Sette e Ottocento
Santi Dorotea e Silvestro
Sorge sull'area dove era l'antica chiesa di San Silvestro a Porta Settimiana e il titolo completo è Santi Dorotea e Silvestro in Trastevere, anche se è più nota con il semplice riferimento alla santa, martire sotto l'imperatore Diocleziano, della quale custodisce le reliquie.
Specifiche | Parrocchia diocesana |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Ordine dei Frati Minori Conventuali (OFM Conv.) |
Accesso | da LUN a SAB 18:00; DOM 9:00-12:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Fondo Edifici di Culto-Santi Silvestro e Dorotea in Trastevere; Frati Minori Conventuali-Ss. Silvestro Papa e Dorotea Vergine; www.parrocchiasantadorotea.com |
Indirizzo | Via di Santa Dorotea, 23 – Rione Trastevere |
Realizzazione | Esistente dal XII secolo, restaurata nel XV e XVIII secolo |
Stile architettonico | Rococo |
Architetto | Giovanni Battista Nolli (1701-1756)-Giovanni Carlo Vipera (1706-1793) |
da non perdere | Affreschi della volta |
Storia
La chiesa è menzionata per la prima volta in una bolla del 1123 di papa Callisto II con il titolo a San Silvestro iuxta portam Septimianam e nel Liber Censuum del 1192. In occasione del Giubileo del 1475 fu radicalmente ristrutturata per volere di Sisto IV.
L’intitolazione a S. Dorotea avvenne in coincidenza dell'anno santo 1500, quando vi furono traslate le reliquie della santa, martirizzata a Cesarea di Cappadocia durante la persecuzione di Diocleziano.
Nel 1597 san Giuseppe Calasanzio organizzò, in alcuni ambienti annessi alla chiesa, la prima scuola gratuita europea.
Il complesso fu affidato, nel 1738, da Clemente XII all'Ordine dei Frati Minori Conventuali, che fecero edificare un convento e ristrutturare completamente la chiesa. I lavori, iniziati nel 1750 e conclusi nel 1756, furono commissionati a Giovanni Battista Nolli. Era una di quelle chiese alle cui porte, fino al 1870, venivano affissi gli elenchi dei non adempienti al precetto pasquale, secondo l'uso del tempo. Nel 1873 la chiesa fu espropriata e incamerata dal demanio del Regno d'Italia, successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto. E’ tuttora officiata dall’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Esterno
La chiesa presenta una facciata concava a un solo ordine segnato da quattro grandi paraste con capitelli ionici, sulle quali poggia un piccolo attico coronato da un timpano triangolare. Tra le paraste apre il portale d'ingresso con l'intitolazione della chiesa e, sul lato destro, la lapide che ricorda la presenza di S. Giuseppe Calasanzio. La parte esterna dell'abside semicircolare è sormontata da un camminamento coperto da un tetto di tegole, databile tra il XV ed il XVII secolo, ossia appartenente ad una fase anteriore alla ricostruzione settecentesca. Al centro del tetto si erge la lanterna cilindrica, su cui si aprono quattro finestre ad arco, mentre sul retro s'innalza il campanile, a pianta quadrangolare, con una cella campanaria aperta da una monofora per ciascun lato.
Interno
L'interno si presenta a navata unica con una profonda abside semicircolare e tre cappelle per lato. La parte centrale della navata è coperta da una volta a pianta ottagonale: quattro larghi costoloni la dividono in altrettante sezioni decorate da dipinti murali raffiguranti storie della vita di S. Dorotea e di santi francescani (1931), affreschi di Giacinto Bocchetti.
Lungo il lato destro si aprono tre cappelle: la prima, dedicata a S. Giuseppe Calasanzio, conserva all'altare una pala con Apparizione di S. Gaetano di Thiene a S. Giuseppe Calasanzio, opera di Gioacchino Martorana (1782). Nella cappella successiva, dedicata a S. Antonio da Padova, è presente all'altare la pala con l’Apparizione della Madonna a S. Antonio da Padova, opera di Lorenzo Gramicci (1756). Quindi segue la cappella dedicata all’Immacolata Concezione con, all'altare, una pala raffigurante l’Immacolata Concezione, opera di Giorgio Gaspare von Prenner (1763).
Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e delimitato da una balaustra, si conclude con l'abside semicircolare dove sono presenti, all'altare, una pala con Madonna con Gesù Bambino tra angeli venerata dai santi Dorotea e Silvestro (fine XVII secolo), dipinto di Michele Bucci; nell'opera è inserito un dipinto raffigurante la Madonna del Divino Amore (fine XV - inizio XVI secolo). Sotto la mensa dell'altare, entro urna marmorea del XIX secolo, sono conservate le reliquie di S. Dorotea.
Passando al lato sinistro, si incontra la cappella dedicata al Santissimo Crocifisso, dove è collocata all'altare una pala con Gesù Cristo crocifisso tra S. Rosalia, S. Margherita da Cortona, S. Bonaventura e S. Nicola, opera di Michele Meucci (seconda metà del XVII secolo). Segue la cappella dedicata a san Francesco d'Assisi con, all'altare, una pala della seconda metà del XVII secolo raffigurante l’Estasi di S. Francesco d'Assisi, opera di Liborio Mormorelli. Infine, nella cappella dedicata a S. Giuseppe da Copertino, è conservata all'altare la pala con S. Giuseppe da Copertino, dipinto di Vincenzo Meucci (1753).
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