Ss. Bonifacio e Alessio - Le Chiese di Roma

panoramica
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Sette e Ottocento
Santi Bonifacio e Alessio
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Edificata tra il III e il IV secolo, la basilica era inizialmente dedicata a S. Bonifacio e dal 986 fu intitolata anche a Sant'Alessio, che secondo una leggenda del V secolo era un giovane patrizio romano fuggito in Oriente per sottrarsi a un matrimonio combinato. Tornato a Roma molti anni dopo, non venne riconosciuto dai suoi parenti e visse da vivere da mendicante nel sottoscala del suo palazzo il resto dei suoi giorni, rivelando la propria identità al pontefice solo in punto di morte.
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Specifiche
Basilica minore-Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Prisca
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Chierici Regolari di Somasca (CRS)
Accesso
Da LUN a VEN 10:00-12:30 e 15:30-19:00; SAB e DOM 9:00-12:30 e 15:30-19:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004;
Padri Somaschi-La basilica dei Ss. Bonifacio e Alessio-BN Marconi
F. Gizzi- Le Chiese medievali di Roma-Newton-1998;
Indirizzo
Piazza di Sant’Alessio, 23 – Rione Ripa
Realizzazione
È testimoniata come diaconia intorno al IX secolo; trasformata a partire dal 977 in abbazia, fu restaurata nel 1582; seguì un rifacimento intorno al 1750 e una ristrutturazione nel 1852- 1860
Stile architettonico
Romanico e Neoclassico
Architetto
Tommaso De Marchis (1693-1759)
da non perdere
Cappella della Madonna, Scala di S. Alessio, Cripta
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Storia
La chiesa, edificata probabilmente alla fine del V secolo, era originariamente dedicata al solo S. Bonifacio di Tarso. Nel 936, i religiosi, che officiavano la chiesa, acquisirono alcune case adiacenti che, riadattate, formarono il primo nucleo del monastero posto sotto la cura di S. Oddone di Cluny, ispiratore della riforma cluniacense. Nel 977 la chiesa e il convento furono affidati da papa Benedetto VII a una comunità di monaci basiliani, rifugiatisi a Roma e nel 986 l'edificio venne dichiarato basilica e intitolato anche a S Alessio, sulla cui casa paterna, secondo la tradizione, era stata costruito. Alessio, patrizio romano, sentendosi votato ad una vita di contemplazione, lasciò Roma alla vigilia delle nozze per recarsi a Edessa e dopo diciassette anni fece ritorno nella casa paterna ma non venne riconosciuto dai genitori. Visse per altri diciassette anni come mendicante sotto una scala della casa, rivelando la propria identità al pontefice solo in punto di morte, e quindi ai genitori che lo avevano atteso durante tutto questo tempo. La scena è visibile nella composizione settecentesca in stucco e legno visibile nella chiesa.
Nell'XI secolo, con lo Scisma d'Oriente, i monaci di rito bizantino abbandonarono il monastero e furono sostituiti dai benedettini dell'Ordine cluniacense; quindi, nel 1426 il complesso monastico fu affidato agli Eremiti di S. Girolamo dell'Osservanza (detti Gerolimini), che lo reggeranno per oltre quattro secoli, e ai quali si devono i restauri del 1431. Nel XVI e XVII, la basilica fu nuovamente restaurata ma la forma attuale della basilica e le dimensioni odierne dipendono essenzialmente dai grandi lavori avviati prima dell'anno giubilare del 1750, su progetto di Giovanni Battista Nolli, poi rielaborato da Tommaso De Marchis, che previdero l'ampliamento del monastero e la nuova facciata della chiesa.
Ulteriori interventi di restauro furono compiuti tra il 1852 e il 1860, dopo l'arrivo, nel 1846, dei Chierici Regolari di Somasca (detti Somaschi), ai quali Pio IX aveva affidato la basilica e il monastero.
Esterno
La basilica è preceduta da un portico, che presenta sei colonne inserite nei pilastri ed è aperto da cinque archi a tutto sesto di cui quello centrale, leggermente più grande, è sormontato da un timpano. Il piano superiore è articolato da cinque finestre alternate da lesene con capitelli corinzi, sopra al quale corre una balaustra con vasi marmorei. All'interno del portico si notano, al centro, il portale d'accesso (primo quarto del XIII secolo), opera dei Cosmati, sulla destra la statua di papa Benedetto XIII (1752) e sulla sinistra, il portale d'ingresso al convento.
A destra della basilica si eleva il campanile romanico, costruito per volontà di papa Onorio III, che si articola in cinque ordini, dei quali gli ultimi tre sono aperti da doppie bifore a colonnine.
Interno
L'interno presenta una pianta a croce divisa in tre navate da massici pilastri ornati da paraste binate corinzie, sui quali si imposta la copertura con volta a botte. La decorazione della volta della navata centrale venne realizzata nel XIX secolo da Michele Ottaviani: quella dell'abside e dei pennacchi della crociera è di Carlo Gavardini.
All’inizio della navata destra si incontrano i monumenti funebri del cardinale Metello Bichi (1619) e quello del pittore Antonio Mancini (1930), progettato da Antonio Muñoz. Segue la Cappella del SS. Crocifisso dove è custodita, all'altare, una pala con Gesù Cristo crocifisso del XVIII secolo. Poi si ha il monumento funebre di Eleonora Boncompagni Borghese (1702-1704 ca.), eseguito da Andrea Fucigna su disegno di Giovan Battista Contini.
Nel terminale del transetto destro è posta la Cappella del Ss. Sacramento dove, all’altare, è custodita l’icona della Madonna Advocata detta anche Madonna dell'Intercessione o di S. Alessio (XIII secolo).
Nel presbiterio, sopraelevato di alcuni gradini, si trova, al centro, il ciborio a cupola (1750 ca.), realizzato da Tommaso De Marchis; nell'abside, inserite al centro del coro ligneo, sono presenti due colonnine (XIII secolo), in marmo intarsiato, opera cosmatesca. Per due scale, poste ai lati del presbiterio, si accede alla sottostante cripta risalente all'XI secolo, con un altare a baldacchino che contiene le reliquie di S. Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury; le pareti ospita affreschi del XII e XIII secolo.
Nel transetto sinistro trova spazio la cappella di S. Girolamo Emiliani, fondatore dell’ordine dei padri Somaschi, con all’altare un dipinto di Carlo Gavardini raffigurante S. Girolamo con orfano davanti alla Madonna. Passando alla navata sinistra si incontra un dipinto con S. Girolamo Emiliani in preghiera (XX secolo), copia di un dipinto di Pietro Gagliardi e un altare con una pala con S. Girolamo e S. Marcella (XVIII secolo).  Quindi si trova ancora un altro dipinto che raffigura S. Girolamo Emiliani che presenta le orfane a Maria Vergine (prima metà del XVIII secolo), opera di Jean-François de Troy.
Tra due pilastri trova spazio il Pozzo ottagonale, tradizionalmente ritenuto della casa paterna di S. Alessio.
Infine, all'inizio della navata sinistra, nella cappella dedicata a S. Alessio, è presente una mostra d'altare con la statua giacente e scala di S. Alessio (XVIII secolo), opera di Andrea Bergondi: l'opera è costituita da una statua raffigurante il Santo morente e un reliquiario che contiene la scala lignea sotto il quale visse e morì S. Alessio.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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