il Medioevo
San Clemente al Laterano
La basilica di S. Clemente con il suo complesso archeologico è uno dei più importanti tesori al mondo: qui si possono percorrere e comprendere i differenti strati della storia di Roma. E’ un luogo dal fascino secolare, ricco di tesori d’arte e di storia e pieno di curiosità.
Specifiche | Basilica minore-Rettoria- Chiesa nazionale (Irlanda) -luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Domnica alla Navicella |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Ordine dei Predicatori (OP) |
Accesso | da LUN a SAB 9.00-12.30 e 14.00-18.00; DOM 12.00-18.00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Collegio S. Clemente- San Clemente-1989; basilicasanclemente.com; Roma Sacra-Itinerario 32-33- Elio De Rosa editore-2005; F. Gizzi-Le chiese medievali di Roma- Newton-1998 |
Indirizzo | Piazza di San Clemente – Rione Monti |
Realizzazione | Nata come casa alla fine del I secolo, fu trasformata nel 300 in chiesa, e ricostruita nel 1118. La facciata fu costruita nel XVIII secolo |
Stile architettonico | Paleocristiano e Barocco |
Architetto | Carlo Stefano Fontana (1700-nd) |
da non perdere | Candeliere Pasquale (Arte Cosmatesca), Affreschi nella cappella di S. Caterina (Masolino da Panicale), Pozzo, Catacombe, Affreschi del 1000, Triclinio e Altare di Mitra, Schola Cantorum, Mosaico Absidale |
Storia
La basilica sorge nel sito di un edificio pubblico (probabilmente la Zecca imperiale), accanto al quale fu eretta nel II secolo una casa nel cui cortile venne ricavato, tra la fine del II e l'inizio del III secolo, un Mitreo, trasformato poco dopo in una sorta di ampia sala suddivisa da file di pilastri e colonne in laterizi (fine del III secolo): forse la domus ecclesiae corrispondente al titulus Clementis.
La chiesa, costruita nel 385 e consacrata da papa Siricio venne dedicata a S. Clemente, quarto papa, le cui spoglie, secondo la tradizione, furono trovate nell'867 dai santi Cirillo e Metodio in Crimea, sul Mar Nero e da loro traslate a Roma.
L'edifico resistette, nella sua forma primitiva, fino all'XI secolo, quando fu gravemente danneggiato durante il sacco di Roma del 1084 da un incendio provocato dalle truppe normanne, guidate da Roberto il Guiscardo (1015 ca.-1085), tanto che, reso ormai pericolante, dovette essere abbandonato.
All'inizio del XII secolo, la chiesa del IV secolo fu interrata fino alle colonne che delimitavano le tre navate e su queste fondamenta venne eretta una nuova basilica, che ripeteva lo schema della precedente anche se di dimensioni leggermente ridotte, che fu consacrata nel 1108 da papa Pasquale II. Affidata nel corso del tempo prima ai benedettini, poi alla congregazione di S. Ambrogio, ai Domenicani di S. Sisto e infine intorno alla metà del XVII secolo ai Domenicani della Provincia irlandese, che ancor oggi l'amministrano.
Tra il 1713 e il 1719, la basilica fu completamente ristrutturata da Carlo Stefano Fontana, che gli conferì l'attuale aspetto. Scavi condotti dal 1857 al 1870 hanno riportato alla luce l'antica basilica medioevale e un mitreo e nuove ricerche eseguite nel 1912-1914 hanno portato alla luce altre strutture di epoca romana.
Esterno
La basilica è cinta da un muro perimetrale, nel quale si apre l'ingresso principale, con protiro in laterizi del XII secolo costituito da quattro colonne di granito; il portale è decorato con una cornice marmorea a motivi floreali a intreccio (VIII - IX secolo). Sui muri esterni della chiesa, sono inseriti frammenti marmorei di recupero, provenienti dalla struttura primitiva o da edifici romani. Oltre l'ingresso si trova il cortile del XII secolo, con quadriportico a colonne ioniche architravate; al centro del cortile, è posta una vasca ottagonale del XII secolo.
Sul lato settentrionale del quadriportico prospetta la facciata della basilica, edificata nel primo quarto del XVIII secolo da Carlo Stefano Fontana, suddivisa in due ordini da una cornice marcapiano e raccordati da volute: l'inferiore, costituito da un portico a cinque arcate, presenta l'unico portale d'ingresso all'aula liturgica; il superiore, scandito da due coppie di lesene con capitelli corinzi, è aperto al centro da un ampio finestrone ad arco ed è concluso da un timpano triangolare. Sul fianco sinistro, si erge il campanile risalente al XVIII secolo, a pianta quadrata, terminate con una cella campanaria aperta da una monofora su ogni lato.
Interno
Basilica superiore
L'interno della basilica superiore è suddiviso in tre navate terminanti in altrettanti absidi e divise da sedici colonne antiche; lungo la navata centrale si trova la Schola Cantorum, del XII secolo con i due amboni per le letture e il candelabro per il cero pasquale (seconda metà del XIII secolo).
