Il Barocco
Sant'Andrea della Valle
Tra le chiese più monumentali e imponenti di Roma, può essere considerata come uno dei massimi esempi dello stile barocco a Roma. E’ l’espressione dello spirito controriformistico che intendeva esprimere la nuova realtà del cattolicesimo: quella della Chiesa militante, radunata nella grande e alta aula senza navate dispersive, e quella trionfante, rappresentata dalla maestosità delle dimensioni e dalla esuberanza delle decorazioni.
Specifiche | Basilica minore-Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Lorenzo in Damaso |
Proprietà | Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Congregazione dei Chierici Regolari (CR) |
Accesso | Da LUN a SAB 15.00-19.30; DOM 08.3-19.30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; santandrea.teatinos.org Ordine Teatino-brochure BN Marconi; Roma Sacra-Itinerario 10-Elio De Rosa Editore-1997; Fondo Edifici di Culto-Sant’Andrea della Valle; F. Gizzi-Le chiese barocche di Roma- Newton-1994 |
Indirizzo | piazza di Sant'Andrea della Valle, 1 - Rione Sant'Eustachio |
Realizzazione | Edificata tra il 1591 e il 1650; facciata eseguita tra il 1656 e il 1665 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Pier Paolo Olivieri (1551-1599)-Francesco Grimaldi (1545-1613)-Giacomo Della Porta (1532-1602)- Carlo Maderno (1556-1629)-Carlo Rainaldi (1611-1691) |
da non perdere | Tombe di Pio II e di Pio III, Affreschi su Sant’Andrea (Domenichino), affresco “Gloria del Paradiso” (Giovanni Lanfranco). |
Storia
La chiesa sorge nel sito chiamato, nel XVI secolo, piazza da Siena per la presenza in essa del palazzo Piccolomini, fatto costruire da papa Pio II. Nel 1582 Costanza Piccolomini, duchessa di Amalfi, lasciò in eredità il palazzo ai Chierici Regolari Teatini per la costruzione di una chiesa in onore di S. Andrea, patrono di Amalfi. I Teatini realizzarono la chiesa in forma di cappella all'interno del palazzo, ma nel 1586 l'allargamento della via Papalis, voluta da Sisto V, per collegare più agevolmente la Basilica di San Pietro con quella di San Giovanni in Laterano, comportò la demolizione del palazzo Piccolomini e dell’annessa cappella di Sant'Andrea.
I Teatini nel 1591 diedero inizio ai lavori per la costruzione, sulla via Papalis, di una nuova chiesa intitolata a Sant'Andrea, progettata da Pier Paolo Olivieri. I lavori, sospesi nel 1599, per la morte dell'architetto, furono poco dopo ripresi sotto la direzione di Francesco Grimaldi e Giacomo Della Porta.
Nel 1603 la costruzione della chiesa fu nuovamente interrotta e ripresa nel 1608 per volontà del cardinale Francesco Peretti di Montalto, nipote di papa Sisto V, che affidò la direzione dei lavori a Carlo Maderno, il quale si propose di farne un edificio imponente e per questo impresse un maggiore sviluppo verticale all'intera struttura, ampliando il transetto e innalzando la cupola.
L’edificio fu ultimato nel 1650, ad eccezione della facciata, e consacrato; la facciata fu completata nel 1667 ad opera di Carlo Rainaldi, sulla base dell'originario progetto di Carlo Maderno, parzialmente modificato.
Esterno
La facciata, di stile tardo-barocco, fu realizzata dal 1661 al 1667 da Carlo Rainaldi, assistito da Carlo Fontana, che ampliò il progetto originario di Carlo Maderno. Si caratterizza per l’abbondanza di colonne e cornicioni spesso sporgenti, ed è divisa in due ordini: quello superiore è suddiviso in tre settori verticali da quattro coppie di colonne che inquadrano due nicchie rimaste vuote e un finestrone balaustrato e timpano triangolare spezzato al centro. Al centro del timpano di coronamento è collocato lo stemma di papa Alessandro VII sorretto da due angeli.
A sinistra, nell'ordine superiore, è collocata una scultura che sostituisce la tradizionale voluta di raccordo, assente nella parte destra, raffigurante l’Angelo con l'ala alzata (terzo quarto del XVII secolo), di Ercole Ferrata.
L'ordine inferiore è diviso da coppie di colonne appaiate e lesene con capitelli corinzi che inquadrano, ai lati, quattro nicchie nelle quali sono inserite altrettante statue, in travertino, eseguite tra il 1664 e il 1666 da Domenico Guidi e Ercole Ferrata, raffiguranti a sinistra, S. Gaetano di Thiene e S. Andrea apostolo; a destra, S. Sebastiano e S. Andrea Avellino.
Al centro, si apre un imponente portale con timpano curvilineo, con al centro lo stemma della famiglia Peretti, promotrice della costruzione della chiesa e, ai lati, le statue delle allegorie della Speranza e della Prudenza, di Jacopo Antonio Fancelli (XVII secolo).
La cupola, realizzata nel 1622 da Carlo Maderno, è posta su un alto tamburo ottagonale con colonne binate agli spigoli. La calotta è divisa in otto sezioni da costoloni: su ogni spicchio si trovano altre due file di otto finestre e, più in alto, oculi con cornici barocche a forma di conchiglia.
La lanterna di coronamento presenta aperture separate da colonnine binate che si distinguono per gli originali capitelli, eseguiti nel 1621 da Francesco Borromini, dove le ali di un angelo formano una specie di voluta. La cupola di Maderno è la terza più alta di Roma, dopo quella di San Pietro in Vaticano e quella dei Santi Pietro e Paolo all’EUR.
