San Giovanni della Pigna - Le Chiese di Roma

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Il Barocco
San Giovanni della Pigna
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La chiesa è dedicata a S. Giovanni Battista; l'appellativo della Pigna fa riferimento alla grande pigna di bronzo scoperta nella zona, oggi conservata nel Cortile della Pigna all'interno della Città del Vaticano.
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Specifiche
Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Aquiro
Proprietà
Diocesi di Roma
Affidamento
Clero diocesano
Accesso
Da LUN a SAB 8:00-9:00 e 18:00-19:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra- Itinerario 9–Elio De Rosa editore-1997
Indirizzo
Piazza della Pigna, 51 – Rione Pigna
Realizzazione
Chiesa originaria del X secolo, ricostruita nel 1624 e ristrutturata nell’Ottocento
Stile architettonico
Barocco
Architetto
Angelo Torrone (nd-nd)-Virginio Vespignani (1808-1882)
da non perdere
Pala dell’altare maggiore; tombe del Trecento
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Storia
Originariamente dedicata ai santi martiri Eleuterio e Genesio, la chiesa è detta anche dei Porcari, dalla famiglia che nel medioevo ebbe alcune case nelle immediate vicinanze, ed è documentata in una bolla papale di papa Agapito II del 955 e in una di Giovanni XII del 962. Essendo caduta in rovina, nel 1584, papa Gregorio XIII la concesse all'Arciconfraternita della Pietà verso i carcerati che incaricò Angelo Torrone per la riedificazione, terminata nel 1624 assumendo il titolo di San Giovanni della Pigna.  L'appellativo della Pigna fa riferimento ad una grande pigna di bronzo scoperta nella zona, oggi conservata nel Cortile della Pigna all'interno della Città del Vaticano.
Nuovi restauri si sono avuti nel Settecento, nel 1837 sotto la direzione di Virginio Vespignani e nel 2007.
Esterno
La facciata è a capanna; il cornicione reca una iscrizione in latino che ricorda la passata presenza all'interno della chiesa dell'Arciconfraternita della Pietà verso i carcerati, ed è sorretto da quattro paraste con capitelli ionici che dividono la facciata in tre settori verticali: ognuno dei due laterali ospita, in alto, una finestra rettangolare priva di cornice e davanzale; nel settore centrale, invece, si trova il portale, che presenta un architrave con un bassorilievo raffigurante un angelo ed un frontone circolare. La facciata è coronata da un timpano sormontato da una croce in ferro.
Interno
L'interno della chiesa è a navata unica ed è frutto dei rifacimenti del XVIII secolo. All’inizio della navata sono collocate le trecentesche tombe di Nicola e Giuliano Porcari con decorazione a mosaico.
La navata, in cui è presente un grande lampadario, è coperta con volta a botte lunettata e vi si trovano, entro grandi nicchie intervallate da lesene in marmi policromi, quattro altari laterali, due per lato.
Il primo altare a destra è dedicato a S. Eleuterio papa e conserva il dipinto del martirio del santo, realizzato nel 1738 da Giacomo Zoboli. Il secondo altare di destra è dedicato a S. Genesio di Arles e la pala d'altare di autore ignoto del XVIII secolo raffigura il suo battesimo.
Il presbiterio, delimitato da una balaustra e composto da una campata a pianta quadrata con volta a cupola dipinta e da un'abside semicircolare con, sulla volta, una decorazione a cassettoni. L'oculo presenta la Colomba dello Spirito Santo e i pennacchi hanno quattro tondi con affreschi degli Evangelisti del XIX secolo.
Nell'abside, l'altare maggiore in marmi policromi presenta una pala con S. Giovanni Battista, degli inizi del XVII secolo, opera di Baldassare Croce, e sopra la trabeazione si trova un pannello incorniciato contenente una Pietà di Luigi Garzi (XVIII secolo) e, più in alto, nel catino absidale, un gruppo di putti in stucco che venerano la Croce.
Passando al lato sinistro si incontra l’altare dedicato a S. Teresa d’Avila, con una pala d'altare raffigurante la visione di Cristo, attribuita ad Antonio Gherardi (fine Seicento). L’altare seguente è dedicato alla Madonna ed ospita la tela Madonna col Bambino e Angeli, del XVIII secolo, copia di un'immagine del XIV secolo della Madonna di San Luca, custodita nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Sulla cantoria in controfacciata, si trova un organo a canne, costruito agli inizi del XVIII secolo.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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