il Medioevo
San Giovanni in Laterano
La Papale arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano, meglio nota come basilica di San Giovanni in Laterano è la cattedrale di Roma e, per definizione, la “madre di tutte le chiese del mondo”.
Specifiche | Basilica Papale |
Proprietà | Santa Sede |
Affidamento | Clero diocesano |
Accesso | 7:00-18:30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra- Itinerario 19–Elio De Rosa editore-2000; La Basiliche Maggiori di Roma-San Giovanni in Laterano-Scala Group-2013 www.vatican.va/various/basiliche/san_giovanni/ |
Indirizzo | Piazza di San Giovanni in Laterano, 4 – Rione Monti |
Realizzazione | Nucleo originario del IV secolo, modificato nei secoli fino al 1650. Facciata del XVIII secolo |
Stile architettonico | Paleocristiano e barocco |
Architetto | Francesco Borromini (1599-1667) - Alessandro Galilei (1691-1737) |
da non perdere | In facciata 15 statue di Cristo e Apostoli, portale in bronzo portato dalla Curia. All’interno: Altare papale, Affresco con Bonifacio VIII (Giotto), Cappella Corsini con pala d’altare in mosaico, Chiostro con mosaici in marmo, Battistero. |
Storia
La chiesa cattedrale di Roma, il cui nome per esteso è Arcibasilica Papale e Cattedrale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano, sorge sullo stesso luogo della basilica fatta erigere da Costantino intorno al 314 su terreni già di proprietà della famiglia dei Laterani, dalla quale prende nome tutta l’area. Quando nel 313 Costantino riconobbe al Cristianesimo libertà di culto, volle infatti offrire alla chiesa nascente un luogo adatto per svolgere pienamente il proprio ministero spirituale e donò a Papa Milziade i terreni per edificare una domus ecclesia.
La basilica venne consacrata nel 324 da Papa Silvestro I che la dedicò al Santissimo Salvatore; nel IX secolo, papa Sergio III la dedicò anche a San Giovanni Battista, e nel XII secolo, papa Lucio II aggiunse anche San Giovanni Evangelista.
Per quasi mille anni, dalla fondazione al periodo avignonese, fu la più importante chiesa della cristianità, centro del potere papale e residenza del pontefice. Ripetutamente danneggiata e restaurata, la basilica fu continuamente arricchita nel corso dei secoli. Niccolò IV commissionò a Jacopo Torriti il mosaico absidale (1289-1291) e per il giubileo del 1300 Bonifacio VIII edificò la Loggia delle Benedizioni.
La cattività avignonese (1309-1377) segnò l'abbandono di Roma da parte dei papi e determinò l’inizio di un periodo di declino della basilica che nel maggio 1308 andò quasi completamente distrutta in un furioso incendio. Tuttavia, da Avignone, papa Clemente V e papa Giovanni XXII inviarono il denaro necessario alla ricostruzione e al mantenimento della basilica, ma la chiesa non tornò più al suo splendore originario. Con il ritorno del papato a Roma dopo la parentesi avignonese, il Laterano era ormai in pessime condizioni e Gregorio XI e i suoi successori scelsero di spostare la loro residenza al Vaticano e il Laterano perse parte della sua importanza a vantaggio di San Pietro.
Nonostante questo, lo stesso Gregorio XI dotò la basilica di un nuovo portale, ornato da leoni, riedificando al contempo la facciata settentrionale, e Martino V fece affrescare l’interno da Gentile da Fabriano e Pisanello (1431-1432), Sisto V sostituì alla fine del Cinquecento la Loggia delle Benedizioni con quella tuttora visibile, Clemente VIII fece decorare il transetto (1599-1600) da Giacomo Della Porta. In vista del Giubileo del 1650 Innocenzo X Pamphili affidò a Francesco Borromini il rifacimento dell’interno, di cui volle comunque conservare l’impianto complessivo a cinque navate ed il cinquecentesco soffitto a cassettoni della navata mediana. Borromini intervenne in due riprese: tra il 1645 ed il 1650 rimodellò l’interno, negli anni 1656-57 sistemò il pavimento e ricompose con gusto barocco i frammenti degli antichi monumenti funerari.
Nel 1660, papa Alessandro VII fece trasferire dalla Chiesa di Sant’Adriano al Foro Romano i battenti di bronzo dell’antica Curia romana che oggi costituiscono il grande portone centrale della Basilica.
