Santo Spirito in Sassia - Le Chiese di Roma

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Il Rinascimento
Santo Spirito in Sassia
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Storica chiesa che insieme al grande complesso dell’omonimo ospedale costituisce uno delle più rilevanti strutture quattrocentesche di Roma e presenta una ricca decorazione artistica e reliquie sacre tra cui una di Papa S. Giovanni Paolo II.
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Specifiche
Rettoria-chiesa nazionale (Germania)-luogo sussidiario di culto ddella parrocchia di S. Maria in Traspontina
Proprietà
Ente Religioso Cattolico
Affidamento
Clero Religioso
Accesso
da LUN a SAB 7:15-12:00 e 14:50-19:30; DOM 9:00-12:00 e 14:50-19:30
Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
www.divinamisericordia.it
F. Gizzi- Le Chiese rinascimentali di Roma -Newton-1994
Indirizzo
Via dei Penitenzieri, 12 – Rione Borgo
Realizzazione
Edificio originario dell’VIII secolo, ricostruito nel XVI secolo
Stile architettonico
Rinascimentale
Architetto
Antonio da Sangallo il Giovane (1483-1546) - Ottaviano Nonni Mascherino (1536-1606)
da non perdere
Ciclo di affreschi del XVI secolo; soffitto ligneo
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Storia
La chiesa sorge sul luogo in cui si trovava la chiesa edificata nell’VIII secolo, nella vicinanze della basilica vaticana, per volontà del re Ine di Sassonia e da lui dedicata alla Vergine (S. Maria in Sassia). Il re fece costruire insieme all’edificio sacro, la “Schola saxonum” (da qui deriva la denominazione “in Sassia”), centro di accoglienza per i pellegrini della "nazione" sassone che giungevano in pellegrinaggio alla tomba di Pietro. Il complesso costituiva un intero quartiere, detto in sassone “Burg” (borgo), nome poi rimasto per designare l’intero rione Borgo. La chiesa segui in larga parte le vicende costruttive del vicino ospedale. Venne ricostruita nel 1198, quando prese il nome di Santo Spirito, nel 1383 e infine nel 1471-75 per volontà di Sisto IV e con architettura forse di Baccio Pontelli; di questa fase rimane il campanile, poiché, in conseguenza del Sacco dei Lanzichenecchi del 1527 che l’aveva gravemente danneggiata, fu quasi del tutto ricostruita a partire dal 1538 inizialmente su progetto di Baldassarre Peruzzi, proseguito poi da Antonio da Sangallo il Giovane fino al 1545. Il completamento della facciata e la decorazione interna furono eseguiti negli anni Ottanta del XVI secolo ad opera di Ottaviano Nonni Mascherino. Restauri vennero condotti nel XVIII e XIX secolo, e nuovamente nel 1950-1958. La chiesa nel 1994 è stata elevata a centro di Spiritualità della Divina Misericordia, legato alla figura di S. Faustina Kowalska, istituendola a Santuario della Divina Misericordia.
Esterno
La facciata, attribuita a Ottaviano Nonni Mascherino e realizzata tra il 1585 e il 1590 è preceduta da un ampio sagrato; è a due livelli, con paraste di ordine corinzio che dividono il livello inferiore in cinque campate e quello superiore in tre. Un rosone circolare si apre nella fascia superiore, e al di sopra campeggia lo stemma di papa Sisto V.
Sul fianco della chiesa, ruotato rispetto all'asse della chiesa attuale, si eleva il quattrocentesco campanile, edificato probabilmente su disegno di Baccio Pontelli tra il 1470 e il 1476. Costituito da una torre in laterizio a base quadrata, ripropone in chiave rinascimentale le forme romaniche.
Interno
L’interno, a navata unica con cinque cappelle per lato e un profondo presbiterio absidato, è caratterizzato da una ricca decorazione pittorica del XVI e XVII secolo. Il soffitto ligneo policromo a cassettoni fu realizzato su disegno di Antonio Sangallo il Giovane ed era considerato all’epoca il più bello di Roma.