Le navate sono coperte da soffitti a lacunari messi in opera nel XVIII secolo. Il pavimento, a intarsi marmorei formanti disegni geometrici e con varie epigrafi frammentarie reimpiegate, è un classico esemplare cosmatesco del XIII secolo.
La navata centrale presenta nel soffitto, al centro, l’affresco di Giuseppe Chiari con S. Clemente in gloria (1714-1719) e alle pareti, un ciclo di dipinti murali con Storie della vita di S. Clemente e Storie della vita di S. Ignazio di Antiochia.
All'inizio della navata destra, accanto all'ingresso, si apre la Cappella di S. Domenico di Guzman, che conserva un ciclo di dipinti eseguiti nel primo quarto del XVIII secolo da Sebastiano Conca e raffiguranti all'altare, S. Domenico di Guzman tra angeli e alle pareti scene di miracoli operati da S. Domenico. Lungo la navata si accede a una grande cappella, dedicata ai santi Cirillo e Metodio, a pianta quadrata, sormontata da una cupola e con un abside semicircolare, dove è sepolto san Cirillo. Al termine della navata è posta la Cappella di S. Giovanni Battista, dove sono collocati, all'altare, una statua di S. Giovanni Battista attribuita a Simone Ghini (fine del XV secolo) e, alle pareti, alcuni monumenti funebri- (XV secolo).
Un recinto marmoreo, con plutei e transenne con monogramma di Giovanni II divide la navata centrale dal presbiterio rialzato, al centro del quale è collocato il
Ciborio (XIII secolo), sostenuto da quattro colonne di pavonazzetto e tettuccio a colonnine di ambito cosmatesco, sotto al quale è posto l'altare, ove sono custodite le spoglie di S. Clemente e di S. Ignazio di Antiochia.
Dietro l'altare, si apre l'abside centrale semicircolare con, sul catino, il Trionfo della Croce (XII secolo), mosaico tra i più significativi di questo periodo.
Il Mosaico absidale si articola in tre registri: in quello superiore è raffigurato il cielo nel polo dell'emisfero con ai lati, ripetuto specularmente, l'Agnello di Dio e al centro, la Mano di Dio Padre che porge la corona; nel registro mediano al centro il Cristo crocifisso tra la Vergine e S. Giovanni Evangelista; nel registro inferiore l’Agnello di Dio con dodici pecore convergenti che escono dalle città di Betlemme e di Gerusalemme e vanno probabilmente identificati con gli Apostoli.
Sulla fronte dell’arco trionfale è posto un altro mosaico del XII secolo, anch’esso articolato su tre registri, che presenta in alto, Gesù Cristo pantocratore tra i simboli degli Evangelisti; sulla sinistra, S. Lorenzo e S. Paolo con Isaia e la città di Betlemme; a destra, S. Pietro e S. Clemente con Geremia e la città di Gerusalemme.
Addossata alla parete si trova la Cattedra episcopale (XII secolo), proveniente dalla basilica inferiore.
Passando al lato sinistro, a sinistra del presbiterio è posta la Cappella della Madonna del Rosario, che presenta all'altare, Madonna del Rosario tra S. Domenico di Guzman e S. Caterina da Siena, opera di Sebastiano Conca (1714); alla parete sinistra si trova il monumento funebre del cardinale Antonio Jacopo Venier (XV secolo) e alla parete destra una Madonna con Gesù Bambino, S. Giovannino e angeli, dipinto di Jacopo Zucchi (seconda metà del XVI secolo).
Accanto all'ingresso si apre la Cappella di S. Caterina d'Alessandria che presenta, sopra l’ingresso un’Annunciazione con Dio Padre benedicente e nella parete di fondo è raffigurata una Crocifissione. Le pareti laterali conservano un ciclo di dipinti murali, ad affresco, eseguiti, probabilmente tra il 1428 e il 1430, da Masolino da Panicale raffiguranti, alla parete destra, storie della vita di S. Ambrogio e, alla parete sinistra, scene della vita di S. Caterina d’Alessandria.
Basilica inferiore
Dalla sagrestia, si scende alla Basilica inferiore paleocristiana tramite una scalinata, decorata alle pareti con frammenti scultorei e vari calchi in gesso provenienti dalla chiesa del IV secolo e dal mitreo.
La basilica inferiore conserva diversi affreschi, considerati tra gli affreschi medievali più belli al mondo, databili dall’VIII all’XI secolo, tra cui la rappresentazione della “Leggenda di Sisinno”, databile tra il 1084 e il 1100, che rappresenta un'importante testimonianza del primo volgare italiano, oltre ad alcuni frammenti delle reliquie di S. Cirillo, evangelizzatore dei popoli slavi e inventore, insieme a suo fratello Metodio, dell'alfabeto glagolitico, da cui derivò quello cirillico.
Scendendo al livello ancora inferiore, si trovano costruzioni romane di età imperiale e un Mitreo di cui si conserva un’ara marmorea con la rappresentazione dell’uccisione del toro da parte di Mitra.
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