San Stanislao dei Polacchi - Le Chiese di Roma

panoramica
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Sette e Ottocento
San Stanislao dei Polacchi
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E’ una piccola chiesa ma è stata nei secoli un importante punto di riferimento religioso e culturale della comunità polacca a Roma.
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Specifiche
Rettoria-chiesa nazionale (Polonia)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Portico in Campitelli
Proprietà
Pastorale dei Polacchi in Roma
Affidamento
Clero di altra diocesi
Accesso
Da LUN a SAB 6:30-7:30 e  17:00- 19:00; DOM 7:00-13:00 e  17:00-20:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004;
Roma Sacra- Itinerario 14-Elio De Rosa editore–1998
duszpasterstwopolakowwrzymie.com
Indirizzo
Via delle Botteghe Oscure, 15 – Rione Sant'Angelo
Realizzazione
Eretta nel 1578, fu interamente ricostruita tra il 1729 ed il 1735
Stile architettonico
Rococo
Architetto
Francesco Ferrari (nd-1744)
da non perdere
Volta con “Gloria di S. Stanislao”; icona della Madonna Nera
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Storia
La chiesa risale all'antica San Salvatore in Pensilis de Sorraca, chiesa medievale ricordata in alcuni documenti del XII secolo. L’originario edificio nei secoli successivi andò i rapida decadenza sino a quando, nel 1580, Papa Gregorio XIII concesse la chiesa al cardinale polacco Stanislao Osio, che fece rifare completamente la chiesa, che divenne chiesa nazionale dei polacchi a Roma, e la dedicò al patrono della Polonia, san Stanislao Szczepanowski. Il nuovo luogo di culto venne consacrato nel 1591 e fu dotato di un ospizio e di un ospedale per i connazionali in pellegrinaggio a Roma. Tra il 1729 ed il 1735 l'intero complesso fu interamente ricostruito da Francesco Ferrari.
Nel 1815, dopo il congresso di Vienna, la Polonia entrò a far parte dell'impero russo; pertanto, la chiesa divenne possesso del governo russo, passando da essere cattolica a ortodossa, come pure l’ospizio che fu trasformato in un centro per i pellegrini provenienti dalla Russia. Soltanto dopo la Prima Guerra Mondiale, quando la Polonia tornò ad essere uno stato indipendente, i polacchi riacquisirono i loro diritti sulla chiesa e sull’istituto: la chiesa era in uno stato di degrado; pertanto, venne ristrutturata tra le due guerre mondiali.
Nel 1982 la chiesa di San Stanislao ha ottenuto lo status di parrocchia nazionale dei polacchi a Roma.
Esterno
La facciata, opera di Francesco Ferrari (1735), presenta due ordini separati da una fascia con l'iscrizione dedicatoria. Il complesso dell'ospizio occupa edifici su entrambi i lati della chiesa, e sulle facciate si può vedere scolpita l'aquila coronata della Polonia reale.
Interno
Oggi la chiesa deve il suo aspetto attuale a lavori del Settecento che interessarono anche gli edifici adiacenti; i lavori furono diretti da Ignazio Brocchi, architetto del re di Polonia Stanislao Augusto Poniatowski. L'interno, a navata unica, è ricco di stucchi e decori e presenta opere di artisti polacchi del Settecento. La volta è decorata con un affresco del 1774 di Ermenegildo Costantini raffigurante la gloria di S. Stanislao.
Il primo altare a destra è dedicato a S. Casimiro di Cracovia e conserva un dipinto raffigurante il Miracolo di S. Casimiro (1765-1767) di Franciszek Smuglewicz. L’altare successivo è dedicato a S. Stanislao che resuscita Piotrowin dai morti (1754-1756), opera di Tadeusz Kuntze. Sull’altare è presente anche una piccola icona, copia della Madonna Nera di Czestochowa. Il presbiterio presenta un'abside segmentata, alla quale si accede attraverso un arco trionfale; la volta a botte è impreziosita da stucchi dorati e presenta al centro un tondo ovale raffigurante Dio Padre, anch’esso opera di Ermenegildo Costantini. L'edicola dell'altare maggiore ha due alte colonne corinzie che sostengono una trabeazione con al di sopra un frontone con un angelo e un putto che sostengono una croce nello spazio vuoto.
La pala d’altare raffigura Cristo con i santi Stanislao, Adalberto e Giacinto (fine del XVI secolo), ed è opera di Antiveduto Grammatica. La finestra sopra l'altare ha
vetrate più moderne, che mostrano anche la Madonna col Bambino.
Passando al lato sinistro si incontra l’altare dedicato a S. Edwige di Andechs; la pala d'altare raffigurante la santa in adorazione del crocifisso è opera di Szymon Czechowicz (1725). Quindi si ha l’altare dedicato a S. Giovanni di Kenty con la pala d'altare che lo raffigura mentre dona i suoi beni ai poveri (1767), opera di Salvatore Monosilio, della scuola di Sebastiano Conca. L Sopra l'altare c'è un dipinto che raffigura il santo gesuita Stanislao Kostka che riceve la comunione da un angelo e si ritiene sia anch’essa opera di Czechowicz.
Nella controfacciata sono collocati la cantoria e un organo a canne.
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GALLERY

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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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