Tra il 1732 ed il 1735, sotto il pontificato di Clemente XII Corsini, venne finalmente completata la facciata della basilica con il nuovo prospetto di Alessandro Galilei e vennero collocate nei nicchioni di Borromini le statue dei dodici Apostoli.
L’ultimo grande restauro si ebbe nel XIX secolo, prima sotto Pio IX, che fece restaurare il tabernacolo e la confessione; poi, sotto Leone XIII che dal 1876 al 1886 incaricò Francesco Vespignani di demolire l’abside e ricostruirlo più dietro.
In occasione del grande Giubileo del 2000, venne inaugurata la nuova Porta Santa, opera dello scultore Floriano Bodini.
Esterno
La facciata principale, costruita nel 1732 su progetto di Alessandro Galilei, presenta un solo ordine di lesene e semicolonne, timpano centrale e una balaustra coronata da colossali statue raffigurante Cristo con la croce tra i santi Giovanni Battista ed Evangelista e i dottori della Chiesa.
Sul cornicione una iscrizione ricorda l’erezione della facciata voluta da Clemente XII; nel timpano si trova un mosaico proveniente dalla basilica paleocristiana raffigurante il Cristo.
Il portico, ornato da ventiquattro pilastri marmorei custodisce una statua di epoca romana raffigurante Costantino e altorilievi marmorei con Storie della vita del Battista. L'accesso dal portico all'aula basilicale è dato da cinque porte: la porta centrale proviene dalla Curia Iulia Ostilia, ed è stata riadattata dal Borromini per la chiesa. Nel 2000, la basilica ha acquisito un’altra porta di bronzo, opera di Floriano Bodini, alle quattro che possedeva, che è stata istallata tra gli stipiti della trecentesca porta santa.
La facciata del transetto nord, inquadrata tra due campanili medioevali dell'epoca di Pio IV, è preceduta da un ampio portico con loggiato, opera di Domenico Fontana. Sul soffitto del portico e su quello della loggia si trovano degli affreschi eseguiti sotto Sisto V raffiguranti Angeli e Santi. In fondo sulla destra, in una nicchia chiusa da un cancello, si trova la statua bronzea di Enrico IV di Francia.
Interno
L’interno si presenta nella sistemazione seicentesca ideata dal Borromini. La basilica ha cinque navate: mentre quella centrale ha il soffitto a cassettoni e le due limitrofe a piccole cupolette, le navate laterali hanno il soffitto piatto e sono divise in campate quadrate e rettangolari da lesene. Nella navata centrale, in alcune nicchie ricavate nei pilastri, si trovano le statue dei dodici Apostoli, inserite nella basilica con gli interventi del Borromini, opere di vari artisti, tra cui Camillo Rusconi, Pierre Legros e Angelo de' Rossi. Negli spazi tra una finestra e l'altra ci sono dei tondi dipinti raffiguranti i Profeti. La pavimentazione è quella cosmatesca della basilica medioevale.
Nel primo pilastro sulla destra della navata, sigillato sottovetro, si conserva Il frammento di affresco che celebra la promulgazione dell'indulgenza dell'anno centenario 1300 da parte di Bonifacio VIII, attribuito dalla tradizione storiografica a Giotto.
II soffitto della navata centrale, attribuito a Michelangelo, a Daniele da Volterra e a Pirro Ligorio, è stato realizzato da Flaminio Boulanger; nel riquadro centrale sono posti gli stemmi pontificali di Pio IV e di Pio V sotto i cui pontificati furono condotti i lavori di completamento. Lungo le navate laterali più esterne si aprono una serie di cappelle intervallate da tutta una serie di monumenti funebri.
Nella navata esterna destra la prima che si incontra è la cappella Orsini, dedicata a S. Maria Assunta, con all’altare un affresco celebrativo dell'Immacolata Concezione opera di Placido Costanzi (XVIII secolo).
La seconda cappella, della famiglia Torlonia, è decorata con cassettoni e stucchi dorati. Gli Evangelisti, scolpiti a bassorilievo nei pennacchi, sono di Giuseppe Galli. Sopra l'altare vi è la Deposizione dalla Croce in altorilievo di Pietro Tenerani (XIX secolo). Le statue delle nicchie ai lati dell'altare rappresentano le Virtù Cardinali.
