Sant'Ivo dei Bretoni - Le Chiese di Roma

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Sette e Ottocento
Sant'Ivo dei Bretoni
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E’ una delle cinque chiese nazionali francesi di Roma. La chiesa originaria, gravemente danneggiata e poi demolita, è stata ricostruita più piccola alla fine del XIX secolo.
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Specifiche
Rettoria-chiesa nazionale (Francia)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Agostino in Campo Marzio
Proprietà
Ente straniero in Italia-Stabilimenti Pii Regi Francesi
Affidamento
Clero di altra diocesi
Accesso
DOM e GIO 18:30

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra – Itinerario 6- Elio De Rosa editore-1996;
www.saintyvesdesbretons.wordpress.com
Indirizzo
Vicolo della Campana, 8 – Rione Campo Marzio
Realizzazione
Chiesa medievale più volte distrutta e ricostruita nel XIX secolo
Stile architettonico
Neorinascimentale
Architetto
Luca Carimini (1830-1890)
da non perdere
Reliquiario
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Storia
L'attuale chiesa fu edificata nei pressi o sopra un'antica chiesa medievale, Sant'Andrea de Mortarariis, la cui più antica testimonianza è una bolla di papa Innocenzo II (prima metà del XII secolo). Il nome deriverebbe dalla confraternita dei marmisti di Roma: infatti in documenti successivi la chiesa l'appellativo in uso è de marmorariis. Papa Niccolò V, nel XV secolo, concesse la chiesa ai Bretoni come loro chiesa nazionale, confermata da papa Callisto III nel 1455. La chiesa aveva annesso un ospizio per i pellegrini francesi. Questa antica chiesa fu distrutta nel XVI secolo e ricostruita con titolo di Sant'Ivo: della chiesa medievale rimase solo il campanile, ma anch'esso crollò nel 1875. Questa nuova chiesa, lasciata in stato di abbandono e continuamente allagata dalle piene del Tevere, fu demolita nel 1875.
Al posto del vecchio edificio di culto, il governo francese provvide a ricostruire una nuova chiesa dedicata a Sant'Ivo in un luogo vicino alla precedente: la facciata della nuova chiesa, infatti, opera di Luca Carimini del 1888, è situata nel lato opposto di quella demolita.
Durante la costruzione della nuova chiesa vennero rinvenuti resti e vestigia antiche, oggi conservate nel palazzo annesso alla chiesa di San Luigi dei francesi.
Esterno
La chiesa è inglobata in un edificio secolare più ampio, per cui la facciata è circondata dal prospetto di quest'ultimo. Si sviluppa su tre ordini ed è protetta da una cancellata. Nel primo ordine, il portale d’ingresso è inquadrato da un architrave e da una coppia di colonne che sorreggono una lunetta che a sua volta sorregge un grande frontone. Nel secondo ordine sono presenti stemmi e nel terzo uno rosone. Il portone ligneo d’ingresso è sovrastato da una lunetta con un medaglione maiolicato raffigurante la Madonna col Bambino, venerata dai santi Ivo e Bernardo. Al di sopra del portale è posta l’iscrizione dedicatoria.
Interno
La chiesa è a navata unica, con abside circolare e cappelle su ciascun lato della navata. L'interno, decorato in stile neorinascimentale, è dominato da un grande arco trionfale che presenta colonne corinzie in granito rosa che sostengono un archivolto semicircolare con cassettoni. Nei pennacchi c'è una coppia di angeli in stucco che reggono una ghirlanda e una corona. Il pavimento, rifatto in marmi policromi, presenta alcuni elementi del mosaico originario.
Sulla parete destra si apre la cappella del Sacro Cuore: sull’altare, entro una nicchia, è posta una statua in stucco raffigurante un Gesù del Sacro Cuore. Qui si trova anche una serie di quattro medaglioni con ritratti dei santi Dionigi di Parigi, Radegonda, Germaine Cousin e Francesco di Sales, opera di Riccardo Mancinelli.
L'abside presenta un porticato a tre archi e un grande catino che culmina in una finestra lunetta. L'arco centrale contiene il piccolo altare maggiore, che una volta ospitava il busto dorato del santo patrono, ora conservato in San Luigi dei Francesi. Gli affreschi del catino absidale e della volta del soffitto sono opera di Ludwig Seitz (1879-1881). Il primo raffigura Cristo in gloria, venerato dai santi francesi Clotilde, Martino, Ivo, Luigi, Bernardo e Genoveffa.
La cappella di sinistra, dedicata alla Vergine, ha elementi decorativi pressochè identici alla cappella del lato destro. Il rilievo sull’altare raffigura una Madonna con il Bambino (XV secolo). Negli scomparti del catino sono presenti nella parte superiore cinque medaglioni raffiguranti episodi dell’Annunciazione, opra di Paolo Bartolini; nella parte sottostante altri quattro medaglioni opera del Mancinelli che rappresentano i santi Giovanni Evangelista, Anna, Gioacchino e Giovanni Battista.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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