San Lorenzo in Lucina - Le Chiese di Roma

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San Lorenzo in Lucina
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Una delle chiese più antiche di Roma, la basilica fu costruita nel IV secolo, sulla casa di una matrona romana, dove i primi cristiani convertiti si incontravano per pregare. Fu ricostruita ed ampliata nel XII secolo e nel Seicento.
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Specifiche
Basilica minore-Parrocchia diocesana
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Clero diocesano
Accesso
Da LUN a VEN 09:00-18:00; SAB 09:00-15:00; DOM 12:00-18:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Federico Gizzi- Le Chiese medievali di Roma-Newton-1998;
Roma Sacra-Itinerario 2-S. Lorenzo in Lucina-Elio De Rosa editore-1995;
Maria Elena Bertoldi- San Lorenzo in Lucina, tracce di una storia- 2008;
Ministero degli Interni-Fondo Edifici per il Culto-San Lorenzo in Lucina;
www.sanlorenzoinlucina.com
Indirizzo
piazza di San Lorenzo in Lucina, 16-Rione Colonna
Realizzazione
Eretta tra il IV e V secolo e restaurata nel XIII, XVII e XIX secolo
Stile architettonico
Paleocristiano e Romanico
Architetto
Cosimo Fanzago (1591–1678)-Andrea Busiri Vici (1818-1911)
da non perdere
Cappella Fonseca; altare maggiore con la “Crocifissione” di Guido Reni
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Storia
La basilica sorge sul luogo del martirio del santo, morto durante le persecuzioni di Valeriano nel 258 d.C. La prima chiesa paleocristiana fu realizzata da papa Sisto III (V secolo), edificata al di sopra di  una domus, probabilmente di proprietà di una matrona romana di nome Lucina, che aveva messo a disposizione nella sua abitazione degli spazi adibiti a luogo d’incontro dei primi cristiani; in sostanza  una ecclesia domestica, già esistente nel 366, data in cui è menzionata (in Lucinae) come il luogo in cui Damaso fu eletto papa in quell’anno.
Lavori di restauro furono eseguiti nei secoli VII, VIII e IX, ma la chiesa era continuamente interessata da disastrose inondazioni del Tevere che ne danneggiavano pesantemente la struttura. Fu quindi totalmente ricostruita sotto Pasquale II nel 1130 e intorno alla metà del Seicento fu completamente ristrutturata: il pavimento venne rialzato per evitare le alluvioni del Tevere e le navate laterali dell’antica basilica furono trasformate in cappelle gentilizie dall’architetto Cosimo Fanzago. Altri interventi di restauro sono intervenuti nell’Ottocento ad opera di Andrea Busiri Vici. Scavi effettuati negli anni ottanta del XX secolo hanno riportato alla luce strati costruttivi di diversi periodi dell’età imperiale e sono poi state ritrovate strutture relative alla primitiva basilica paleocristiana e un pavimento cosmatesco dovuto al rifacimento del XII secolo.
Esterno
La facciata, del XII secolo, ha tre grandi finestre centinate (aperte dal Vespignani) e coronamento orizzontale a sguscio sormontato da un timpano. La parte inferiore è preceduta dal portico del Fontana (1702), a cinque arcate; sulla balaustra, statue di pontefici opera di Jean Baptiste Théodon, Michel Maille, Lorenzo Ottoni e Vincenzo Felici. Sopra il portico si alza la facciata della basilica sormontata da un frontone decorato nei restauri del XIX secolo dal pittore Silverio Capparoni con affreschi, ora in gran parte svaniti. Sotto al frontone, si trova un grande mosaico di autore ignoto, raffigurante la Madonna che allatta il Bambino, ai piedi della quale sono inginocchiati i due committenti; ai lati, due teorie di sante con una lampada in mano. Il mosaico è stato eseguito da varie mani in epoche diverse. Le otto figure centrali (Madonna con il Bambino, i due committenti e le quattro vergini più vicine a destra e a sinistra) sono le più antiche, eseguite nel XIII secolo; più tarde sono le tre ultime sante a destra, l'ultima delle quali più recente e di mano diversa dalle altre due. Le rimanenti tre a sinistra sono state eseguite per ultime, ma comunque non più tardi dell'inizio del XIV secolo.
Il campanile, di chiaro stile romanico per la sua forma squadrata e massiccia, risale alla prima metà del XII secolo e la sua edificazione viene inserita nell'ambito del rinnovo della chiesa effettuato sotto Innocenzo II ed Eugenio III nel XII secolo. Fu in seguito restaurato all’inizio del XVII secolo e nel 1713. La struttura, alta circa 20 metri, è costituita da un alto basamento inglobato nella chiesa e nell'edificio adiacente su cui s'impostano i quattro ordini superiori. Di base quadrata, il campanile ha il primo piano scandito da trifore a pilastro, il secondo e il terzo da doppie bifore su colonnine, il quarto da trifore su colonnine. Il lato che guarda verso la piazza presenta, al secondo piano, un orologio del XIX secolo, inserito al posto delle doppie bifore.  Sempre nel prospetto principale l'ultima trifora è sormontata da un'edicola che custodisce un mosaico su fondo oro rappresentante La Madonna con il Bambino.
