Sette e Ottocento
Santi Claudio e Andrea dei Borgognoni
E’ una delle cinque chiese francofone di Roma, officiata dai Padri Sacramentini che promuovono l’adorazione eucaristica nel cuore di Roma, con l’esposizione solenne e quotidiana del Sacramento.
Specifiche | Rettoria-chiesa nazionale estera (Francia)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Andrea delle Fratte |
Proprietà | Ente straniero in Italia-Stabilimenti Pii Regi Francesi |
Affidamento | Congregazione del Santissimo Sacramento (SSS) |
Accesso | 8:00-13:00 e 16:00- 20:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra–Itinerario 5-Ss. Andrea e Claudio dei Borgognoni-1996; https://www.sanclaudio.it/; Padri Sacramentini-Chiesa di S. Claudio F. Gizzi- Le Chiese di Roma del Sette e Ottocento -Newton-1995. |
Indirizzo | Piazza San Claudio – Rione Trevi |
Realizzazione | Costruita nel 1729 su di un preesistente oratorio |
Stile architettonico | Rococo |
Architetto | Antoine Deriset (1685-1768) |
da non perdere | Opere di Antonio Bicchierai, Jean François de Troy e Placido Costanzi |
Storia
La chiesa è legata ai Borgognoni provenienti dalla Franca Contea che, verso la fine della Guerra dei trent’anni, in circa dodicimila emigrarono a Roma, unendosi a una comunità che già dalla metà del Quattrocento vi si era stabilita attorno all’attuale via del Corso. I borgognoni nel 1652 si costituirono in confraternita acquistando un oratorio nella zona da loro abitata e nel 1662 accanto alla chiesa fu aperto un ospizio per i pellegrini. Papa Innocenzo XI proclamò l'oratorio chiesa nazionale dei Borgognoni. Quando nel 1678, con il trattato di Nimega, la Franca Contea fu annessa al regno di Francia, un'altra ondata di profughi giunse a Roma e contribuirono a connotare ancor più la zona (anche la vicina via Borgognona ne ricorda l’insediamento). Nel 1726 fu demolita l'antica chiesa seicentesca e nel giugno del 1728 iniziarono i lavori del nuovo edificio, affidati dapprima a Sebastiano Cipriani e completati poi da Antoine Dériset che disegnò anche la facciata e diresse i lavori per il rifacimento dell'ospizio. Nel 1729 fu terminato l’esterno, come recita l’iscrizione sopra il portale d’ingresso, e nel 1731 fu consacrata e dedicata ai due santi Claudio, martire del III secolo, e Andrea apostolo.
Nel 1886 la chiesa fu data in gestione ai Padri Sacramentini che ancora oggi si dedicano all'animazione eucaristica con l'esposizione solenne e quotidiana del Ss. Sacramento.
Esterno
La facciata a due ordini apre in quello inferiore un portale incluso in un arco a tutto sesto con ai lati le statue dei Santi Claudio e Andrea. Nell’ordine superiore si trovano una finestra e il timpano di coronamento. Ai lati della facciata, in due grandi nicchie campeggiano le statue di Sant'Andrea (a sinistra) e di San Claudio, scolpite nel 1771 rispettivamente da Luc Bréton e da Guillaume-Antoine Grandjacquet.
Interno
L’interno è a croce greca e cupola emisferica: nei pennacchi sono raffigurati gli stucchi dei Quattro evangelisti, mentre nei quattro archi su cui appoggia la cupola vi sono stucchi di Angeli e allegorie della Passione, della Speranza e della Fede.
La prima cappellina sul lato destro è dedicata a S. Giuseppe: vi sono opere moderne di Cleto Luzzi (1949), con Sogno di S. Giuseppe e Fuga in Egitto, mentre sull'altare è presente un S. Giuseppe tra due angeli di Guido Francisi.
Nell’altare laterale sulla destra vi è l'urna in marmi policromi, opera di Corrado Mezzana, con le spoglie di Pierre-Julien Eymard, fondatore dei Padri Sacramentini. Sopra l'altare vi è una tela di Placido Costanzi che raffigura S. Claudio che affida a S. Carlo Borromeo i cittadini della Franca Contea (XVIII secolo).
L'altare maggiore costituisce la sintesi più espressiva della caratteristica di questa chiesa, la più nota in Roma come chiesa dell'adorazione: sopra l'altare, una scultura in bronzo raffigurante il Globo terrestre fa da trono all'esposizione eucaristica all'interno di una raggiera dorata; sopra la raggiera, un affresco di Antonio Bicchierai raffigura L'Eterno benedicente (XVIII secolo).
L’altare del lato sinistro presenta all’altare la Resurrezione, opera di Jean Francois de Troy (XVIII secolo), e ai lati pitture moderne che rappresentano S. Claudio e S. Giuseppe Benedetto Labre. La cappellina che segue, dedicata alla Madonna del Santissimo Sacramento, presenta all’altare una Madonna con il Bambino, opera del Francisi; le pitture murali sono del Luzi, il cui monogramma compare nel tondo con l’Angelo che tiene l’uva.
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