San Giacomo alla Lungara - Le Chiese di Roma

panoramica
cupole di Roma
Vai ai contenuti
Il Barocco
San Giacomo alla Lungara
banner-S Giacomo alla Lungara
Ubicata su via della Lungara, con le annesse strutture di accoglienza, venne costruita da papa Leone IV come punto di ristoro per i pellegrini, che dopo un lungo viaggio, stavano per arrivare alla basilica di San Pietro.
separatore
Specifiche
Chiesa annessa- luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Dorotea
Proprietà
Ente Religioso Cattolico
Affidamento
Ordine dei Frati Minori Conventuali (OFMConv.)
Accesso
7:00-12:00 e 16:30-18:30

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004;
Ahrcos-La chiesa di S. Giacomo alla Lungara-Aracne editrice-2015
Indirizzo
Via della Lungara, 12 – Rione Trastevere
Realizzazione
Eretta nel IX secolo, ristrutturata nel XVII secolo e restaurata nel 1916 e nel 2019
Stile architettonico
Barocco
Architetto
Luigi Arrigucci (1575-1647)
da non perdere
Altare maggiore con dipinto di S. Giacomo apostolo; monumento funebre di Ippolito Merenda del Bernini
separatore
Storia
E’ chiamata anche San Giacomo in Settimiano o in Settignano per la vicinanza con la Porta Settimiana.  La chiesa è di origine medievale, forse risalente al tempo di Leone IV nel IX secolo, e dopo svariate vicende fu affidata nel 1620 alle Terziarie Francescane che vi realizzarono un monastero per le "Convertite", cioè prostitute pentite, e una casa per le malmaritate, donne che fuggivano da matrimoni infelici. Tra il 1628 ed il 1664 le monache fecero ricostruire completamente la chiesa ed il convento, ad opera di Luigi Arrigucci, ma i lavori di realizzazione del lungotevere, alla fine dell’Ottocento, causarono la distruzione di larga parte del convento (1887). In questo stesso periodo la chiesa subì un restauro dopo quindici anni di abbandono, durante i quali essa venne anche minacciata di demolizione. Oggi, dal lungotevere, è visibile il campanile romanico della chiesa unica testimonianza superstite del complesso medioevale. Affidata agli inizi del Novecento ai Francescani Conventuali di S. Dorotea, la chiesa fu restaurata nel 1916, quando le vennero dati un nuovo pavimento e degli altari. Un decisivo nuovo restauro dell’edificio è stato completato nel 2019.
Esterno
La chiesa è circondata dagli edifici conventuali dei primi del XX secolo e le uniche parti visibili sono la facciata e il campanile del XIII secolo, l’unico che si conservi a Roma, con la torre campanaria ad una sola finestra. La facciata, in pietra calcarea gialla presenta dettagli architettonici in marmo bianco. L'ingresso è accessibile tramite una doppia serie di scale trasversali e ha un frontone triangolare sollevato sopra la sua stipite della porta, decorato dall’ape, simbolo della famiglia Barberini, promotrice dei restauri del XVII secolo.
Interno
L’interno della chiesa si presenta a unica navata con volta a cassettoni e due altari laterali. Nel presbiterio è posto il macabro monumento funebre di Ippolito Merenda del Bernini: una lapide in forma di lenzuolo spiegazzato, sorretto con le mani e con i denti da uno scheletro alato. Sull’altare maggiore è posta una raffigurazione di S. Giacomo attribuita a Francesco Romanelli (XVII secolo).
separatore
GALLERY

separatore
Created with WebSite X5
Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
Torna ai contenuti