Santa Maria del Popolo - Le Chiese di Roma

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Il Rinascimento
Santa Maria del Popolo
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Si potrebbe definire, tra le chiese di Roma, quasi un compendio dei vari secoli della storia dell’arte. Ospita, infatti, opere di grandissima importanza come la "Conversione di Saulo" e "Il martirio di San Pietro" di Caravaggio, nonché dipinti del Pinturicchio, del Carracci e di Raffaello,  sculture di Bregno e di Bernini.
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Specifiche
Basilica minore-Parrocchia diocesana
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Ordine di Sant'Agostino (OSA)
Accesso
Da LUN a SAB 7:00-12:00 e  16:00-19:00; DOM 7:30-13:30 e 16:30-19:00
Bibliografia
M. Armellini - Le Chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra, Itinerario 1- S. Maria del Popolo-Elio De Rosa Editore-1995;
Edizioni Agostiniana - S. Maria del Popolo;
www.agostiniani.it
F. Gizzi - Le Chiese rinascimentali di Roma-Newton-1994;
www.laboratorioroma.it/percorsi-di-architettura/
Indirizzo
Piazza del Popolo, 12 – Rione Campo Marzio
Realizzazione
La prima chiesa sorse a cavallo tra i secoli XI-XII ma fu riedificata nel 1475-77. Successivi interventi si sono avuti nel corso del Cinquecento e del Seicento
Stile architettonico
Rinascimentale e Barocco
Architetto
Andrea Bregno (1418-1503) - Gian Lorenzo Bernini (1598-1680)
da non perdere
Cappella Chigi (Raffaello), Pala d’Altare (Sebastiano del Piombo), Sculture (Bernini e Lorenzetto), Mosaici; Cappella Cerasi, “La Conversione di San Paolo” “La Crocifissione di San Pietro” (Caravaggio), “Assunzione” (Annibale Carracci); Cappella Della Rovere, Affreschi (Pinturicchio); Tombe (Sansovino), Tomba di Giovanni Della Rovere, “Madonna del Popolo”, Affreschi (Pinturicchio), Tomba di Ascanio Sforza (Sansovino), Mosaico “La Morte in Ginocchio”, Cappella Cybo
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Storia
Il nome di questa chiesa ha antiche origini: nel medioevo si credeva che in quel luogo fosse sepolto Nerone, il cui fantasma infestava la zona. Papa Pasquale II, stufo delle voci sul fantasma, per celebrare la liberazione del Santo Sepolcro ad opera dei crociati nel 1099, vi fece edificare una cappella dedicata alla Vergine. Poiché tale cappella fu costruita a spese del popolo romano, ebbe la denominazione di "Santa Maria o Madonna del Popolo", toponimo che passò, poi, anche alla piazza. Nel 1235 Gregorio IX vi trasferì, dal Laterano, l'immagine della Vergine, che tuttora si può ammirare nell’altare maggiore, che secondo la tradizione era stata dipinta da S. Luca. La piccola cappella venne poi trasformata in una Chiesa dapprima con l’insediamento provvisorio dei Francescani, e dal 1250 degli Agostiniani. Nel 1472 l’originaria cappella fu soppiantata da una nuova chiesa su iniziativa di papa Sisto IV Della Rovere, con disegno di Baccio Pontelli e successivamente abbellita al tempo di Alessandro VII che ne fece restaurare dal Bernini, tra il 1656 e il 1660, la navata centrale e la facciata. La cupola, ottagonale, è la prima a Roma di questo genere ed il campanile, in laterizio. è di architettura tardo gotica.
Esterno
La facciata, rivestita di travertino, risale all'epoca di papa Sisto IV, il cui stemma è inserito nel timpano; fu poi modificata dal Bernini. Essa è tripartita con due ordini di lesene, e con tre portali, di cui quello centrale, sormontato nella lunetta da una Madonna col Bambino, è della bottega del Bregno. Anche l’insieme della facciata è attribuita ad Andrea Bregno, ma Papa Alessandro VII Chigi diede a Bernini l’incarico di dare alla chiesa un’impronta più vicina al gusto dell’epoca. Bernini apportò qualche modifica alla facciata, dove è ben visibile sul vertice del timpano lo stemma dei Chigi, ma mantenne inalterata l’architettura quattrocentesca della chiesa.
La cupola quattrocentesca fu il primo esempio romano di forma ottagonale.

