il Medioevo
San Bartolomeo all'Isola
Millenaria chiesa posizionata al centro dell'isola Tiberina, luogo chiave per l’attraversamento del fiume, a metà tra Trastevere, rione della prima predicazione cristiana e l’antico quartiere ebraico, raccoglie memorie legate a mondi diversi e lontani, uniti insieme in una unica e originale sintesi di fede, arte e storia.
Specifiche | Basilica minore-Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Maria in Portico in Campitelli |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Ordine dei Frati Minori (OFM) |
Accesso | Da LUN a SAB 09:30-13:30 e 15:30-17:30; DOM 9:30-13:00 e 15:30-17:30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Fondo Edifici per il Culto-San Bartolomeo all’Isola; F. Gizzi - Le Chiese medievali di Roma-Newton-1998; sanbartolomeo.org isolatiberina.it |
Indirizzo | Piazza di San Bartolomeo all'Isola, 22 – Rione Ripa |
Realizzazione | Realizzata nel 998, restaurata nel 1113 nel 1180 e nel 1583- 1585, rinnovata nel 1623-1624, ulteriormente restaurata nel 1739, 1852 e nel 1973-1976 |
Stile architettonico | Romanico e barocco |
Architetto | Orazio Torriani (1578-1657) |
da non perdere | Pavimento cosmatesco; reliquie di S. Bartolomeo; Cripta |
Storia
La basilica fu costruita verso la fine del X secolo sulle fondamenta del tempio romano di Esculapio, il dio della medicina, edificato nel III secolo a.C., dove numerosi fedeli e pellegrini si recavano per implorare la propria guarigione, e che costituiva un vero e proprio ospedale: sono state, infatti, ritrovate in questo sito varie iscrizioni che testimoniano di guarigioni miracolose, ex voto e dediche alla divinità.
Alla fine del X secolo, Ottone III di Sassonia fece edificare sull'isola una chiesa intitolata a S. Adalberto ed in essa; furono accolti i resti di alcuni santi e martiri tra cui S. Paolino da Nola e S. Bartolomeo; la dedicazione a S. Bartolomeo risale al periodo a cavallo tra l’XI e il XII secolo, come si deduce dall’iscrizione visibile sul portale d’ingresso.
L'edificio fu ristrutturato nel 1113 da papa Pasquale II; a quell'epoca risale probabilmente anche il campanile romanico che lo affianca. Successivamente, nel 1180, fu sistemato da Alessandro III al quale si deve la configurazione tuttora visibile nelle sue linee essenziali.
Nel 1557 una disastrosa inondazione danneggiò irreparabilmente la facciata con i suoi mosaici, la navata destra e l'area del presbiterio, distruggendo anche la decorazione pittorica e musiva dell'interno; la chiesa fu quindi temporaneamente abbandonata e le reliquie dei santi trasferite nella basilica di San Pietro in Vaticano.
L'edifico venne ristrutturato nel 1583-1585 probabilmente da Martino Longhi il Vecchio e Orazio Torriani che restaurò la facciata, la navata destra e il presbiterio, e costruì un nuovo ciborio; in tale occasione si ebbe il ritorno delle reliquie di S. Bartolomeo dalla basilica di San Pietro.
Nel corso del Seicento e del Settecento fu realizzato l'apparato decorativo delle cappelle laterali e furono realizzate la nuova facciata, il soffitto ligneo, il pavimento e l'apparato decorativo a stucco della navata centrale. Ulteriori restauri ebbero luogo anche nel corso del XIX secolo.
Dal 2000 la basilica è anche dedicata ai "Nuovi Martiri del Novecento". Infatti, a partire dal 1999, in preparazione del Giubileo del 2000, si riunì per due anni negli ambienti adiacenti la chiesa la commissione "Nuovi Martiri", che aveva il compito di indagare sui martiri cristiani del XX secolo. Nel 2002 è stata posta sull'altare maggiore un'icona dedicata ai Nuovi Martiri e dei testimoni della fede del XX secolo; altre memorie di santi e martiri sono custodite nelle cappelle laterali, ognuna dedicata ad una situazione storica o geografica particolare.
Esterno
La facciata è divisa in due ordini con la parte centrale rientrante: l'inferiore è costituito da tre arcate a tutto sesto, tra i quali è posta una cancellata in ferro, separate da due grandi nicchie tra colonne di granito del portico. L'ordine superiore, articolato da arcate e nicchie, paraste e finestre, era limitato in origine alla parte corrispondente alle tre finestre centrali e due grandi volute raccordavano il timpano all'ordine inferiore. Nel XVIII secolo, furono aggiunte le laterali sormontate dalle piccole volute. Nella cornice della trabeazione inferiore è posta l’iscrizione dedicatoria.
