Il Rinascimento
Santa Maria in Via
La chiesa è amatissima dai romani per la presenza, nella omonima cappella, della venerata immagine della Madonna del Pozzo. Santa Maria in Via è inoltre nota per il presepe allestito ogni anno dalla sezione romana "Amici del presepio" e per l'artistico Presepe napoletano stabilmente istallato nella sala adiacente all'ultima cappella della navata sinistra.
Specifiche | Rettoria-chiesa nazionale estera (Equador)-luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Ss. XII Apostoli |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Ordine dei frati Servi di Maria (OSM) |
Accesso | LUN 7.15-13.00 e 16.00-19.45; da MAR a SAB 7.15-19.45; DOM 8.30-21.30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Santa Maria in Via- BN Marconi-1999; madonnadelpozzo.it/index.html F. Gizzi- Le Chiese rinascimentali di Roma-Newton Compton-1994; Roma Sacra – Itinerario 4- S. Maria in Via- Elio De Rosa editore-1995; Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto-Santa Maria in Via |
Indirizzo | Via di Santa Maria in Via – Rione Trevi |
Realizzazione | Fatta erigere nel XIII secolo, fu riedificata una prima volta nel 1491 e successivamente nel 1594. La facciata è stata completata nel 1670 |
Stile architettonico | Manierista |
Architetto | Giacomo Della Porta (1540-1602)-Francesco Capriani da Volterra (1535-1594)-Carlo Rainaldi (1611-1691) |
da non perdere | Madonna del Pozzo, frammento di dipinto su tegola. Tele “Adorazione dei Magi” e “Natività” del Cavalier D’Arpino |
Storia
La denominazione "in Via" è di incerta origine: alcuni studiosi ritengono possa derivare dalla sua prossimità con la Via Lata (l'odierna Via del Corso), oppure rappresentare un'abbreviazione di vinea (vigna), per la vicinanza di una vigna o sottintendere il richiamo alla Via nova per distinguere questa chiesa di S. Maria in Via dalla vicina S. Maria in Trivio.
La chiesa, di antica fondazione, viene menzionata per la prima volta in una bolla del 955 di papa Agapito II, ma deve la sua fama a un evento miracoloso. Infatti, nel sito ove oggi sorge l'edificio sacro in passato vi erano le stalle del palazzo del cardinale Pietro Capocci. Secondo la tradizione, nella notte tra il 26 e il 27 settembre 1256, un servo del prelato, per sbaglio o forse volontariamente, fece cadere nel pozzo situato nelle stalle un'immagine della Madonna, dipinta su una lastra di ardesia; prima ancora che la lastra avesse toccato il fondo del pozzo, le acque, rigurgitando improvvisamente e in maniera abbondante, l'avevano riportata in superficie. Il Capocci, avvisato dell'avvenimento, accorse immediatamente in quel luogo e raccolto il dipinto, la fuoriuscita dell'acqua terminò all’istante. Il cardinale, dopo aver informato dell'evento papa Alessandro IV, decise di erigere una cappella intorno al pozzo miracoloso, da consacrare a Maria Vergine.
Nel 1491 Innocenzo VIII ordinò che la cappella, ormai in rovina, venisse demolita e fosse costruito una nuova chiesa. Nel 1592, sotto la direzione di Giacomo Della Porta e, subito dopo, di Francesco da Volterra, ebbe inizio la ricostruzione della facciata che, in antecedenza, era più semplice e spoglia. Fu in occasione di questi lavori che la cappella e il pozzo vennero inglobati all'interno della chiesa, come dimostra la maggiore profondità di questa rispetto alle altre. I lavori subirono diverse interruzioni per essere ripresi nel 1609 sotto la direzione di Carlo Lambardi. Tuttavia la facciata, come ora si presenta, fu ripensata e ultimata nel 1681 da Carlo Rainaldi.
L'interno della chiesa fu restaurato a metà del XIX secolo da Virginio Vespignani, al quale si deve gran parte dell'apparato decorativo in marmi policromi.