Interno
La chiesa ha una pianta a croce latina con una ampia navata e un transetto poco pronunciato, affiancato da sei cappelle laterali, intercomunicanti, a pianta rettangolare, seguite da due vestiboli, a pianta circolare, di collegamento con l'esterno.
La navata centrale presenta una volta a botte decorata con angeli in stucco e affreschi di artisti operanti a Roma agli inizi del Novecento, che vi dipinsero scene riferentesi, per lo più, al mistero dell’Immacolata Concezione di Maria.
All'incrocio tra la navata centrale e il transetto, s'innalza la cupola, decorata con dipinti murali raffiguranti nella calotta l’Assunzione di Maria Vergine ), affresco di Giovanni Lanfranco (XVII secolo) e nei pennacchi, Evangelisti e loro simboli, affresco di Domenico Zampieri detto il Domenichino (XVII secolo).
Lungo il lato destro si aprono tre cappelle, intercomunicanti, a pianta rettangolare, seguite da un vestibolo, a pianta circolare di collegamento con l'esterno. Nella prima cappella, dedicata a S. Giuseppe, e realizzata intorno al 1670 da Carlo Fontana, sono presenti all'altare, un rilievo con la Sacra Famiglia con S. Giovannino, Dio Padre e angeli, opera di Ercole Antonio Raggi (terzo quarto del XVII secolo) e alle pareti monumenti funebri do prelati benefattori.
La seconda cappella, dedicata alla Madonna Addolorata, conserva all'altare Statue della Pietà, Lia e Rachele (1616), in bronzo di Gregorio De' Rossi: le sculture sono copie da originali di Michelangelo (la Pietà) e di Raffaello da Montelupo (Rachele e Lia).
Nella cappella successiva, dedicata a Nostra Signora del Sacro Cuore, sono collocati monumenti funebri tra cui quello di papa Pio III, attribuito a Francesco di Giovanni Ferrucci o a Silvestro dell'Aquila Inizi del XVI secolo).
Nel terminale del transetto destro è posta la Cappella di S. Andrea Avellino, che presenta all’all'altare, Morte di S. Andrea Avellino (1625), opera di Giovanni Lanfranco.
Dal transetto destro si accede alla Cappella del Santissimo Crocifisso, accanto al presbiterio, a pianta ottagonale, dove sul lato destro sono custodite entro un reliquiario ad urna le spoglie di S. Giuseppe Maria Tomasi, patrono dei liturgisti.
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, l'abside semicircolare presenta una spartizione a stucchi dorati opera di Alessandro Algardi, dove è incorniciato nel sottarco e nel catino absidale un ciclo di dipinti murali raffigurante Storie della vita di S. Andrea e Allegorie delle Virtù (1623-1628), affreschi di Domenico Zampieri detto il Domenichino; anche nel catino absidale sono presenti episodi della vita di S. Andrea e negli spazi tra le finestre, Allegorie delle Virtù (Fede, Carità, Religione, Speranza, Fortezza e Preghiera).
Accanto al presbiterio si trova la Cappella della Madonna della Purità, inizialmente dedicata alla Sacra Famiglia, dal 1647 intitolata alla Madonna della Carità, patrona dei Chierici Regolari Teatini.
Nel terminale del transetto sinistro è posta la cappella di S. Gaetano di Thiene, dove si conservano all'altare, entro mostra il dipinto Apparizione della Madonna con Gesù Bambino a S. Gaetano di Thiene (XVIII secolo), attribuito a Mattia De Mare e, alla parete sinistra, il monumento funebre di Gaspare Thiene (XVII secolo), marmo di Domenico Guidi. Anche lungo il lato sinistro si aprono tre cappelle, intercomunicanti, a pianta rettangolare, seguite da un vestibolo, a pianta circolare di collegamento con l'esterno. Nella prima cappella dopo il transetto sinistro, dedicata a S. Sebastiano, si conserva all'altare un dipinto di Giovanni De Vecchi raffigurante S. Sebastiano (inizi del XVII secolo), e alle pareti laterali, S. Rocco S. Marta (XIX secolo), dipinto di Guido Guidi; sopra l'arco d'ingresso al vestibolo, è posto il monumento funebre di papa Pio II (1470 ca.), marmo attribuito a Paolo Tacconi.
Nella seconda cappella, dedicata ai Santi e Beati teatini, sono presenti, all'altare, una pala con Beato Paolo Burali, S. Giuseppe Maria Tomasi e S. Andrea Avellino (fine del XVIII secolo), opera di Francesco Manno; alle pareti affreschi di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio: alla parete sinistra, Dio Padre incarica S. Gabriele arcangelo dell'annuncio a Maria Vergine e alla parete destra, S. Raffaele arcangelo con Tobia e Tobiolo (1625-1626)- alla parete sinistra, si trova anche la tomba di monsignor Giovanni Della Casa, autore del Galateo, il celebre manuale delle buone maniere.
Infine si ha la cappella dedicata alla Madonna Assunta in cui sono presenti all'altare, Assunzione di Maria Vergine (1613-1616), opera di Domenico Cresti detto il Passignano, autore anche degli affreschi sui pennacchi e sulle pareti; nelle nicchie sono collocate statue di santi opere di Pietro e Gian Lorenzo Bernini, Cristoforo Stati, Francesco Mochi e Ambrogio Bonvicino.
La controfacciata è decorata con dipinti murali a tempera eseguiti nel 1905 da Cesare Caroselli, raffiguranti l’Annunciazione e la Sacra Famiglia.
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