San Silvestro al Quirinale - Le Chiese di Roma

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Il Rinascimento
San Silvestro al Quirinale
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Chiesa di origini antichissime che risalgono al IX-XI secolo, quando era denominata “in Biberatica” per via della vicinanza a via Biberatica. Ha una storia costellata da rifacimenti, modifiche e cambi di gestione, affidata a diversi ordini religiosi.
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Specifiche
Rettoria- luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Ss. XII Apostoli
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Congregazione della Missione (CM)
Accesso
DOM 11:00-12:00.

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra – Itinerario 16- S. Silvestro al Quirinale-Elio De Rosa ed.-1999;
F. Gizzi-Le chiese rinascimentali di Roma-Newton-1994;
sansilvestroalquirinale.com/
Indirizzo
Via Ventiquattro Maggio, 10 – Rione Trevi
Realizzazione
Chiesa originaria dell’XI secolo, ricostruita nel XVI e quindi ristrutturata nel XIX secolo
Stile architettonico
Rinascimentale e neorinascimentale
Architetto
Andrea Busiri Vici (1818-1911)
da non perdere
Affreschi del Domenichino, Giovanni Alberti, Cavalier d’Arpino e Alessandro Algardi; Icona della Madonna della Catena
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Storia
La chiesa ha origini molto antiche: la sua storia sembra aver inizio già nel IX secolo, anche se viene menzionata per la prima volta solo nel 1030 con il nome di Santo Stefano in Caballo, un appellativo dovuto alle colossali statue dei Dioscuri che rappresentarono una presenza costante del colle Quirinale. La chiesa, dal XII secolo ebbe anche il nome di San Silvestro in Biberatica.
Nel 1507 fu affidata da Giulio II ai frati domenicani che ne iniziarono il restauro e l’ampliamento. In seguito, nel 1524 la chiesa venne ricostruita e affidata, con l'annesso convento, ai frati domenicani. Quando questi alla fine del secolo si trasferirono nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, la chiesa passò ai padri teatini che ne fecero la loro casa di formazione per i novizi. La chiesa acquisì la sua maggiore importanza a partire dal 1592, quando i papi iniziarono a risiedere al Palazzo del Quirinale e i conclavi per eleggere un nuovo papa potevano svolgersi presso la Cappella Paolina: dalla chiesa partiva il corteo inaugurale dei cardinali presenti.
Il convento passò al demanio dello Stato dopo l'annessione di Roma al Regno d'Italia e venne trasformato in caserma. Tra il 1873 e il 1877, a causa dei lavori connessi al rifacimento viario dell’area tra il Quirinale e il Viminale, si rese necessario l’abbassamento del livello stradale della via e furono demolite due cappelle e venne smantellata una parte del soffitto. Tra la chiesa e la strada si creò inoltre un dislivello di circa nove metri, mascherato con la costruzione della nuova facciata, su progetto di Andrea Busiri Vici, con un finto portale d’ingresso. La facciata è infatti solo decorativa e a immettere nella chiesa è un piccolo portale laterale seguito da una scalinata.
Esterno
Nel corso della ristrutturazione ottocentesca, la facciata cinquecentesca fu sostituita con quella attuale, opera di Andrea Busiri Vici. Ha due ordini: il primo presenta quattro colonne doriche che sostengono una trabeazione e una cornice dentellata. L'ingresso presenta un'edicola formata da una coppia di colonne doriche che sorreggono un architrave con una semplice iscrizione dedicatoria sormontata da un frontone triangolare. Sopra la fascia marcapiano sovrastante l'ingresso è posta una grande lapide, recante un'epigrafe che ricorda la riedificazione della chiesa.
Il secondo ordine presenta quattro lesene che sostengono una trabeazione con timpano triangolare. L'imponente portale centrale non costituisce l'ingresso alla chiesa, ma immette invece nella cripta; l’ingresso è costituito da un portale situato alla sinistra della facciata che con una scalinata conduce nel lato sinistro del transetto della chiesa.
Il campanile è collocato sulla parete destra all’altezza del transetto. La struttura è costituita da due piccoli archi trionfali, quello inferiore con due fornici e quello superiore uno solo.
Interno
La chiesa è a croce latina e navata unica, con due cappelle per lato, cupola e un ampio presbiterio contenente il coro. Il soffitto a cassettoni, dorato e decorato con scene bibliche, è della seconda metà del XVI secolo e attribuito a Flaminio Boulanger.
L'interno è quasi completamente ricoperto di dipinti, con marmi policromi sulle pareti intermedie.
I portici che immettono alle cappelle hanno due archi semicircolari per lato, e una coppia di archi più grandi per il transetto che raggiungono il soffitto. Gli archi scaturiscono da pilastri con imposte, e sui pilastri sono presenti affreschi raffiguranti S. Francesco, S. Longino, S. Giovanni Battista e S. Filippo Neri. Sopra gli archi della cappella si trovano grandi finestre rettangolari, fiancheggiate da tre affreschi incorniciati su ciascun lato di Stefano Pozzo. Nel pavimento della navata sono presenti numerose lastre tombali.
