Il Rinascimento
San Nicola in Carcere
La chiesa sorse in epoca medievale sui cosiddetti templi del Foro Olitorio (il mercato degli ortaggi) ed è tuttora un esempio di riutilizzo di strutture antiche.
Specifiche | Rettoria-Chiesa regionale (Puglia e Basilicata)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Portico in Campitelli |
Proprietà | Diocesi di Roma |
Affidamento | Clero religioso |
Accesso | 10:00-17:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 15-Elio De Rosa editore–1999 |
Indirizzo | Via del Teatro di Marcello, 46 – Rione Ripa |
Realizzazione | Realizzata nel XII secolo e riedificata nel 1128 e poi nel 1599 |
Stile architettonico | Manierista |
Architetto | Giacomo Della Porta (1540-1602) |
da non perdere | Opere del Guercino, di Antonio Romano e di Lorenzo Costa |
Storia
La chiesa sorge nella zona dell’antico Foro Olitorio, nel luogo in cui, nel periodo della Roma repubblicana, sorgevano tre templi, trasformati in prigione durante il Medioevo (da qui il nome "in carcere"). Costruita nel 1128, fu dedicata a S. Nicola, perché nell’area viveva la comunità greca particolarmente devota al santo. La piccola piazza del Foro Olitorio, con al centro i tre templi di Giano, di Speranza e di Giunone Sospita, era adibita a mercato delle erbe e delle verdure. La chiesa fu quasi interamente riedificata ed arricchita nel 1599, ad opera di Giacomo della Porta. Ulteriormente restaurata e decorata durante il pontificato di papa Pio IX nel 1865, fu liberata nel 1932 dai fabbricati che le erano addossati, così da mettere in luce i resti degli antichi templi.
I tre templi sono tuttora parzialmente visibili essendo stati inglobati nella chiesa. Il tempio dedicato alla Speranza era il più piccolo e di esso sono oggi visibili alcune delle colonne laterali, inserite sulla parete sinistra della chiesa.
Al centro, esattamente sotto la chiesa, si trova probabilmente il tempio più grande dei tre: era dedicato a Juno Sospita, Giunone protettrice delle nascite e i suoi resti sono visibili nei sotterranei della chiesa, nei pressi dell'abside, oltre alcune colonne nella zona anteriore. Il tempio di Giano, invece, è anche il meglio conservato; attualmente si trova sulla destra della chiesa.
San Nicola in Carcere è la chiesa regionale per i pugliesi e lucani residenti a Roma.
Esterno
La facciata, progettata da Giacomo della Porta nel 1599, incorpora due colonne provenienti dal Tempio di Giunone e una terza è stata esposta in facciata durante il restauro degli anni Trenta del Novecento. Il portale ha un semplice stipite modanato, sormontato da un frontone triangolare vuoto rialzato su un'iscrizione che proclama che la chiesa è indulgente. Sopra questo frontone c'è un grande oculus circondato da un anello di dodici stelle a otto punte ed è affiancato da una coppia di riquadri raffiguranti rilievi di santi.
Il campanile è medievale ed era in precedenza una torre fortificata dei Pierleoni, che quando fu abbandonata fu trasformata in campanile della chiesa; ha due campane fuse nel 1286.
L'ingresso laterale destro presenta un portale rettangolare in pietra con un'apertura a forma di arco gotico. I pennacchi presentano due tondi con tracce di decorazione cosmatesca.
Interno
La basilica rispetta ampiamente i canoni architettonici utilizzati per la costruzione delle antiche chiese romane: le tre navate sono divise da quattordici colonne, diverse per materiale e per dimensioni, tutte provenienti da antichi templi, La navata centrale ha nove campate, la prima per l'ingresso e poi otto con arcate nelle navate laterali. È fiancheggiata da due cappelle per lato di cui una fuori dalla navata, sul lato sinistro.
Gli affreschi della navata centrale, raffiguranti scene della Vita e dei Miracoli di S. Nicola, sono di Marco Tullio Montagna (XVII secolo).
Il soffitto della navata è a cassettoni lignei a grandi riquadri, ed è riccamente decorato in blu e oro con rosoni e viticci. Fu realizzato nel 1868 e al centro è esposto lo stemma di Papa Pio IX. Le navate laterali hanno volte a crociera, che scaturiscono da lesene con capitelli.
Nella navata destra è un frammento di affresco della Madonna col Bambino di Antoniazzo Romano (XVI secolo). Più avanti è l’altare dedicato alla Santissima Trinità con una pala, Trinità tra Angeli, attribuita al Guercino (XVII secolo).
In fondo alla navata è presente il monumento funebre del cardinale Giovanni Battista Rezzonico (1873). A destra dell'abside si trova la cappella della Madonna di Pompei: la pala d'altare è una copia del XIX secolo dell'icona originale.
L'altare maggiore ha un baldacchino ottocentesco ornato su quattro colonne corinzie in marmo bianco e rosso. Sotto l’altare si trova su un'antica urna contenente le reliquie dei santi Marco e Marcelliano. L'abside dietro l'altare presenta affreschi allegorici del restauro del 1865, di Vincenzo Pasqualoni. Sulla tribuna sono posti dipinti di Orazio Gentileschi tra cui l’Eterno Padre (XVII secolo).
L’ingresso alla cripta si intromette nella navata ed è circondata da una balaustra marmorea. Nella cripta sono visibili i resti dei podi dei tre templi e di un insieme di ambienti che all'epoca della loro scoperta alimentarono la leggenda dell'antico carcere, ma che, probabilmente utilizzati invece come uffici di cambiavalute, operanti in funzione dei numerosi commercianti, abituali frequentatori dei tempi del foro Olitorio.
A sinistra dell'abside si trova la cappella del Santissimo Sacramento, che presenta sulla parete sopra l'altare un crocifisso del XIV secolo. Qui c'è un dipinto dell'Ultima Cena, di Cesare Baglioni (XVII secolo). La parete laterale sinistra presenta un'Ascensione di Lorenzo Costa (XVI secolo).
La grande cappella esterna della navata sinistra è dedicata a Nostra Signora di Guadalupe ed è oggetto di devozione da parte degli espatriati messicani e contiene una riproduzione del dipinto miracoloso, donato alla chiesa nel 1773 dai missionari gesuiti quando furono costretti a lasciare il Messico.
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