi, Dottori della Chiesa.
La prima cappella lungo il lato destro è dedicata a S. Giovanni Battista e funge da battistero; vi sono collocati un Fonte battesimale costituito da una vasca marmorea e un coperchio a tempietto circolare, in legno dipinto di Jacques Courtois detto il Borgognone. Sulla parete di fondo, Battesimo di Gesù Cristo (XVII secolo), dipinto di Ludovico Gimignani.
La cappella successiva è dedicata a S. Michele Arcangelo, rappresentato sulla pala d’altare con un dipinto di Ludovico Gimignani (XVII secolo); alle pareti laterali si trovano affreschi di Francesco Crozza, Elemosina di S. Carlo Borromeo e Apparizione di Maria Vergine a S. Francesca Romana (metà del XVII secolo). Quindi si ha la cappella, dedicata a S. Francesco di Sales e S. Giovanna di Valois, con all’altare la pala con S. Francesco di Paola che consegna il cordone dell'Ordine a S. Francesco di Sales e S. Giovanna di Valois (XVIII secolo), di Marcantonio Romoli. Alle pareti laterali si trovano i Monumenti funebre del cardinale Pier Luigi Carafa, realizzato da Pietro Bracci e il Monumento funebre di Judith de Palezieux Falconet, di Harriet Hesmer. L’ultima cappella del lato destro è dedicata al beato Gaspare de Bono e S. Nicola da Longobardi, in cui si conserva all’altare il dipinto di Giuseppe Cades Apparizione della Madonna al beato Gaspare De Bono e S. Nicola
da Longobardi (fine XVIII secolo).
Nel transetto destro è posta la cappella dedicata a S. Francesco di Paola, realizzata su disegno di Filippo Barigioni, con all'altare, pala con S. Francesco di Paola (seconda metà del XVI secolo), di Paris Nogari e gli angeli in stucco realizzati da Giovan Battista Maini.
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, sono posti due dipinti di Antonio Grecolini rappresentanti S. Andrea condotto al martirio e la Flagellazione di S. Andrea (fine XVII secolo). Dietro l'altare si apre l'abside semicircolare che presenta a sinistra, la Crocifissione di S. Andrea, di Giovanni Battista Lenardi; al centro, la Morte del Santo di Lazzaro Baldi e a destra la Deposizione di S. Andrea dalla croce di Francesco Trevisani. Nella volta della tribuna è rappresentato il miracolo della Moltiplicazione dei pani e dei pesci (inizio del XVIII secolo), affresco di Pasquale Marini.
Agli angoli tra il presbiterio e il transetto, si trovano le monumentali statue degli Angeli con i simboli della Passione, opera di Gian Lorenzo Bernini (1668-1669): alla sinistra, l’ Angelo con la corona di spine, e sulla destra l’Angelo con il cartiglio.
Le due monumentali statue furono scolpite, insieme ad altri opera di allievi, per il gruppo di Angeli con strumenti simbolici della Passione per la serie della Via Crucis di Ponte Sant'Angelo, ma furono considerate troppo belle per essere esposte alle intemperie. Nel 1729 gli eredi di Gian Lorenzo Bernini, che abitavano in un palazzo non lontano dalla chiesa, donarono i due angeli alla chiesa.
Sul lato sinistro del transetto è posta la cappella dedicata a S. Anna, dove sono collocati, all'altare, il dipinto di Giuseppe Bottani con S. Gioacchino, S. Anna e Maria bambina (XVIII secolo), mentre, sotto la mensa, è posta una statua di S. Anna morente (metà del XVIII secolo), di Giovanni Battista Maini che si è ispirato al capolavoro berniniano con la Beata Ludovica Albertoni, conservato in San Francesco a Ripa.
Passando al lato sinistro si trova la cappella dedicata a S. Giuseppe, con all'altare, S. Giuseppe con Gesù Bambino fra angeli (XVII secolo), opera di Francesco Cozza e alle pareti laterali, Sposalizio di Maria Vergine e Natività di Gesù (XIX secolo), di Giuseppe Capparoni.
Quindi la cappella, dedicata alla Madonna del Miracolo, perché proprio qui, il 20 gennaio 1842, Maria Vergine apparve al giovane ebreo Alfonso Maria Ratisbonne, che poi si convertì al cattolicesimo e divenne sacerdote. L'ambiente custodisce all'altare, la Madonna del Miracolo (seconda metà del XIX secolo), dipinto di Domenico Bartolini. Segue la cappella dedicata al Ss. Crocifisso, detta anche Cappella Accoramboni, probabilmente realizzata da Francesco Borromini, che presenta decorazioni marmoree che imitano un apparato funebre provvisorio e vi si conserva all'altare, Gesù Cristo crocifisso del XVII secolo. Infine si ha la cappella dedicata alla Vergine che presenta all’altare una pala di Avanzino Nucci con la Madonna con Gesù Bambino e santi (primo quarto del XVII secolo).
Nella controfacciata, ai lati della portale, sono ubicati i Monumenti funebri di Livia del Grillo (sulla destra), di Francesco Queirolo, e il Monumento funebre del cardinale Carlo Leopoldo Calcagnini (sulla sinistra), di Pietro Bracci.
Al di sotto dell'altare maggiore e del presbiterio, si trova la cripta; all'interno di essa, vi è l'unico esempio di putridarium conservatosi a Roma, ossia un ambiente funerario "provvisorio", in genere sotterraneo, in cui i cadaveri dei religiosi defunti venivano collocati entro nicchie lungo le pareti, seduti su appositi sedili-colatoio in muratura, ciascuno munito di un ampio foro centrale e di un vaso sottostante per il deflusso e la raccolta dei liquidi cadaverici e dei resti in via di decomposizione. Una volta terminato il processo di putrefazione dei corpi, le ossa venivano raccolte, lavate e trasferite nella sepoltura definitiva dell'ossario.
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