Domine Quo Vadis - Le Chiese di Roma

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Il Barocco
Domine Quo Vadis
Santa Maria in Palmis
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Al bivio tra l’Appia Antica la via Ardeatina si trova questa piccola chiesa che la tradizione vuole legata al ricordo dell’apparizione di Gesù a S. Pietro che fuggiva da Roma ed è luogo di pellegrinaggio che da secoli attrae i fedeli.
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Specifiche
Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Sebastiano fuori le mura
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Congregazione di San Michele Arcangelo (CSMA)
Accesso
8:00-20:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004;
Fondo Edifici di Culto-Santa Maria delle Piante;
TurismoRoma.it
Indirizzo
Via Appia Antica, 51 – Quartiere Appio Latino
Realizzazione
La chiesa originaria risale al IX secolo ma fu poi riedificata nel XVI e nel XVII secolo
Stile architettonico
Barocco
Architetto
Ignoto
da non perdere
Immagine della “Madonna del Transito” sull’altare e ai lati due affreschi con la “Crocifissione di Gesù” e la “Crocifissione di Pietro”. Sopra l’altare, in una lunetta, un affresco con l’“Incontro di Gesù con Pietro. Rilievo delle orme di Gesù
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Storia
La Chiesa, secondo la tradizione, fu costruita nel luogo in cui Gesù sarebbe apparso all’apostolo Pietro che lasciava Roma per sfuggire al martirio. Alla domanda di Pietro “Domine, quo vadis?” (“Signore, dove vai?”) Gesù avrebbe risposto “Venio Romam iterum crucifigi” (“Vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo”). Al che l’apostolo, pentito, avrebbe fatto ritorno a Roma facendosi crocifiggere.
L’edificio è il rifacimento di una piccola cappella eretta nel IX secolo, riedificato poi nel XVI e nel XVII secolo.
La chiesa è detta anche “Santa Maria in Palmis” o “Santa Maria delle Piante” perché all’interno, al centro della navata, è conservata, copia di un rilievo conservato nella vicina basilica di San Sebastiano fuori le mura, una pietra votiva con le due orme dei piedi (palmis), credute di Cristo. Si tratta, in realtà, di un ex voto pagano per il dio Redicolo, offerte da un viaggiatore prima di partire per garantirsi il buon esito di un viaggio.
Esterno
la facciata si deve al cardinale Francesco Barberini che, nel 1637, la fece ricostruire, ed è scandita da due lesene laterali; sulla sommità un timpano si trova lo stemma dei Barberini. Un timpano con iscrizione dedicatoria è collocato sopra la porta d'ingresso, sormontato a sua volta da una grande finestra.
Interno
L'interno è a navata unica; sull'altare è posta l'immagine della Madonna del Transito, mentre ai lati si trovano due affreschi con la Crocifissione di Gesù e la Crocifissione di Pietro. Sopra l'altare, in una lunetta, vi è un affresco con l'Incontro di Gesù con Pietro e sulle pareti laterali, altri due affreschi con gli stessi soggetti. L’unica cappella laterale è dedicata a S. Francesco, raffigurato nell’affresco con alle spalle la veduta di Roma con le sue chiese. Nella chiesa è presente un busto di bronzo di Henryk Sienkiewicz, lo scrittore polacco autore del romanzo storico “Quo vadis?”
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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