Il Barocco
San Francesco Saverio del Caravita
La chiesa è dedicata a S. Francesco Saverio, ma è noto come oratorio del Caravita, dal gesuita di Terni, Pietro Gravita, che lo fondò nel 1631, ma il cui cognome fu corrotto dalla tradizione popolare.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Aquiro |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Compagnia di Gesù (SJ/SI) |
Accesso | DOM 11:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra- Itinerario 2–Elio De Rosa editore-1995 caravita.org/ |
Indirizzo | Via del Caravita, 8 – Rione Pigna |
Realizzazione | Realizzata tra il 1631 e il 1633 e restaurato nel XIX secolo |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Giovanni Antonio De Rossi (1616-1695) |
da non perdere | Affresco con “Storie della Vita di San Francesco Saverio” |
Storia
Edificato nello stesso luogo dove sorgeva l'antica chiesa di San Nicola de Forbitoribus, era originariamente dedicato a Santa Maria della Pietà. È comunemente chiamato oratorio del Caravita, dal nome del suo fondatore, il gesuita Piero Gravita, che lo fece edificare nel 1631, grazie al finanziamento di nobili famiglie della zona; i lavori di costruzione si conclusero nel 1633 e l’oratorio venne dedicato a Santa Maria della Pietà e a San Francesco Saverio.
Fu ristrutturato tra il 1670 e il 1677 da Giovanni Antonio De Rossi e utilizzato dalla Congregazione della Santissima Comunione Generale o Mantelloni, una confederazione penitenziale secolare presso il Collegio Romano. Successivamente i Gesuiti utilizzarono l'edificio come centro di attività per tutte le associazioni laicali gesuitiche di Roma. Veniva utilizzato anche per concerti di musica e anche per periodiche esposizioni del Santissimo Sacramento.
Ulteriori restauro sono stati effettuati nella seconda metà dell'Ottocento e nel 2000.
Esterno
La facciata, in laterizi a due ordini, presenta il portale di entrata sormontato da un timpano triangolare tra due finestre incorniciate; il primo ordine presenta quattro lesene doriche che sostengono una trabeazione con cornice e un'iscrizione dedicatoria sul fregio; al secondo piano aprono tre finestre della Casa della comunità gesuita.
Interno
L'interno, restaurato nell'Ottocento, presenta una navata unica preceduta da un atrio la cui volta è affrescata con Storie della Vita di S. Francesco Saverio, opera di Lazzaro Baldi (1624-1703). Vi sono conservate inoltre altre opere di Lazzaro Baldi, Sebastiano Conca e frammenti di affreschi di Baldassarre Peruzzi.
La navata ha un soffitto a volta a botte in cui è raffigurata l'Apoteosi di S. Francesco Saverio
Sull'altare una pala raffigurante la Ss. Trinità e S. Francesco Saverio di Sebastiano Conca; ai lati frammenti di affreschi di Baldassarre Peruzzi raffiguranti l’Angelo custode (a destra) e S. Michele Arcangelo (a sinistra).
Sopra la pala d’altare è collocata una icona della Madonna col Bambino in stucco dorato. Nella volta a conchiglia ci sono affreschi di angeli e due statue in stucco di angeli.
Sulla destra dell'altare è posto un busto-reliquiario in argento del XVII secolo, mentre nella corrispondente posizione a sinistra dell'altare si trova un dipinto della Madonna col Bambino, inserito in una cornice ovale a forma di ghirlanda di rose.
Nella controfacciata trova posto una cantoria con un organo ottocentesco.
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