Sant'Andrea al Quirinale - Le Chiese di Roma

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Il Barocco
Sant'Andrea al Quirinale
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Situata di fronte alla cosiddetta manica lunga del Palazzo del Quirinale, è considerata un capolavoro dell'architettura sacra barocca e fu la terza chiesa gesuita costruita a Roma, dopo la Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio e quella del Gesù.
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Specifiche
Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Ss. Vitale e Compagni Martiri in Fovea
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Compagnia di Gesù (SJ/SI)
Accesso
da MAR a DOM 9.00-12.00 e 15.00-18.00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Sant’Andrea al Quirinale- Esse.f-1999
santandrea.gesuiti.it/
F. Gizzi- Le Chiese barocche di Roma-Newton-1994;
Roma Sacra–Itinerario 16-Elio De Rosa editore-S. Andrea al Quirinale- 1999;
Ministero degli Interni-Fondo Edifici per il Culto-Sant’Andrea al Quirinale
Indirizzo
Via del Quirinale, 29 - Rione Monti
Realizzazione
Realizzata tra il 1658 e il 1678
Stile architettonico
Barocco
Architetto
Gian Lorenzo Bernini (1598-1680)-Mattia De Rossi (1637-1695)
da non perdere
Pala d’altare con il “Martirio di S. Andrea”, statua di S. Andrea di Antonio Raggi, statua di S. Stanislao di Pierre Legros, Stanze di S. Stanislao Kostka
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Storia
Nel 1566 Giovanni Andrea Croce, vescovo di Tivoli, donò a S. Francesco Borgia, preposito generale della Compagnia di Gesù, una piccola chiesa dedicata a Sant'Andrea a Montecavallo (documentata già nel XII-XIII secolo), sulla via Pia al Quirinale, che questi fece restaurare. Poco dopo, la duchessa d'Aragona fece dono ai Gesuiti di un terreno confinante, sul quale venne costruita una sede per il Noviziato.
Il complesso, già alla metà del XVII secolo, era piuttosto fatiscente, ma solo dopo alcuni anni, grazie alla munifica donazione del cardinale Camillo Francesco Maria Pamphili, papa Alessandro VII autorizzò i lavori di costruzione della nuova chiesa, intitolata a sant'Andrea apostolo e san Francesco Saverio, che vennero affidati a Gian Lorenzo Bernini, il quale si avvalse della collaborazione di Mattia de Rossi. La prima pietra fu posta nel 1658 e la chiesa venne consacrata nel 1678.
Esterno
Una scalinata semicircolare introduce alla chiesa, che presenta al centro della singolare facciata, a un solo ordine, inquadrata da paraste corinzie sorreggenti il grande timpano modanato, un finestrone semicircolare dal quale sembra "ribaltarsi" il protiro sorretto da due colonne ioniche, tra le quali si apre un portale sovrastato dallo stemma araldico del cardinale Camillo Francesco Maria Pamphili, committente dell'opera. La facciata, preceduta da una scalinata semicircolare, si apre su un piccolo sagrato dilatato da due ali concave, che danno l'impressione di uno spazio più ampio di quello reale.
Interno
La pianta centralizzata è ellittica, con l'asse maggiore trasversale e perpendicolare all'ingresso. Le due absidi laterali non sono occupate da cappelle; l'altare maggiore è costituito da una cappella in cui la pala d'altare è illuminata da una fonte di luce nascosta, secondo una tecnica scenografica cara al Bernini per cui le piccole dimensioni sono così dilatate in un ampio respiro. Le due absidi laterali presentano una serie ininterrotta di pilastri che sorreggono la trabeazione, così da focalizzare l'attenzione sull'altare maggiore in cui la pala d'altare è illuminata da una fonte di luce nascosta.