Sotto il portico si trova quello che può essere considerato il primo museo epigrafico cristiano. Qui, infatti, sono raccolti i resti provenienti da varie catacombe romane e una serie di epigrafi, di marmi e sculture. Le cornici marmoree delle tre porte sono di media età imperiale; notevoli anche il rilievo con i pavoni che bevono da un vaso (IX secolo) e l’affresco quattrocentesco dell’Annunciazione.
Interno
L'interno della basilica, in origine a tre navate, attualmente si presenta a unica navata con cinque cappelle sul lato sinistro e quattro sul destro, poiché lo spazio della quinta è occupato dalle fondamenta del campanile. Il soffitto a cassettoni con rosette presenta al centro un dipinto di Roberto Bompiani raffigurante l’Ascensione di Gesù Cristo fra S. Lorenzo, S. Damaso, S. Lucina e S. Francesco Caracciolo (1857 - 1858).
Lungo le pareti della navata è posto un ciclo di dipinti murali con Storie della vita di S. Lorenzo (1860), affreschi di Roberto Bompiani e tra la terza e quarta cappella, un Pulpito (metà del XVII secolo), in marmo di Cosimo Fanzago. Al terzo pilastro destro, si trova il Monumento funebre di Nicolas Poussin (1829 - 1830), in marmo di Paul Lemoyne e Louis Desprez: l'opera venne commissionata dallo scrittore e diplomatico François-René de Chateaubriand, all'epoca ambasciatore di Francia presso lo Stato pontificio.
Lungo il lato destro si aprono quattro cappelle: nella prima, dedicata a S. Lorenzo, si conserva sull’altare una tela con S. Lorenzo in gloria e S. Lucina, attribuita a Sigismondo Rosa (XVIII secolo). Sotto l’altare, in un reliquiario è racchiusa la graticola sulla quale S. Lorenzo avrebbe subito il martirio.
Nella cappella seguente, dedicata a S. Antonio da Padova, progettata nel 1663 da Carlo Rainaldi, si conserva la tela “Miracolo di S. Antonio da Padova” di Jan Miel (XVII secolo). Quindi si ha la cappella dedicata a S. Francesco Caracciolo, in cui è custodita una pala d'altare con S. Francesco Caracciolo adorante l'Eucaristia di Ludovico Stern.
Infine, si trova la cappella dedicata all'Annunciazione o Fonseca, in quanto fu progettata nel 1660-1664 da Gian Lorenzo Bernini per Gabriele Fonseca e presenta nella cupola, Angeli in stucco di Gian Lorenzo Bernini e bottega e alle pareti, entro nicchie, quattro busti di defunti della famiglia Fonseca.
Nell'area presbiterale è presente sull'altare maggiore, entro una mostra in marmo nero di Carlo Rainaldi la tela “Gesù Cristo Crocifisso” di Guido Reni (1637-1638), mentre dietro l'altare maggiore, si trovano un Paliotto cosmatesco del XII secolo e la Cattedra di papa Pasquale II (XII secolo), in marmi policromi di spoglio.
Passando sul lato sinistro si trova la cappella di S. Francesco progettata e decorata nel 1624 da Simon Vouet, in cui è presente sull’altare una pala raffigurante la “Morte di S. Giacinta Marescotti (1736 ca.), di Marco Benefial.
Segue la cappella dedicata a S. Giuseppe, in cui è presente la tela “Sacra Famiglia con Dio Padre ed angeli” (metà del XVII secolo) di Alessandro Turchi.
La cappella successiva è dedicata a S. Giovanni Nepomuceno e presenta sull’altare una statua di S. Giovanni Nepomuceno (1732), un marmo di Gaetano Altobelli. Quindi si trova la cappella dedicata a S. Carlo Borromeo, che presenta una pala d'altare con S. Carlo Borromeo porta in processione il Santo Chiodo (1612 - 1619), di Carlo Saraceni., e alle pareti laterali  due dipinti del XVII secolo raffiguranti episodi della vita di  S. Carlo Borromeo.
Infine, si trova la cappella che funge da battistero, progettata nel 1721 da Giuseppe Sardi, in cui sono collocati una pala d'altare con Battesimo di Gesù Cristo (fine XVII - inizio XVIII secolo), di Giuseppe Nicola Nasini e un Fonte battesimale chiuso da un coperchio architettonico a chiesa.
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GALLERY

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I sotterranei
Nei sotterranei della basilica si conservano testimonianze architettoniche risalenti al II secolo e gli scavi archeologici condotti sotto la chiesa hanno riportato alla luce, sopra una domus della metà del I secolo a.C., i resti di un'aula in cui si può riconoscere il «titulus Lucinae». In un locale è inoltre visibile un frammento del famoso «horologium Augusti», impianto costruito nel 10 a.C. da Mecenate: su una platea pavimentata con lastre di travertino era disegnato il quadrante, con liste e scritte in bronzo, sul quale un obelisco, ora in piazza di Montecitorio, posto al centro segnava l'ora con l'ombra.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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