Interno
L'interno è a croce latina suddivisa in tre navate con volta a crociera e altrettante cappelle per lato. Sull'altare maggiore, del 1627, vi è la tavola bizantina della Madonna del Popolo e dietro l’altare si accede al coro, realizzato dal Bramante. La volta della navata centrale è coperta da affreschi del Pinturicchio con l'Incoronazione di Maria, Evangelisti, Sibille e Dottori della Chiesa. Le cappelle sono una vera miniera di opere d’arte dei secoli dal XV al XVII.
La Cappella della Rovere o del Presepio fu fatta erigere dal cardinale Domenico Della Rovere tra il 1488 ed il 1490 e dedicata a san Girolamo, con affreschi sulla vita del santo di Tiberio d'Assisi; la Natività con san Girolamo dell'altare è del Pinturicchio.
La Cappella Cybo è una cappella monumentale a croce greca; costruita nel XV secolo, decorata inizialmente dal Pinturicchio, e completamente trasformata da Carlo Fontana alla fine del XVII secolo per il cardinale Alderano Cybo; la pala d'altare, raffigurante una Immacolata Concezione con Santi, è di Carlo Maratta.
La cappella Basso Della Rovere è dedicata a sant'Agostino; edificata intorno al 1484 dal cardinale Girolamo Basso della Rovere, è decorata con un ciclo di affreschi di Pinturicchio e di artisti della sua bottega.
La chiesa è conosciuta soprattutto per i due capolavori del Caravaggio, che lavorò a Santa Maria del Popolo tra il 1600 e il 1601, custoditi nella cappella Cerasi: la "Conversione di Saulo" e "la Crocifissione di San Pietro". Dietro l'altare della cappella è posta l'Assunzione della Vergine di Annibale Carracci; la cappella è completata da un affresco del Pinturicchio e da sculture di Andrea Bregno.
La cappella Mellini si caratterizza soprattutto per la presenza di monumenti funebri; la pala d'altare con Vergine e san Nicola da Tolentino è di Agostino Masucci.
La Cappella Chigi, costruita su progetto di Raffaello, è a pianta centrale, ricchissima di pitture e sculture di cui Raffaello stesso fornì anche i cartoni per i mosaici della cupola. Tra le finestre vi sono le scene della Creazione e del Peccato originale, dipinti da Francesco Salviati, che decorò anche i tondi nei pennacchi, con le Stagioni. Sull’altare vi è la Nascita della Vergine, di Sebastiano del Piombo e Giona che esce dalla balena e Il profeta Elia del Lorenzetto. Nelle nicchie due sculture di Gian Lorenzo Bernini (Abacuc e l'Angelo e Daniele e il leone).
In Santa Maria del Popolo, pertinenze incluse, si trova poi la più estesa presenza di grandi monumenti sepolcrali marmorei realizzati tra la fine del XV secolo e la prima metà del XVI secolo. Tra i monumenti funebri sono da rilevare il sepolcro del cardinale Ascanio Sforza e il sepolcro di Girolamo Basso della Rovere, ambedue di Andrea Sansovino. Molto stravagante il monumento funebre di Giovanni Battista Gisleni, che raffigura uno scheletro di marmo giallo avvolto in un sudario bianco che si aggrappa alle sbarre del sepolcro.
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GALLERY

i capolavori
Santa Maria del Popolo è uno degli edifici più significativi del Rinascimento romano, ma la potenza artistica della chiesa non si ferma al Quattrocento e al Cinquecento: continua nel corso dei secoli e nel Seicento, con l’età barocca, tocca un altro punto altissimo per la storia dell’arte. Secoli di arte che fanno di questa chiesa una sorta di museo totalmente gratuito, da contemplare dal vivo almeno una volta nella vita. Anche se molti visitatori entrano nella chiesa per ammirare soprattutto i due capolavori di Caravaggio, la Crocifissione di S. Pietro e la Conversione di S. Paolo, al suo interno sono custodite opere di Raffaello, Annibale Carracci, Gian Lorenzo Bernini, Sebastiano del Piombo, Andrea Bregno, Baccio Pontelli, Pinturicchio, Bramante, Francesco Salviati, Alessandro Algardi, Andrea Sansovino, Domenico Fontana, Carlo Maratta, Giuseppe Valadier. In sostanza può essere considerata uno dei luoghi cardine per la conoscenza dei capolavori degli anni del il Rinascimento e del  Barocco a Roma.
