Il Rinascimento
Il Rinascimento
Nel periodo rinascimentale, che si può comprendere dagli anni Cinquanta del Quattrocento, fino alla prima metà del Cinquecento, Roma divenne un importante centro di produzione artistica, nonché crocevia di maestri che segnarono per sempre il ruolo della cultura italiana nel mondo. Roma tornò al suo antico ruolo di guida universale, riconquistando, nel segno della rinascita culturale, i suoi più celebri primati in ambito artistico ed architettonico. È in questi anni che, coadiuvati dalle iniziative private di ricchi romani e potenti famiglie facoltose, i pontefici cominciarono a promuovere i più grandi progetti urbanistici della città.
Proprio le chiese erette nel Quattrocento testimoniano un progressivo introdursi del nuovo stile rinascimentale a Roma, dapprima fragile e d’importazione, poi via via più solido e autonomo; le chiese sono inserite nell’ambito urbano ma quasi appartate e non eccessivamente appariscenti, con facciate di travertino, quasi per nulla mosse, senza nicchie, sculture e “apparati scenografici” che caratterizzeranno invece i secoli successivi. Al contrario, il Cinquecento è stato un secolo che, al pari del successivo, ha largamente lasciato un’impronta nello spazio urbano di Roma, soprattutto nel suo edificio simbolo, la bramantesca, michelangiolesca e poi nel Seicento berniniana basilica di San Pietro, come pure nelle tante chiese del secolo progettate dai più grandi nomi dell’arte italiana. Secolo che, peraltro, si divide in due metà e che possiede due volti: da un lato, il primo Cinquecento con pontefici ed arti- sti che tentarono di realizzare il sogno di far rivivere la Roma antica in quella loro contemporanea; dall’altro, il secondo Cinquecento che vide un processo di riorganizzazione e consolidamento della Chiesa in tutte le sue istituzioni. La metà del secolo vide infatti incombere sulla Città Eterna le ombre della riforma luterana, ai quali la Chiesa volle rispondere con il Concilio di Trento, con la Controriforma, con la nascita dei nuovi ordini religiosi che stabilirono i loro quartier generali
in Roma. Nacquero quindi complessi giganteschi, edifici maestosi, ma anche spogli e austeri, senza alcuna eccessiva concessione al lusso, con le loro piante a croce latina che volevano ripristinare le forme delle basiliche paleocristiane, la navata unica che focalizzava gli sguardi fin dall’ingresso verso l’altare maggiore, rigorosamente collocato al centro della crociera, sotto la cupola alludente al cielo.
Negli ultimi decenni del Cinquecento si fece poi spazio lo stile denominato “tardo rinascimento” o “manierismo”, termine coniato dagli storici per identificare un progressivo allontanamento dalle regole dei codici rinascimentali per esprimere in maniera più evidente la sensibilità individuale dell’artista. Questo passaggio sarà anche un passaggio fondamentale verso il Seicento, secolo dell’arte barocca. Questa corrente artistica si può definire antitetica alla cultura rinascimentale, perché esaltava i sentimenti in luogo della ragione, esattamente l’opposto di quanto avveniva in età rinascimentale, dove la capacità di affidarsi alla regola, era l’obiettivo primario.
San Tommaso in Parione
Santa Caterina della Rota
Santa Maria dell'Orazione e Morte
Sant'Eligio degli Orefici
Ss. Giovanni e Petronio
Ss. Sudario dei Piemontesi e Savoiardi
San Teodoro al Palatino
Santa Caterina dei Funari
San Giovanni Calibita
Sant'Omobono
Sant'Eligio dei Ferrari
Sant'Egidio a Trastevere
Santa Barbara al Celio
Santa Silvia al Celio
Sant'Andrea del Vignola
San Paolo alle Tre Fontane
Santa Maria Scala Coeli
Sant'Aurea a Ostia Antica