Il Rinascimento
Santa Maria della Scala
Il nome e la storia di questa chiesa nel cuore del rione Trastevere sono collegati ad una piccola immagine della Vergine ritenuta miracolosa, posta nei pressi di una scala tra alcune casupole, da cui la chiesa e la strada in cui è situata, presero il nome.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Dorotea |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Ordine dei Carmelitani Scalzi (OCD) |
Accesso | 10:00-13:00 e 16:00-19:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto-Santa Maria della Scala; F. Gizzi - Le Chiese rinascimentali di Roma – Newton -1994 |
Indirizzo | Piazza della Scala, 23 – Rione Trastevere |
Realizzazione | Realizzata nel 1593-1610, restaurata nel 1851, facciata ultimata nel 1624 |
Stile architettonico | Manierista |
Architetto | Francesco Capriani da Volterra (1535-1594)-Ottaviano Nonni Mascherino (1536-1606) |
da non perdere | Altare Maggiore (Carlo Rainaldi), tela seicentesca con “Decollazione di S. Giovanni in carcere”, di Gerard von Honthorst; “Morte della Vergine” di Carlo Saraceni |
Storia
La chiesa fu costruita tra il 1593 e il 1610 per contenere l'icona della Madonna della Scala, conservata nel braccio settentrionale del transetto, assieme ad una statua di S. Giovanni della Croce. La tradizione afferma che nel 1592 questa icona, posta sulla scala di una casa vicina, avrebbe miracolosamente guarito una bambina dopo le preghiere della madre. Il papa Clemente VIII affidò il progetto a Francesco Capriani da Volterra, che morì tuttavia un anno dopo, quando la chiesa era ancora in costruzione. L’interno venne completato nel 1610 ad opera di Girolamo Rainaldi e la facciata fu terminata nel 1624 da Ottaviano Nonni Mascherino.
Esterno
La facciata si presenta a due ordini: quello inferiore poggia su una scalinata ed è spartito da lesene con capitelli corinzi e presenta il portale sopra il quale si apre una nicchia con una statua della Madonna con il Bambino opera di Francesco di Cusart. Al centro del timpano è lo stemma dell’ordine dei Carmelitani, cui la chiesa è affidata sin dalla sua edificazione.
Interno
All'interno la chiesa ha pianta a croce latina, con un'unica navata affiancata da tre cappelle per lato. Il pavimento, ricco di lapidi sepolcrali, si presenta nel rifacimento compiuto nel 1739.
La prima cappella a destra, dedicata a S. Giovanni Battista, ospita una tela seicentesca raffigurante la Decollazione di S. Giovanni in carcere, di Gerard van Honthorst, detto "Gherardo delle notti". La cappella successiva, dedicata a S. Giacinto, ha un altare con un dipinto di Antiveduto Gramatica che ritrae la Vergine, S. Giacinto e S. Caterina da Siena. Sulle pareti laterali sono collocati due monumenti sepolcrali.
Segue la cappella dedicata a S. Giuseppe: la pala d'altare raffigurante il tema della Sacra Famiglia è di Giovanni Ghezzi; sulla destra si trova il Sogno di Giuseppe di Giovanni Odazzi, a sinistra uno Sposalizio della Vergine di Lodovico Antonio David, e sulla volta la Gloria di S. Giuseppe sempre di Odazzi.
La cappella destra del transetto, dedicata a S. Teresa d'Avila, presenta all’altare la pala d'altare Estasi di S. Teresa, opera di Francesco Mancini. Sulle pareti laterali due altorilievi marmorei entro due ovali riprendono due momenti di vita della santa e al di sopra dell'altare vi sono due altorilievi di stucco eseguiti da Giuseppe Lironi che raffigurano le visioni della santa. Nella cappella è conservata la reliquia del piede destro di S. Teresa.
L'altare maggiore, progettato da Carlo Rainaldi risale al 1650 ed è dedicato al Salvatore: reca al centro un prezioso ciborio, modello in scala di un tempietto a pianta centrale, con colonne in alabastro di Sicilia e cupola in bronzo. Al centro conserva un’Agnello dell'Apocalisse in bronzo dorato. Come pala d'altare è presente una Madonna del Carmine di Giuseppe Peroni datata al 1737.
Il coro è chiuso sul fondo da un'abside e ospita le tele del Battesimo di Cristo e
delle Nozze di Cana a destra, e quelle dell'Ultima Cena e dell'Ascensione di Cristo sul lato opposto; al centro dell'abside si trova un dipinto del Cavalier d'Arpino, Regina Coeli con Bambino. Il catino absidale è affrescato con un Redentore in trono con la Vergine e i santi.
La cappella sinistra del transetto, dedicata a S. Maria della Scala, ospita sull'altare l'affresco ritenuto miracoloso; ai lati sono presenti monumenti funebri sovrastati da due tele con Incoronazione della Vergine a destra e Immacolata Concezione a sinistra di Lucas de la Haye detto Fra Luca Fiammingo.
Passando alle cappelle del lato sinistro si incontra quella dedicata al Crocifisso che conserva un crocifisso in legno dipinto a imitazione del bronzo e il gruppo marmoreo di S. Giovanni della Croce di Pietro Papaleo.
Segue la cappella dedicata all'Assunta, progettata da Girolamo Rainaldi, che ospita il Transito della Vergine di Carlo Saraceni: quest’opera sostituì una controversa opera del Caravaggio, la Morte della Vergine, oggi al museo del Louvre; il Caravaggio fu accusato di aver utilizzato una prostituta morta annegata nel Tevere come modella, e di aver inserito nell'opera elementi rifacentisi a posizioni pauperistiche e i Carmelitani scalzi rifiutarono l'opera, affermando che mancava del dovuto decoro e che poteva addirittura sconfinare nell'eresia.
Quindi si ha la cappella dedicata a Maria santissima del Carmine: la pala d'altare raffigura la Vergine che porge lo scapolare a S. Simone Stock e il profeta Elia, opera di Cristofaro Roncalli al quale si deve anche l’Eterno Padre del timpano.
Dal 1917 sul lato sinistro della cappella si venera la statua della Madonna del Carmine con il Bambino, una scultura lignea rivestita di ricchi abiti ricamati in oro. In controfacciata, la bussola e le due cantorie lignee barocche sono di Giuseppe Panini; di quest'ultime, quella inferiore ospita l'organo a canne, costruito da Carlo Vegezzi Bossi nel 1908.
La spezieria
Accanto alla Chiesa si trova l’antica Spezieria di Santa Maria della Scala, famosa per aver ospitato nel XVII secolo la farmacia della corte papale: ancor oggi sono conservati l'arredamento e gli strumenti dell'epoca. L'antica Spezieria si trova al primo piano del convento dei Carmelitani Scalzi, sopra la farmacia ancora in attività. Fu aperta agli inizi del Settecento e riforniva i pontefici e le loro famiglie, godendo di privilegi ed esenzioni fiscali. Si conservano gli scaffali settecenteschi, con gli albarelli ancora pieni, mentre rimedi, ricettari ed erbari sono disposti come se la spezieria fosse tuttora attiva. Dell'arredo fanno parte due scritte in latino:” Né l'erba li guarì né la miscela; sì la tua parola, Signore, la qual sana ogni cosa” e ”Dalla terra l'Altissimo creò i medicamenti: l'uomo prudente non li avrà in dispregio”.
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