Altare Maggiore-Madonna del Popolo
Questa immagine che orna l’altare maggiore, secondo una tradizione molto radicata era attribuita a San Luca, in virtù della leggenda che identificava nell'Evangelista il ritrattista della Vergine Maria. In realtà si tratta probabilmente di un'opera opera bizantina del XIII secolo, qui trasferita dal Sancta Sanctorum del Laterano per volontà di papa Gregorio IX nel 1231, dopo una grave epidemia di peste, contemporaneamente al restauro e ampliamento della chiesa originale. Questa immagine della Madonna, ritenuta anche miracolosa, ha sempre costituito un fattore di forte attrazione per i fedeli romani.
Volta del Coro-Pinturicchio
Ciclo di affreschi realizzati dal Pinturicchio tra il 1508 e il 1510. In una perfetta scansione geometrica fatta di ottagoni, ovali, edicole, grottesche, la raffigurazione centrale con la Vergine incoronata da Cristo è circondata da figure che celebrano la storia della Chiesa, dalle profezie (Sibille), alle testimonianze di chi visse vicino a Gesù (Evangelisti), fino ai Padri della Chiesa (Dottori).
Cappella Della Rovere-Natività con S. Girolamo-Pinturicchio
La decorazione della cappella fu commissionata dal cardinale Domenico della Rovere al Pinturicchio nel 1477, nel corso del radicale rifacimento della chiesa. Tra il 1477 e il 1478 il pittore eseguì la decorazione della volta e degli affreschi nelle lunette con le scene della vita di San Girolamo; nel 1479 realizzò questa Natività. Davanti alla capanna della Natività si trovano la Sacra famiglia, san Girolamo e i pastori in adorazione del Bambino, adagiato in basso al centro su una fascina di grano. A destra si vedono il bue e l'asinello chiusi da un recinto di rametti intrecciati, mentre Giuseppe è rappresentato in un atteggiamento che richiama il suo ruolo di sorvegliante di Maria e del Bambino.
Cappella Cybo-Immacolata Concezione-Carlo Maratta
Olio su tela, realizzato nel 1689, che occupa interamente la parete di fondo della Cappella Cybo. Rappresenta una discussione teologica tra S. Giovanni Evangelista, S. Gregorio, S. Giovanni Crisostomo e S. Agostino relativa al dogma della Immacolata Concezione della Vergine Maria. E' una delle opere più note e rappresentative del Maratta che nella tipologia dei personaggi e nell'impianto compositivo riprende lo stile di Raffaello, nonostante l'ampiezza barocca dei panneggi e l'utilizzo del chiaroscuro proprio del periodo seicentesco.
Cappella Basso Della Rovere-Pinturicchio- Madonna in trono col Bambino e Santi
All’interno della cappella, sull’altare centrale, è conservato l’affresco raffigurante la “Madonna in trono col Bambino tra i santi Agostino, Francesco, Antonio da Padova e un santo monaco” realizzato dal Pinturicchio e dalla sua bottega, mentre nella lunetta si trova l’affresco Dio Padre benedicente (1489 – 1491).
Cappella Cerasi-Conversione di Saulo-Caravaggio
Opera in olio su tela (230 x 175 cm), realizzata nel 1601.  La scena ritrae il momento culminante della conversione di Paolo: quello in cui a Saulo, sulla via di Damasco, appare Gesù Cristo in una luce accecante che gli ordina di desistere dal perseguitarlo e di diventare suo “ministro e testimone”. Sono presenti nella scena un vecchio e un cavallo, il quale, grazie all'intervento divino, alza lo zoccolo per non calpestare Paolo. La luce proveniente dall’angolo in alto a destra scivola sul corpo del cavallo e abbaglia la figura del santo, caduto a terra. E' il momento preciso in cui Dio si manifesta: Dio non è presente, ma si dà nella luce, simbolo della Grazia Divina che redime chi accoglie la salvezza. Il vecchio non vede e non si accorge di nulla come l'umanità che non vuole riporre la propria speranza e la propria fede in Dio. Il realismo del Caravaggio, che scaturisce dal profondo contrasto tra chiaro e scuro, tra luce e ombra, si mescola al simbolismo religioso che la luce (il Bene) assume nella lotta contro il male e l'oscurità.