Segue la cappella Massimo, dedicata al Ss. Crocifisso, progettata da Giacomo
della Porta (1564-1570); sopra l'altare, si trova una tavola della Crocifissione di Girolamo Siciolante detto il Sermoneta (1575); di rilievo una tela del Cavalier d'Arpino sull'apostolo Giovanni in vecchiaia contornato dai discepoli.
Si incontra poi la cappella della Confessione, dedicata a S. Giovanni Evangelista, che presenta un affresco raffigurante S. Giovanni che ha la visione dell’Immacolata nell’isola di Patmos, opera di Lazzaro Baldi (1703).
Il transetto nord della basilica ospita nella controfacciata l'organo cinquecentesco di Luca Blasi decorato da Giovan Battista Montano. Si incontra quindi la Cappella del Crocifisso: l’affresco sull’altare raffigura la Presentazione di Gesù al tempio, di Francesco Grandi (XIX secolo). Segue la cappella Colonna, detta del Coro, opera di Girolamo Rainaldi (XVII secolo).
Il Ciborio, di Arnolfo di Cambio, è ornato da 12 riquadri in affresco, di Barna da Siena; nella parte alta le custodie d’argento racchiudono le reliquie delle teste degli apostoli Pietro e Paolo. Nella parte retrostante si trova la cattedra papale cosmatesca decorata con marmi policromi e con bassorilievi; sotto il tabernacolo l’altare papale e, nella parte inferiore, la cappella della Confessione, circondata da una balaustra. Dal cancelletto si scende per due rami di scala al sepolcro di Martino V, opera di Simone di Giovanni Ghini. Alla testa del sepolcro vi è la statua lignea di san Giovanni Battista, opera di Donato da Formello.
Il Presbiterio è un rifacimento del tempo di papa Leone XIII (XIX secolo), eseguito, mantenendo le forme antiche, da Francesco Vespignani. Alle pareti affreschi di Francesco Grandi. Il catino absidale contiene il mosaico di Jacopo Torriti (XIII secolo) raffigurante in alto, fra le nubi, Cristo a mezzo busto circondato da angeli; in basso nel mezzo, la Croce di Cristo e la colomba dello Spirito Santo; sulla sinistra, la Vergine che presenta il committente Nicolò IV inginocchiato, i santi Paolo, Pietro, Francesco d'Assisi, Giovanni Battista, Antonio da Padova, Giovanni Evangelista e Andrea. Al centro del mosaico si trovano la Croce di Cristo e la colomba dello Spirito Santo.
Nel transetto sud, si trova la cappella Clementina o del Ss. Sacramento di Paolo Olivieri (XVI secolo), sormontata da un grande affresco del Cavalier d’Arpino raffigurante l’Ascensione; il tabernacolo è opera di Pompeo Targone. Ai lati della cappella statue dei profeti Elia, Mosè, Melchisedech e di Aronne. Sulle pareti affreschi del Cavalier d’Arpino, Cesare Nebbia, Nogari, Ricci e del Baglione.
Passando alla navata esterna sinistra, si incontra la cappella di S. Ilario: l’affresco sull'altare rappresentante S. Ilario che ha la visione della Ss. Trinità è opera di Jacques Courtois detto il Borgognone (XVII secolo).
Quella successiva è la Cappella Lancellotti, dedicata a S. Francesco d’Assisi, progettata da Carlo Maderno e rimaneggiata da Giovanni Antonio de Rossi (XVII secolo); la cupola è di Francesco Capriani da Volterra; sull’altare la pala raffigura S. Francesco in atto di ricevere le stimmate, di Tommaso Laureti. I tondi in stucco della volta, di Filippo Carcani (XVII secolo), rappresentano episodi della vita di S. Francesco.
Segue la cappella Sanseverina, dedicata alla Madonna delle Grazie, di Onorio Longhi (XVII secolo); sull’altare, Crocifisso attribuito a Stefano Maderno, sotto, Madonna col Bambino (XVI secolo), del Perugino. La cappella successiva, della famiglia Antonelli, è dedicata alla Dormitio Beatae Mariae Virginis o all'Assunta: presenta sopra l'altare l'affresco dell'Assunta fra i santi Domenico e Filippo Neri iniziato da Giovanni Oddazzi e completato da Ignaz Stern (fine XVII secolo).
Infine si incontra la Cappella Corsini, di Alessandro Galilei; fra due colonne la pala d’altare è una copia in mosaico del S. Andrea di Guido Reni; nel nicchione di sinistra si trova il monumento funebre a Clemente XII le cui spoglie sono nell'urna di porfido.
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