Il Barocco
Santa Maria in Publicolis
Piccola chiesa di origine medievale, divenuta nel XVII secolo il mausoleo della famiglia Santacroce.
Specifiche | Chiesa annessa-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Portico in Campitelli |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria (M.SS.CC.) |
Accesso | Da LUN a SAB 17:30-19:00; DOM 10:00-12:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 14-Santa Maria in Publicolis-Elio De Rosa editore-1998 |
Indirizzo | Via dei Falegnami, 24 – Rione Sant'Eustachio |
Realizzazione | Già esistente nel XII secolo, fu demolita e ricostruita tra il 1642 e il 1643 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Giovanni Antonio De Rossi (1616-1695) |
da non perdere | “Natività della Vergine” di Raffaele Vanni |
Storia
La fondazione della chiesa non è documentata, ma sarebbe stata una delle tante piccole chiese parrocchiali costruite nella città nel X o all'inizio dell'XI secolo. La prima menzione della chiesa si ebbe nel 1186 in una bolla di papa Urbano III con il nome di “Maria de Publico” forse in riferimento al demanio pubblico (publicum) del Porticus Minucia Frumentaria. Agli inizi del XVII secolo la chiesa cadde in rovina fino a che il cardinale Marcello Santacroce la fece ricostruire completamente su progetto di Giovanni Antonio de' Rossi nel 1643. La chiesa assunse quindi la nuova denominazione "in Publicolis" in onore della famiglia Santacroce che vantava la discendenza dall’antica famiglia romana dei Valerii Publicolae. La chiesa ha subito poche modifiche rispetto al XVII secolo; dal 1835 è sede della casa generalizia dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.
Esterno
La facciata, preceduta da una cancellata di ferro, è a due ordini e presenta un portale sovrastato da una finestra. A coronamento un timpano curvilineo.
Nella facciata, la campata centrale presenta al primo ordine, al centro, un portale con un affresco raffigurante la “Madonna in trono fra gli angeli” tra due semicolonne ioniche; al secondo un finestrone con timpano triangolare tra lesene, ed è conclusa da un timpano curvilineo innalzato da mensole.
Interno
l’interno della chiesa è a navata unica coperta con volta a botte e due cappelle laterali. Alle pareti e sul pavimento della navata si trovano lapidi funerarie della famiglia Santacroce. Sul lato destro, subito dopo l’ingresso, si trova il monumento funebre di Scipione Publicola Santacroce, realizzato da Giovanni Battista Maini (1749). Si incontra poi la cappella dedicata a S. Elena Imperatrice con la pala d'altare di Raffaele Vanni che la raffigura dopo il ritrovamento della Vera Croce (1644).
Si accede al presbiterio attraverso un arco trionfale semicircolare, il cui archivolto modanato è incastrato nella volta della navata. La volta del presbiterio è una piccola cupola con una gloria al centro. L'altare maggiore è addossato alla parete di fondo e presenta una pala seicentesca con la Natività della Vergine di Raffaello Vanni. Sulle pareti laterali si trovano una coppia di monumenti della famiglia Santacroce: ciascuno ha quattro ritratti in tondo opera di Giovanni Francesco Grimaldi (prima metà del Seicento).
La cappella sul lato sinistro è dedicata a S. Francesco d'Assisi e la pala d'altare che lo raffigura è del Grimaldi. Qui ci sono monumenti murali abbinati all'ultimo dei Santacroce, Antonio Publicola Santacroce e sua moglie Catherine Scully (seconda metà dell’Ottocento).
Il vano adiacente è occupato dal monumento funebre dei coniugi Antonio Publicola Santacroce e Girolama Naro, opera di Lorenzo Ottoni (1727).
In controfacciata si trova la cantoria con un organo a canne di inizio Novecento.
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