Il Barocco
Santa Maria in Montesanto
La basilica si colloca nella tradizione architettonica del barocco romano e dal punto di vista storico-artistico, lega il suo nome ad alcuni tra i più importanti architetti del Seicento che, nella Roma delle grandi committenze papali, furono invitati a progettarne la struttura.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria del Popolo |
Proprietà | Diocesi di Roma |
Affidamento | Clero diocesano |
Accesso | da LUN a VEN 17.00- 19.30; SAB 16.00-19.00; DOM 11.30- 13.30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra- Itinerario 1–Elio De Rosa editore-1995; F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton Compton-1994; chiesadegliartisti.it |
Indirizzo | Piazza del Popolo – Rione Campo Marzio |
Realizzazione | Iniziata nel 1662 venne interrotta, la costruzione riprese nel 1673 fu completata nel 1679. Venne restaurata nel 1825 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Carlo Rainaldi (1611-1691) - Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) - Carlo Fontana (1638-1714) |
da non perdere | Sulla balaustra: statue di santi (disegno di Bernini). All’interno: statue di santi (Filippo Carcani), Putti in marmo (Pietro Paolo Naldini), “Vergine di Montesanto”, affreschi del Baciccia |
Storia
La chiesa deve il suo nome a una struttura preesistente dedicata alla Vergine officiata dai domenicani della provincia di Monte Santo, in Sicilia, che sorgeva all'inizio di via del Babuino, sul luogo della quale fu costruita.
Nel 1661 papa Alessandro VII ordinò una risistemazione monumentale dell’area di piazza del Popolo che avrebbe comportato anche la costruzione di due chiese simmetriche negli spazi compresi tra la via del Corso al centro e le vie di Ripetta a destra e del Babuino a sinistra, che costituivano, a partire dall'inizio del XVI secolo, il cosiddetto Tridente. La monumentalizzazione dell'area fu messa in opera a partire dal 1661, su progetto di Carlo Rainaldi e prevedeva due chiese simmetriche a pianta centrale con cupola e facciata a timpano e portico sporgente, ma durante i lavori furono necessarie importanti modifiche, dovute all'asimmetria degli spazi disponibili, poiché quello sul lato sinistro era minore del destro. Rainaldi risolse il problema dotando Santa Maria dei Miracoli (a destra) di una cupola ottagonale e Santa Maria in Montesanto (a sinistra) di una cupola dodecagonale, schiacciando abilmente quest'ultima nello spazio disponibile: le due chiese, viste dalla piazza, per un puro effetto ottico, risultano uguali.
I lavori di costruzione della chiesa iniziarono nel 1662 su progetto di Carlo Rainaldi ma, interrotti alla morte del pontefice, furono ripresi nel 1673 e condotti a termine sotto la direzione di Carlo Fontana e Mattia de Rossi, con la supervisione di Gian Lorenzo Bernini, che nel 1675 ne elaborò il progetto definitivo; le decorazioni interne furono completate nel 1679.
Nel 1825 papa Leone XII ne promosse un ampio restauro e con l'occasione la cupola venne rivestita con lastre di ardesia.
Dal 1953 la chiesa è sede della Messa degli artisti: è qui che vengono officiate le esequie di persone legate al mondo della cultura, dell'arte e dei mass-media.
Esterno
La facciata è caratterizzata dalla presenza di un pronao rettangolare con quattro colonne corinzie che sorreggono un timpano sormontato da una balaustra su cui sono collocate otto statue raffiguranti sante carmelitane, opera di diversi allievi di Gian Lorenzo Bernini.
Alla sommità della chiesa si erge la cupola dodecagonale, rivestita nel 1825 con tegole di ardesia e poggiata sul grande tamburo, nella quale si aprono dodici finestre. Il lanternino con candelabri aggettanti, che si innalza sulla cupola, ha pianta ellittica.
A sinistra della basilica, sul lato che si affaccia su via del Corso, venne innalzato nel 1761 il campanile quadrangolare, specularmente rispetto a quello della vicina Santa Maria dei Miracoli.
Sotto il pronao della facciata si aprono tre porte di accesso alla basilica.
Interno
La chiesa, a pianta ellittica (mentre la sua cosiddetta "gemella" Chiesa di Santa Maria dei Miracoli è a pianta circolare) con sei cappelle laterali; l'aula liturgica è sovrastata dalla cupola che nelle nicchie accoglie quattro statue raffiguranti S. Angelo, S. Elia, S. Eliseo e S. Alberto, opere in stucco di Filippo Carcani detto Filippone (XVII secolo)
Sul lato destro si aprono tre cappelle: la prima, dedicata al Santissimo Crocifisso, eretta nel 1670 da Alessandro Cesani e decorata con stucchi e marmi policromi di Pietro Papaleo, sono collocati due dipinti, olio su tela, eseguiti nel 1822 da Ludovico Venuti raffiguranti episodi di profeti.
La cappella successiva, dedicata alle Anime del Purgatorio, decorata all'inizio del XX secolo da Silvio Galimberti, presenta all'altare una pala con Cena in Emmaus, olio su tela di Riccardo Tommasi Ferroni; nell’ultima cappella della navata destra dedicata a S. Anna e detta anche Cappella Vivaldi, progettata nel 1679 da Francesco Carlo Bizzaccheri, si conservano all'altare, una pala con Sacra Famiglia e S. Anna (1679-1682) e nella volta Dio Padre in gloria tra angeli (1679-1682), ambedue opere di Niccolò Berrettoni.
Il presbiterio, decorato con stucchi di Filippo Carcani, presenta all'altare maggiore, Madonna con Gesù Bambino detta Madonna di Montesanto (XVI secolo). La tradizione attribuisce l’opera a una pittrice tredicenne che, non riuscendo a dipingere il colorito e i contorni del volto della Vergine, nella sua prima opera pittorica di grande formato, fu presa da tale sconforto che decise di deporre il pennello e riposare; al risveglio avrebbe trovato il quadro miracolosamente completato. Il restauro del dipinto del 2016 ha permesso di scoprire la firma della pittrice Plautilla Bricci apposta sul retro della tela e di decifrare un manoscritto incollato sul retro del pannello ligneo che conferma la sua origine miracolosa.
A sinistra del presbiterio, si entra nella sacrestia, progettata da Carlo Fontana, dove sono conservati all'altare una Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (1717), dipinto di Biagio Puccini e sulla volta, Gloria di angeli con gli strumenti della Passione (fine XVII secolo), affresco attribuito alla scuola di Baciccia.
Sul lato sinistro, subito dopo il presbiterio, si trova la cappella dedicata a S. Giacomo Maggiore e S. Francesco d'Assisi, detta anche Cappella Montioni, realizzata nel 1687 da Tommaso Mattei, che presenta all’altare una pala con Madonna con Gesù Bambino, S. Francesco d'Assisi e S. Giacomo Maggiore (1685-1690), opera di Carlo Maratta; alle pareti laterali e sulla volta vi sono dipinti di artisti del Seicento.
Segue la cappella dedicata a S. Maria Maddalena de' Pazzi, detta anche Cappella Aquilanti, eretta da Carlo Rainaldi e decorata con dipinti eseguiti tra il 1680 e il 1686 da Ludovico Gimignani raffiguranti episodi della vita di S. Maria Maddalena dei Pazzi.
Nella cappella successiva, dedicata a S. Lucia, detta anche Cappella Palombi, è collocata all'altare una pala con S. Lucia (fine del XVII secolo), di autore ignoto.
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