il Medioevo
San Vitale e Compagni Martiri in Fovea
E’ una delle chiese più antiche di Roma: fu infatti fondata su un oratorio del IV secolo al quale, secondo la tradizione, la matrona Vestina lasciò tutti i suoi averi. All’inizio del secolo successivo, papa Innocenzo I fece poi realizzare una basilica a tre navate dedicata a S. Vitale, alla moglie Valeria e ai figli Gervasio e Protasio.
Specifiche | Basilica minore-parrocchia diocesana-chiesa nazionale estera (Romania di rito latino) |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Clero diocesano |
Accesso | 7.45-19.00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto-San Vitale; Roma Sacra-Itinerario 30-Elio De Rosa editore-2005; www.santivitale.com; F. Gizzi - Le Chiese medievali di Roma–Newton-1998 |
Indirizzo | Via Nazionale, 194 – Rione Monti |
Realizzazione | Nucleo originario del V secolo, fu riedificata da Sisto IV nel 1475 e successivamente restaurata nel 1595 |
Stile architettonico | Paleocristiano e Manierista |
Architetto | Ignoto |
da non perdere | Battenti lignei seicenteschi del portale in facciata. Cicli pittorici del XVI e XVII secolo |
Storia
La basilica trae la sua origine da un oratorio, risalente al IV secolo e dedicato ai santi Gervasio e Protasio, due giovani soldati martiri, figli di S. Vitale, soldato consolare e marito di S. Valeria. Durante il martirio, il padre sarebbe stato sepolto vivo nella fovea, ovvero il pozzo: per questo il luogo venne chiamato San Vitale in Fovea.
La chiesa viene ricordata anche come Titulus Vestinae, dal nome della matrona romana che sostenne le spese per la sua costruzione. Consacrata da Innocenzo I nel 402 per evangelizzare il popolo romano della Suburra, fu in gran parte restaurata da e in epoca medievale. L'edificio originario era a tre navate distinte da due file di colonne, con un nartece antistante; incisioni del XVI-XVII secolo documentano anche l'esistenza di un campanile romanico, oggi scomparso. Nel 1475, sotto papa Sisto IV, la chiesa fu ridotta ad una sola navata: in quell'occasione vennero abbattute le navate laterali e gli intercolunmi furono tamponati con laterizi, andando così a costituire i nuovi muri perimetrali. Nel 1595 Clemente VIII concesse la basilica alla Compagnia di Gesù, che ne intraprese il restauro complessivo, sistemando l'apparato decorativo e trasformando l'antico portico in vestibolo.
Nel 1859 la basilica fu nuovamente restaurata e venne costruita la scalinata d'accesso che è in discesa a causa dell'innalzamento del piano stradale in seguito alla costruzione di via Nazionale. Infatti, durante la sistemazione urbanistica dell'area successiva al 1870, l'antica chiesa è rimasta situata alcuni metri sotto il livello stradale. Lavori di ristrutturazione effettuati nel 1937-1938 hanno ripristinato le forme originarie della facciata, riconvertendo il vestibolo cinquecentesco in portico poggiante su cinque colonne.
Esterno
La facciata a capanna è preceduta da un portico, di epoca paleocristiana, a cinque arcate su colonne con capitelli del V secolo, a cui in passato ne corrispondevano altre cinque nella facciata, oggi murate. Il portale d’ingresso presenta un’iscrizione e lo stemma di Sisto IV, e il portale a battenti lignei scolpiti agli inizi del XVII secolo da Giacomo Taurino in cui sono rappresentati S. Ignazio di Loyola, Santi Gervasio e Protasio, S. Francesco Saverio, il Monogramma mariano.
Interno
L’interno è a una sola navata con abside è stato restaurato nel 1859, mentre sono di epoca recente (1934) il pavimento ed il soffitto ligneo irrealizzato su progetto di Ezio Garroni. Ai lati vi sono quattro altari, due per lato, provenienti dalla chiesa del V secolo.
Lungo la navata si conservano alle pareti, due cicli di dipinti murali ad affresco eseguiti nel 1599 da Tarquinio Ligustri raffiguranti nel registro superiore e in controfacciata i Profeti; nel registro inferiore, Storie di martiri. In ambedue i cicli le scene sono inserite in paesaggi e ambiti floreali.
Sugli altari posti sulla destra sono rappresentati, sul primo, il Trionfo delle sante Vergini; al secondo altare la Vergine Maria Immacolata.
Il presbiterio e l'abside sono decorati da dipinti murali raffiguranti nell'abside, La caduta di Gesù sotto la croce e le Scene del martirio dei santi Gervasio e Protasio, affreschi di Andrea Commodi (1600 ca.). Alle pareti del presbiterio vi sono la Lapidazione e il martirio di S. Vitale, affreschi di Agostino Ciampelli (1595). Le pale dell’altare sono opera di Giovanni Battista Fiammeri (fine XVI secolo). Gli altari sul lato sinistro sono dedicati al Santissimo Crocifisso e ai santi Confessori.
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