Sul lato destro si incontra la cappella Biondi dedicata a S. Silvestro: presenta una pala d'altare opera di Avanzino Nucci (inizi del XVII secolo), che raffigura S. Silvestro papa che battezza l'imperatore Costantino. Sulle pareti vi sono affreschi di Giacomo Beltrami (1868) con episodi della vita di S. Silvestro. Anche nella volta del soffitto e nell’arco sono presenti affreschi del Nucci raffiguranti i quattro Dottori latini della Chiesa e dipinti del Beltrami sempre con episodi della vita di S. Silvestro. Quella successiva è la cappella Florenzi che conserva la venerata icona della Madonna della Catena, opera di scuola romana del XIII secolo. I pannelli laterali che fiancheggiano l'altare, eseguiti alla fine del XVI secolo raffigurano a destra S. Cecilia e a sinistra S. Caterina d'Alessandria. Le pareti laterali e nella
volta sono presenti dipinti di Cesare Nebbia aventi per tema scene della vita della Madonna. Nel sottarco si trovano ancora dipinti del Nebbia che raffigurano le sante Maria Maddalena, Cecilia, Agata e Agnese.
Nel lato destro del transetto si trova la cappella dedicata ai Teatini elevati agli altari. Fu arredata intorno al 1630 con una grande pala d'altare di Antonio Alberti raffigurante S. Gaetano da Thiene e S. Andrea Avellino mentre venerano Dio Padre. I dipinti sulle pareti laterali furono eseguiti da Pietro Angeletti nel 1782. In quello di destra è raffigurato il Beato Giovanni Marinoni, in quello di sinistra il Beato Paolo Burali che conforta Papa Pio V ammalato.
A destra del presbiterio si trova la sacrestia che conserva arredi originali del XVII secolo; sopra l'ingresso è una terracotta dipinta della Madonna col Bambino (ca.1450).
La volta del presbiterio è una cupola a piattino molto bassa con pennacchi affrescati con putti e angeli, eseguiti nel 1601 da Giovanni e Cherubino Alberti. Sulla parete sinistra è il Gesù tra i dottori di Biagio Betti (fine del XVI secolo) e sulla parete destra la Madonna con S. Gaetano, di Lazzaro Baldi (1695 ca.).
L'altare vero e proprio è una mensa isolata in marmi policromi, senza baldacchino (XVIII secolo).
Il coro oltre il presbiterio costituisce un'abside rettangolare con una cupola che presenta sei pennacchi in cui sono raffigurati i quattro evangelisti e i profeti Isaia e Geremia, opera di Giuseppe Agellio (1602) ed un affresco raffigurante L’Eterno in gloria ed Angeli anch’esso di. Giovanni e Cherubino Alberti.  
Il lato sinistro del transetto è occupato dalla cappella Bandini dedicata all'Assunzione della Madonna. Si tratta di una grande cappella esterna a pianta quadrata con cupola, progettata da Ottaviano Nonni Mascherino nel 1580. La pianta quadrata è smussata, creando un ottagono irregolare in cui nei lati brevi si aprono quattro nicchie contenenti statue in stucco: la Maddalena e S. Giovanni Evangelista (1628) di Alessandro Algardi, e S. Giuseppe e S. Marta attribuite a Francesco Mochi. Sopra le nicchie delle statue si trovano quattro tondi contenenti scene dell’Antico Testamento, affreschi del Domenichino, eseguiti nel 1628. La pala d’altare raffigura l'Assunta ed è opera di Scipione Pulzone (1585). Nella cappella sono presenti i monumenti funebri di Pier Antonio e Cassandra Bandini e quello del cardinale Ottavio Bandini (1629). Il busto di quest'ultimo è attribuito a Giuliano Finelli.
Proseguendo sul lato sinistro della navata si trova la cappella Ghislieri, dedicata alla Natività. Vi è conservata una tela raffigurante la Natività di Maria, realizzata da Marcello Venusti nel XVI secolo. Sulle pareti laterali la Circoncisione di Cristo e l’Adorazione dei Magi di Jacopo Zucchi, sulla volta il sogno di S. Giuseppe e la strage degli innocenti di Raffaelino da Reggio accanto allo Spirito Santo con angeli. A quest'ultimo si devono anche le raffigurazioni del re Davide e del profeta Isaia sull'archivolto. Quella successiva è la cappella Sannesio, o cappella di Fra’ Mariano, dedicata a S. Caterina da Siena e S. Maria Maddalena: si tratta della cappella più antica della chiesa, progettata da Onorio Longhi (1525) su commissione di Fra’ Mariano del Piombo, importante funzionario durante il papato di Leone X. il pavimento è decorato con piastrelle maiolicate, opera di Luca della Robbia, mentre gli affreschi di Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze, con scene della vita di S. Caterina da Siena e di S. Maria Maddalena, costituiscono il primo esempio romano della rappresentazione della natura e del paesaggio indipendente dal soggetto sacro. Lo zoccolo delle pareti è coperto da un fregio monocromo con putti mentre la volta della cappella fu successivamente affrescata dal Cavalier d’Arpino.
La pala d'altare raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Michele, Giovanni Evangelista, Caterina e Maria Maddalena è opera anonima della fine del XVI secolo. Nella volta del soffitto il Cavalier d'Arpino ha dipinto scene della vita di S. Stefano Diacono.
Addossati alla controfacciata sono i monumenti funebri al cardinale Federico Cornaro, opera di Giovan Battista Della Porta e a Prospero Farinacci.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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