Sette e Ottocento
Santi Celso e Giuliano ai Banchi
Molto famosa nel Medioevo per la sua centrale posizione sulla via del Banco di S. Spirito, questa chiesa nel Cinquecento fu demolita per ampliare la via. Successivamente ricostruita in tono minore, è un bell'esempio di arte settecentesca.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Giovanni Battista dei Fiorentini |
Proprietà | Santa Sede |
Affidamento | Clero diiocesano |
Accesso | LUN 15:00-19:15; da MAR a VEN 07:15–13 e 15–19:15; DOM 24 ore su 24 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra – Itinerario 11-Elio De Rosa editore-1997; F. Gizzi- Le Chiese di Roma del Sette e Ottocento-Newton-1995 |
Indirizzo | Vicolo del Curato, 12 – Rione Ponte |
Realizzazione | Edificata nel V secolo e ricostruita nel 1733 |
Stile architettonico | Rococo |
Architetto | Carlo De Dominicis (1696-1758) |
da non perdere | Dipinto dell’Altare maggiore |
Storia
Celestino I nel 432 fece edificare una piccola chiesa dedicata ai santi Celso e Giuliano, martiri sotto le persecuzioni dei Diocleziano del 303. Nel 1198 la chiesa fu dichiarata cappella papale da Innocenzo III. Demolita agli inizi del Cinquecento nell’ambito del progetto di Giulio II su via Giulia, fu ricostruita solo nel 1733 su progetto di Carlo de Dominicis e poi fu nuovamente restaurata nel 1868 da Andrea Busiri Vici.
Esterno
La facciata è a due ordini e presenta nell’inferiore un portale d’ingresso sormontato da una finestra ovale con ai lati due nicchie vuote. Nell’ordine superiore apre una grande finestra ad arco decorata con teste di cherubini. I due ordini sono separati da una trabeazione e sul fregio si trova un'iscrizione dedicatoria.
Interno
L’interno è a pianta ellittica con copertura a cupola e tre cappelle per lato.
La cupola è divisa in otto settori da un ampio costolone modanato incentrato su una Colomba dello Spirito Santo in gloria con teste di putto nell'oculo.
Le cappelle sul lato destro sono dedicate alle sante Artemia e Januaria, con una pala d'altare di Gaetano Lapis del 1737; a S. Maria Maddalena, con pala d'altare di Emmanuele Alfani del 1736 e quindi la cappella della Crocifissione con un crocifisso de XV secolo.
L'abside nel presbiterio ha una volta propria, con un catino sorretto da pennacchi e una finestra ovale orizzontale sopra l'altare. Sull’altare maggiore è posto un dipinto raffigurante il "Cristo in gloria e i santi Celso, Giuliano, Marconilla e Basilissa", capolavoro di Pompeo Batoni del 1738.
I dipinti sulle pareti laterali dell'abside raffigurano La vittoria di S. Celso sui sacerdoti pagani di Francesco Caccianiga e S. Giuliano che resuscita i morti di Giacomo Triga (1736).
Passando al lato sinistro si trovano le cappelle della Madonna delle Grazie, con copia dell’icona del XVI secolo di Santa Maria della Consolazione; la cappella di S. Liborio, con pala di Giuseppe Valeriani del 1736 e quindi la cappella del Battesimo di Cristo, con pala di Giuseppe Ranucci, sempre del 1736.
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