L’aspetto architettonico innovativo della chiesa di S. Andrea è la cupola con lanterna che genera una molteplicità di sorgenti di luce, le quali, a seconda delle ore del giorno, determinano sempre suggestivi effetti di illuminazione. Ogni spicchio è decorato con cassettoni esagonali dorati che degradano le loro dimensioni andando verso la sommità e trasmettono un senso di grande leggerezza e ascesa in cui le strutture architettoniche sembrano gonfiarsi e dissolversi in una dimensione immateriale.
L'apparato figurativo della decorazione interna, realizzato prevalentemente in stucco tra il 1662 e il 1665 da Ercole Antonio Raggi, presenta sulle finestre coppie di pescatori (come il santo titolare della chiesa) e gruppi di Angeli giocosi, che
sostengono ghirlande sulle quali sembrano appoggiarsi i costoloni della cupola, e Teste di cherubini all'imposta della lanterna, mentre sulla volta della stessa è dipinta ad affresco la Colomba dello Spirito Santo tra cherubini.
La chiesa sembra voler offrire nell'insieme un'immagine luminosa e festosa della gloria celeste, di grande effetto emozionale.
Sul lato destro si aprono due cappelle: nella prima, dedicata a S. Francesco Saverio, è presente all'altare una pala con Morte di san Francesco Saverio, opera di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia (XVII secolo) e alle pareti laterali, due dipinti con Battesimo e Predicazione di S. Francesco Saverio, anche questi opera del Baciccia; la volta presenta la Gloria di S. Francesco Saverio (secondo quarto del XVIII secolo), affresco di Filippo Bracci.
Nella seconda cappella, detta della Passione, è collocato un ciclo di tre dipinti con Storie della passione di Gesù Cristo, opera di Giacinto Brandi (XVII secolo).
A destra dell'altare maggiore si accede alla sacrestia, realizzata nel 1670 circa su progetto di Gian Lorenzo Bernini e all’attiguo convento dove si trovano le camere di S. Stanislao che ospitano la statua marmorea del santo, di Pierre Legros, e dodici tempere raffiguranti storie della vita del santo di Andrea Pozzo.
All'altare maggiore, realizzato in bronzo dorato e lapislazzuli nel terzo quarto del XVII secolo su disegno di Gian Lorenzo Bernini, si trova al centro una pala con Martirio di S. Andrea apostolo (1668), olio sul tela, di Jacques Courtois detto il Borgognone (XVII secolo); in alto, Raggiera dorata con angeli e cherubini (terzo quarto del XVII secolo) di Ercole Antonio Raggi e nel timpano sovrastante, Statua di S. Andrea apostolo in gloria, marmo di Ercole Antonio Raggi.
Dopo l’altare maggiore, sul lato sinistro, è situata la cappella dedicata al Crocifisso, dove è collocato il Monumento funebre del re Carlo Emanuele IV di Savoia (inizi del XIX secolo), in marmo di Angelo Testa.
Nella cappella successiva, dedicata a S. Stanislao Kostka, si conservano, sotto la mensa d'altare, l’Urna con le spoglie del Santo; all'altare il dipinto di Carlo Maratta Madonna con Gesù Bambino e S. Stanislao Kostka (ultimo quarto del XVII secolo); sulla volta, Gloria di S. Stanislao Kostka (primo quarto del XVIII secolo), affresco di Giovanni Odazzi; alle pareti laterali sono presenti due dipinti di Ludovico Mazzanti con scene della vita di S. Stanislao Kostka .
Infine si trova la cappella dedicata a S. Ignazio di Loyola che presenta all'altare, Madonna con Gesù Bambino, S. Ignazio di Loyola, S. Francesco Borgia e S. Luigi Gonzaga (1726 ca.), opera di Ludovico Mazzanti; sulla volta, Gloria di angeli, affresco di Giuseppe Bartolomeo Chiari (primo quarto del XVIII secolo); alle pareti laterali, Adorazione dei pastori e Adorazione dei Magi olio su tela di Ludovico Antonio David (ultimo quarto del XVII secolo).
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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