Sant'Apollinare - Le Chiese di Roma

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Sette e Ottocento
Sant'Apollinare
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La chiesa fu fondata tra il VII e l’VIII secolo ed è dedicata al santo che secondo la tradizione accompagnò S. Pietro da Antiochia a Roma e che divenne in seguito il primo vescovo di Ravenna. Fu completamente ricostruita nella metà del Settecento.
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Specifiche
Basilica minore-Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Agostino in Campo Marzio
Proprietà
Santa Sede
Affidamento
Prelatura Opus Dei
Accesso
Da LUN a VEN: 7:30-9:00; 12:00-13:30

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004;
Roma Sacra-Itinerario 7– Elio De Rosa editore-1996
F. Gizzi- Le Chiese di Roma del Sette e Ottocento-Newton-1995;
basilicaapollinare.org
Indirizzo
piazza di S. Apollinare, 49 – Rione Ponte
Realizzazione
Eretta nell’VIII secolo su preesistenze romane, fu ricostruita nel XVIII secolo
Stile architettonico
Neoclassico
Architetto
Ferdinando Fuga (1699-1781)
da non perdere
Volta della navata, Cappella della Madonna delle Grazie
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Storia
La chiesa, secondo la tradizione, venne fondata da papa Adriano I intorno al 780, ma più probabilmente fu eretta tra la metà del VII e l'inizio dell'VIII su resti di strutture di epoca imperiale romana. I primi religiosi che occuparono la chiesa furono monaci basiliani, rifugiatisi a Roma da Costantinopoli a causa delle persecuzioni iconoclaste: spetterebbe a loro la traslazione di alcuni martiri nel sotterraneo della primitiva chiesa.
Fu restaurata più volte nel XV e XVI secolo quando il complesso fu concesso da Gregorio XIII ai gesuiti che istituirono nel palazzo adiacente il Collegio Germanico (divenuto poi Collegio Germanico-Ungarico); Il complesso rimase sotto la guida dei gesuiti fino al 1773.
Nel 1742 si diede inizio alla demolizione dell’originario edificio e iniziò la nuova costruzione, che venne realizzata su progetto di Ferdinando Fuga, come tipico esempio di transizione barocco-neoclassico; la nuova chiesa fu consacrata nel 1748.
La chiesa è parte di un vasto complesso edilizio che ha ospitato nei secoli numerose istituzioni cattoliche tra cui il Collegio Germanico dei Gesuiti, dal 1574 al 1773, il Pontificio Seminario Romano e Pontificio Istituto di Sant’Apollinare; attualmente è sede della Pontificia Università della Santa Croce ed è proprietà dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).
Esterno
La facciata su due ordini è un tipico esempio della transizione tra barocco e stile neoclassico; è suddivisa in due ordini di paraste, con capitelli ionici nel primo e corinzi nel secondo: quello inferiore è aperto da due finestre laterali e, al centro, da un portale sormontato da un timpano triangolare, sovrastato da un timpano curvilineo più grande che poggia sulla trabeazione marcapiano; il superiore ha un finestrone con balaustra e, ai lati, due brevi ali concave; il timpano curvilineo spezzato ne racchiude un altro triangolare che sostiene la croce apicale. Il campanile, a base ottagonale, contiene una campana dell'epoca di Pio V e altre due del tempo di Sisto V (XVI secolo).
Interno
La chiesa ha un'aula liturgica preceduta da un atrio originario, trasformato dal Fuga in cappella, dedicata alla Madonna delle Grazie, a pianta ellittica, dove si conserva una Madonna con Gesù Bambino in trono tra S. Pietro e S. Paolo, affresco del XV secolo.
L’interno, a navata unica, è delimitato da pilastri con lesene corinzie sostenenti gli archi delle cappelle laterali, tra loro comunicanti. La navata è coperta da una volta a botte con, al centro, un affresco raffigurante la Gloria di S. Apollinare (1746), opera di Stefano Pozzi.
Lungo la navata destra si aprono tre cappelle dedicate a S. Luigi Gonzaga, a S. Giuseppe e a S. Francesco Saverio.
Sul presbiterio, coperto da una calotta su quattro pennacchi ornata con stucchi realizzati nel 1747 da Giacomo Galli, è posto l'altare maggiore che presenta, alla parete di fondo, entro mostra d'altare, S. Apollinare consacrato vescovo da S. Pietro (1745), olio su tela di Ercole Graziani; sulla mensa d'altare, Croce d'altare e sei candelieri (1748), in metallo dorato di Luigi Valadier.
Passando alla navata sinistra, si susseguono le cappelle dedicate a S. Ignazio di Loyola, a S. Josemaría Escrivá e a S. Giovanni Nepomuceno.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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