Nel portico sono raccolti, alcuni frammenti del XII secolo, probabilmente resti delle trabeazioni dei portali dell'edificio originario e un portale marmoreo che riporta incise iscrizioni che segnalano la presenza nella chiesa dei corpi di S. Paolino e S. Bartolomeo. A sinistra della facciata si erge il campanile quadrangolare, costruito nel 1113, aperto da bifore nell'ordine inferiore e trifore nei due superiori.
Interno
L'interno, a pianta basilicale, diviso in tre navate da due file di sette colonne di materiali e origini diverse, databili al I-II secolo e in parte provenienti dal portico dell'antico tempio di Esculapio; le basi e i fusti sono originali, mentre i capitelli in stucco risalgono al restauro settecentesco. L'edificio presenta tre cappelle per lato, l'abside e il transetto fortemente rialzati. L'attuale pavimento risale al 1739, quando venne sostituito quello realizzato nel XII secolo di tipo cosmatesco, del quale rimangono solo alcuni frammenti.
La navata centrale è coperta da un soffitto ligneo a cassettoni, messo in opera nel 1624 e restaurato nel 1865, che nei riquadri maggiori presenta tre affreschi eseguiti nel 1862-1865 da Bonaventura Loffredo raffiguranti S. Francesco d'Assisi che riceve le stimmate, S. Bartolomeo che rifiuta di adorare le divinità romane, l’Assunzione di Maria.
Lungo la navata destra le cappelle sono dedicate, la prima, a S. Francesca Romana, in cui sono ricordati i martiri dell'Asia, dell'Oceania e del Medio Oriente; segue la cappella dedicata a S. Carlo Borromeo, in cui sono ricordati ricordi i nuovi martiri dell'America; infine, si trova la cappella dedicata a S. Francesco d'Assisi, in cui sono ricordati i martiri del comunismo.
Dal transetto destro, preceduta da due leoni stilofori del XII secolo, si accede alla Cappella di Maria Vergine o del Santissimo Sacramento, detta anche Cappella Orsini; al suo interno sono presenti all'altare una Madonna con Gesù Bambino in trono e santi, affresco della fine del XIII secolo, e, alle pareti, un ciclo di affreschi
attribuiti a Martino Longhi il Giovane con Storie della vita di Maria Vergine (prima metà del XVII secolo).
Nel presbiterio, preceduto da una scalinata, è inserita una vera di pozzo del XIII secolo in marmo, attribuita a Nicola d'Angelo e Pietro Vassalletto: l'opera presenta una decorazione scultorea costituita da quattro figure, a bassorilievo, inserite in piccole edicole.
Al centro del presbiterio è collocato l’altare maggiore sotto il quale è collocata una vasca romana, in porfido rosso con protome leonina e maniglie in rilievo, che contiene le reliquie di S. Bartolomeo.
Dietro l'altare, si apre l'abside semicircolare decorata da dipinti murali raffiguranti, al centro, il Martirio di san Bartolomeo (1806), affresco di Francesco Manno e nel catino Gesù Cristo in gloria e santi (1862 - 1865), affresco di Bonaventura Loffredo. Dal 2002 sull’altare ha trovato collocazione l’icona del Nuovi Martiri e dei testimoni della fede del XX secolo, tavola dipinta da Renata Sciachì.
Dal transetto sinistro si entra nella cappella dedicata a S. Adalberto di Praga, dove è custodito all'altare un dipinto con l’Assunzione di Maria con S. Paolino di Nola, S. Adalberto di Praga, S. Esuperanzio e S. Marcello (1665). La cappella ha costituito fino al 1846 la sede della Confraternita dei Molinari sotto la protezione di S. Paolino ed è decorata con figure attinenti a tale attività.
Passando alla navata sinistra si aprono tre cappelle decorate agli inizi del XVII secolo da Antonio Carracci: la prima è dedicata al Santissimo Crocifisso, in cui sono ricordati i martiri del nazismo; segue quella dedicata alla Madonna della Pace, in cui sono ricordati i nuovi martiri dell'Europa e, quindi, la cappella dedicata a S. Antonio da Padova in cui sono ricordati i martiri dell'Africa e del Madagascar.
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