La prima cappella a destra è dedicata alla Pentecoste: la pala d'altare, opera di Jacopo Zucchi (1583), raffigura la Pentecoste e gli affreschi laterali mostrano il profeta Gioele e S. Giovanni Battista.  
Segue la cappella dell'Assunzione di Maria, con nel catino Scene della vita della Vergine di Livio Agresti (1578); alle pareti trovano spazio la Natività di Maria (1582) e la Circoncisione di Gesù (1585)) opere rispettivamente di Giovanni Battista Lombardelli e Paris Nogari.
Lo spazio successivo, che costituiva un ingresso laterale oggi non più utilizzato, ospita una cantoria e l'organo principale.
La terza cappella sulla destra era originariamente dedicata al Sacro Cuore di Gesù ma è oggi dedicata alla Divina Misericordia e a S. Faustina Kowalska, di cui sono qui conservate alcune reliquie. La pala d'altare contiene una moderna rappresentazione di Cristo che dona la Divina Misericordia (1995).  Gli affreschi laterali mostrano la guarigione del paralitico e la guarigione del cieco nato, opere di Livio Agresti (1578 circa).
L’ultima cappella a destra è dedicata all’Ascensione di Gesù: l'altare, affiancato da un S. Agostino e S. Paolo, è sormontato da una tela raffigurante l'Ascensione, opera di Giuseppe Valeriano (1570).
L'arco absidale è sormontato dalle figure di Isaia e del re Davide, e al centro dallo stemma dell'ordine di Santo Spirito. Le pareti e la volta del coro e dell'abside
furono interamente affrescati dallo Zucchi con la collaborazione del fratello Francesco tra il giugno 1582 e la fine dell'anno successivo; nella parte superiore “Dio Padre”, nel catino “Gesù tra S. Pietro e S. Giovanni Battista”, nella parte inferiore “Pentecoste”, ai lati “Storie dei SS. Pietro e Paolo”. Gli stalli lignei del coro risalgono al 1535-1545.
L'altare maggiore non ha edicola e presenta un tabernacolo del XVII secolo con angeli adoranti in legno dorato opera di Monsù Lorenzo Tedesco.; al di sotto della mensa sono custodite le reliquie dei santi martiri Ninfa, Respicio, Severa e Trifone.
Il catino absidale raffigura Redentore e Spirito Santo, mentre la parete curva è interamente occupata dalla Pentecoste nella parte superiore, mentre in quella inferiore vi sono
Passando la lato sinistro si incontra la cappella dedicata congiuntamente alla Beata Vergine Maria e a S. Giovanni Evangelista.
La pala raffigurante S. Giovanni evangelista è di Andrea Giorgini (1834) ed è affiancata da due affreschi laterali che mostrano il tradizionale tentativo di martirio del santo, entrambi di Marcello Venusti (XVI secolo).
La cappella successiva è dedicata a Papa San Giovanni Paolo II, raffigurato nella moderna pala d'altare (2006). Gli affreschi laterali raffigurano La Natività e La Resurrezione, mentre gli affreschi della volta comprendono scene della Caduta di Adamo ed Eva dal Paradiso, oltre a santi e profeti. Tutti gli affreschi sono stati attribuiti alla scuola di Cesare Nebbia (fine del XVI secolo). In una teca, sul lato destro dell’altare, è custodita la reliquia del sangue del Papa.
Seguono la cappella dedicata al Crocifisso, con un esemplare in legno dipinto del XVII secolo come pala d'altare e ornata con Scene della Passione di Gesù di Pedro de Rubiales (1547) e quindi la cappella dedicata all’Incoronazione della Madonna come Regina del Cielo; la pala d'altare è di Cesare Nebbia (1590) autore anche delle scene della vita di S. Agostino nel catino (1595. Gli affreschi che fiancheggiano l'altare sono di Pompeo Cesura (1571).
Infine, si incontra la cappella dedicata a S. Luigi Gonzaga che ospita sull'altare un gruppo scultoreo di Ignazio Iacometti raffigurante il santo e un giovane (1885), mentre sono di Livio Agresti (1554-1557) i dipinti sulle pareti; il fonte battesimale è della prima metà del XVI secolo.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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