Nel 1897, a causa dei lavori di apertura della nuova Via del Tritone, l'edificio sacro fu sottoposto a ulteriori restauri e rimaneggiamenti sul lato settentrionale.
Esterno
La facciata, in travertino, è articolata in due ordini: il superiore presenta due vasi fiammeggianti e due volute disposte ai lati del prospetto, al centro del quale si apre un finestrone con balaustra, affiancato da due colonne corinzie e sormontato da un timpano centinato con conchiglia; un timpano composito, formato dall'inserimento di un timpano curvilineo in uno triangolare, conclude la sommità della facciata. L'inferiore è aperto da un portale con timpano triangolare e fiancheggiato da due colonne corinzie e da due finestre laterali con timpano centinato. Due iscrizioni segnalano la dedicazione della chiesa e l’anno di costruzione.
Interno
L'interno presenta una pianta a navata unica terminante con abside semicircolare e quattro cappelle per lato. La navata è coperta da una volta a botte decorata al centro con un dipinto murale raffigurante la Prima messa di S. Filippo Benizi, affresco di Giovanni Domenico Piestrini (XVIII secolo).
Lungo il lato destro si aprono quattro cappelle: nella prima, dedicata alla Madonna del Pozzo, sono custoditi all'altare la lastra di ardesia dove è dipinta Maria Vergine detta Madonna del Pozzo (XIII secolo). Il Pozzo del miracolo, ancora funzionante, dal quale i fedeli ancora oggi attingono l'acqua. Sulla parete sinistra vi è il dipinto che ricorda il recupero da parte del cardinale Capocci dell’immagine di Maria Vergine emersa dalle acque del pozzo.
Nella cappella successiva, dedicata a S. Filippo Benizi, si conservano all’altare, una pala con Estasi di S. Filippo Benizi, dipinto di di Antonio Circignani detto il Pomarancio (XVII secolo) e sulle pareti dipinti relativi a miracoli operati a S. Filippo Benizi, opere di Tommaso Luini detto il Caravaggino; sulla volta, un affresco con Angeli musicanti, anch’esso opera del Pomarancio.
Segue la cappella Aldobrandini, dedicata all'Annunciazione, in cui sono posti tre dipinti con Storie dell'infanzia di Gesù, eseguiti alla fine del XVI secolo dal Cavalier d'Arpino, mentre nella volta l’affresco con Dio Padre e Storie della vita di Gesù Cristo e della Madonna è opera di Jacopo Zucchi (anch’esso fine XVI secolo).
L’ultima cappella del lato destro è dedicata alla Ss.Trinità e presenta all'altare un affresco di Cristoforo Casolani, Trinità con S. Giovanni Battista, S. Francesco d'Assisi, S. Giovanni Evangelista e S. Maria Maddalena (inizi del Seicento); al centro dell'opera è inserita una scultura in legno intagliato raffigurante Gesù Cristo
crocifisso (XVI secolo).
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini e delimitato da una balaustra, entro una mostra d'altare, è posta una Statua della Madonna Addolorata, in legno intagliato policromo, di Ferdinando Raggi (seconda metà del XVIII secolo).
Subito dopo il presbiterio, sul lato sinistro si trova la cappella Marucelli, dedicata a S. Pellegrino che presenta all'altare una pala con S. Pellegrino Laziosi risanato dall'apparizione di Gesù Cristo crocifisso (metà del XVIII secolo), opera di Giuseppe Montesanti.
La cappella che segue, dedicata ai Sette Santi fondatori, custodisce all'altare una pala con Madonna e Sette Santi fondatori (primo quarto del XIX secolo), opera di Giovanni Bigatti.
Quindi si ha la cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù in cui è collocata all'altare una pala con Sacro Cuore di Gesù (XX secolo), opera di Tarsicio Bendini. Infine segue la cappella Del Bufalo-Cancellieri, dedicata a S. Andrea apostolo, in cui si conserva all'altare una pala con S. Andrea apostolo (inizio del XVII secolo), opera di Giuseppe Franco detto delle Lodole. In questa cappella è presente anche il Monumento funebre del cardinale Innocenzo Del Bufalo-Cancellieri (post 1610), in marmi policromi.
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