Cappella Cerasi-Assunzione della Vergine-Annibale Caracci
Opera in olio su tela (245 x 155 cm), realizzata tra il 1600 ed il 1601. La tela ha una composizione che supera l’iconografia classica di questo soggetto, sviluppata sui tre livelli, quello superiore, divino, quello inferiore, terreno, e quello intermedio dove si collocava il transito della Madonna dalla Terra al Cielo. In questo caso, invece, Carracci crea una composizione con i tre livelli che si intrecciano tra loro: ne vien fuori una composizione apparentemente piramidale, ma con un motivo a V creato dalle due ali di persone che si dispongono ai lati della Madonna. La Vergine, a sua volta, con le braccia aperte assume una forma triangolare che si va ad incuneare nella V formata dalle persone..
Cappella Cerasi-Martirio di S. Pietro-Caravaggio
Opera in olio su tela (230 x 175 cm), realizzata tra il 1600 ed il 1601. Fondamentale in questa tela, come in altre opere di Caravaggio, è il ruolo dell'illuminazione: la luce investe la croce e il santo, entrambi simbolo della fondazione e della costruzione della Chiesa, attraverso il martirio del suo fondatore. Pietro, che si fa crocifiggere a testa in giù per umiltà nei confronti di Cristo, illuminato dalla Grazia soffre ma sa che dal suo martirio verrà la salvezza; tutt'intorno è buio e i tre carnefici qui raffigurati non come aguzzini che agiscono in maniera brutalmente gratuita, ma come uomini semplici, costretti ad un lavoro faticoso, rappresentano l'umanità accecata dal peccato che vive nella tenebra ed è privata della luce illuminante e ridotta a meccanismo senz'anima che funziona di sola logica ottusa, senza vera comprensione.
Cappella Mellini-S. Agostino presenta S. Nicola da Tolentino alla Vergine-Agostino Masucci
La pala dell'altare maggiore raffigura La Vergine con S. Agostino e S. Nicola da Tolentino. Si tratta di un'opera tarda di Agostino Masucci, seguace di Carlo Maratta, del 1750 circa. Il giovane S. Nicola da Tolentino è inginocchiato davanti ad un altare con le mani giunte in preghiera e viene presentato alla Vergine da S. Agostino. La Vergine è discesa dal cielo su un trono di nuvole posto sopra l'altare, ed è accompagnata da un seguito di putti, uno dei quali tiene in mano un ramo di gigli, attributo tradizionale di S. Nicola. La santa più anziana dietro la Vergine viene identificata con S. Monica, la madre di Agostino.
Cappella Chigi-Volta-Raffaello
Agostino Chigi commissionò a Raffaello una nuova cappella per la sua famiglia, dopo che l'artista aveva già lavorato per lui nella Villa Farnesina. L’artista disegnò l'architettura a pianta centrale e curò i cartoni per i mosaici della cupola. L'opera venne avviata nel 1513-1514 dal Lorenzetto e completata da Bernini nel 1652-1656, per l'allora cardinale Fabio Chigi, poi papa Alessandro VII. È costituita da uno spazio cubico, chiuso da una cupola decorata a cassettoni dorati, e mosaici con Dio Padre circondato dalle allegorie del Sole e gli altri pianeti. Sulle pareti della si trovano le tombe dei Chigi alternate a nicchie con sculture.
Cappella Chigi-Natività della Vergine-Sebastiano Del Piombo
Opera in olio su lastra di pietra, è una gigantesca pala (252 x 198 cm.) su ardesia dedicata alla Natività della Vergine. Stando alla testimonianza di Vasari, Sebastiano del Piombo, che iniziò l’opera nel 1532, non riuscì a portarla a compimento, tanto che gli eredi Chigi dovettero rivolgersi a Francesco Salviati per finire ciò che "la tardità e l'irresoluzione di Sebastiano" avevano lasciato incompiuto. Tuttavia, l'opera ha mantenuto tutta la coerenza stilistica e rivela lo spirito con il quale il Del Piombo veniva accostandosi al tema sacro negli anni della sua maturità.  
Cappella Chigi-Abacuc e l'Angelo-Daniele e il leone- Gian Lorenzo Bernini
Opere in marmo realizzate tra il 1658 e il 1661 dal Bernini nell’ambito dei lavori per la Cappella Chigi che l’artista completò oltre un secolo dopo Raffaello. I due gruppi scultorei furono realizzati quando il committente era già diventato il pontefice Alessandro VII. Le due opere completano un’unica narrazione: l’angelo conduce il profeta Abacuc a sfamare con una ciotola di zuppa e pane Daniele, gettato da giorni nella fossa dei leoni.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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