Il Barocco
Santa Lucia in Selci
Annessa all’omonimo monastero, costituisce un piccolo gioiello nascosto e poco sconosciuto.
Specifiche | Chiesa annessa-luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Ss. Martino e Sivestro ai Monti |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Monache Agostiniane (O.S.A.) |
Accesso | DOM 9.30-10.30 e 13 dicembre tutto il giorno |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 31-Elio De Rosa editore-2005 F. Gizzi - Le Chiese Barocche di Roma – Newton -1994 |
Indirizzo | Via in Selci, 82 – Rione Monti |
Realizzazione | Le origini della chiesa risalgono al VI secolo, ma fu restaurata nella prima metà del Seicento. |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Carlo Maderno (1556-1629)-Francesco Borromini (1599-1667) |
da non perdere | Dipinti del Cavalier D’Arpino e di Giovanni Lanfranco |
Storia
La chiesa di Santa Lucia in Selci è un'antica diaconia istituita da papa Simmaco nel V secolo sui resti di un antico edificio romano, il Portico di Livia per essere poi interessata da diversi interventi di restauro e modifiche nei secoli successivi. La chiesa ha avuto diversi nomi nel corso dei secoli: il più comune, Santa Lucia in Selci, deriva dagli antichi basoli della strada adiacente, via in Selci (l'antico Clivus Suburanus); per qualche tempo la chiesa fu denominata anche "Santa Lucia in Orfea", che allude al "Lacus Orphei" (Fontana di Orfeo), una fontana ornata da una statua del mitologico Orfeo, situata nelle vicinanze della chiesa. La chiesa fa parte di un monastero del XIII secolo appartenuto prima ai Benedettini, poi ai Certosini, poi, dal XVI secolo, alle suore Agostiniane che ancora ne sono titolari. La chiesa agostiniana fu poi completamente ricostruita a partire dal 1604 da Carlo Maderno e fu nuovamente modificata nel 1637-1638 da Francesco Borromini che apportò numerose modifiche all'interno.
Esterno
Il complesso ma poggia su un lungo isolato che corre lungo la strada: la chiesa si trova al piano terra di questa, e non ha alcuna identità architettonica e ciò comporta che non presenti una facciata. Il complesso presenta un ingresso preceduto da una breve rampa di scale; oltre la porta si trova un vestibolo con la porta del monastero sulla destra e quella della chiesa a sinistra. L'ingresso della chiesa presenta un portale in pietra, sopra il quale è l’iscrizione dedicatoria.
Interno
L’interno è a navata unica con tre cappelle per lato, di cui le ultime due sono occupate da altari. La volta a botte, raffigurante la Gloria di Santa Lucia risale al XIX secolo ed è di autore ignoto.
La prima cappella sul lato destro è la cappella Vanini, dedicata a S. Lucia; la pala d'altare, opera di Giovanni Lanfranco raffigura il Martirio di S. Lucia. La cappella successiva, dedicata a S. Agostino conserva all’altare la Visione di S. Agostino di Andrea Camassei (1635).
L'altare maggiore è di stile neoclassico del XIX secolo, che ha sostituito l’originale del Borromini. Il dipinto sopra l'altare maggiore raffigura l'Annunciazione ed è opera di Anastasio Fontebuoni (1606). Ai lati dell'altare maggiore c'è una coppia di porte che conducono al coro delle monache, sopra il quale si trovano due pannelli con diversi dipinti di Baccio Ciarpi eseguiti dopo il 1617.
Passando al lato sinistro, si trova la cappella del Santissimo Sacramento con la pala d’altare di Andrea Camassei che raffigura la Madonna che riceve la Comunione da S. Giovanni Evangelista. Il tabernacolo è costituito da un piccolo ciborio, attribuito al Maderno, con statue in marmi policromi e dorati dei santi Elisabetta d'Ungheria, Agostino, Lucia e Monica, madre di Agostino. Segue la cappella Landi, progettata da Borromini nel 1637-1638, con la pala d'altare raffigurante la Santissima Trinità venerata dai santi Agostino e Monica, opera del Cavaliere d'Arpino.
Sulla controfacciata sopra l'ingresso si trova la cantoria cantorie o balcone per musicisti solisti e l'organo. Sotto il balcone è un tondo ovoidale quadrilobato contenente un affresco di Dio Padre del Cavaliere d'Arpino.
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