Sette e Ottocento
Santa Maria Causa Nostrae Laetitiae
Viene considerata la più piccola chiesa di Roma e probabilmente è il più piccolo santuario mariano esistente al mondo ma è anche uno splendido esempio di arte neorinascimentale a Roma.
Specifiche | Chiesa annessa- luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Ss. XII Apostoli |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Primaria Società Cattolica Promotrice di buone Opere |
Accesso | tutti i giorni 18:00-19:30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 4–Elio De Rosa editore-1995; art.torvergata.it/T.Caliò-Madonnadell’Archetto-2012 |
Indirizzo | Via di San Marcello, 41 – Rione Trevi |
Realizzazione | Realizzata nel 1851 |
Stile architettonico | Neorinascimentale |
Architetto | Francesco Vespignani (1842-1899) |
da non perdere | Immagine della Madonna Causa Nostrae Letitiae |
Storia
In un angusto e buio vicolo che metteva in comunicazione la piazza della Pilotta con via di San Marcello con era ubicato un piccolo dipinto di Domenico Muratori raffigurante Maria Vergine (1690 ca.).
Nel 1696 accadde un evento miracoloso: la Madonna mosse gli occhi e questo evento fece si che l’immagine fosse collocata sotto l'archetto del vicolo per esporla alla pubblica devozione. Là rimase fino al 1751, anno della prima edificazione dell'edicola e della posa in opera di due cancelli, ciascuno sullo sbocco del vicolo, per proteggere gli ex-voto, anche preziosi, che oramai si erano accumulati, a seguito del costante afflusso dei fedeli e dei molti prodigi attribuiti. L'icona è da allora conosciuta come Maria Santissima Causa Nostrae Laetitiae.
Il 9 luglio 1796, il miracolo si verificò nuovamente alla presenza di molti testimoni, durante il quale la figura di Maria Vergine mosse gli occhi e pianse a causa dell'invasione francese nello Stato Pontificio. Tale evento straordinario fu riconosciuto come autentico dopo un rigoroso processo apostolico e, pertanto, venne avviata la trasformazione completa del luogo: il vicolo fu chiuso e i proprietari dell’adiacente palazzo Papazzurri, incaricarono Virginio Vespignani di edificare una chiesetta intitolata alla Madonna dell’Archetto, consacrata nel 1851 e aperta al culto nel 1859.
Dopo un lungo periodo di totale abbandono, nel 1918, la Primaria Società Cattolica Promotrice di buone Opere, assunse la custodia della chiesa che qui ha ancora oggi la sua sede.
La chiesa, tra il 2014 e il 2015, è stata oggetto di un complessivo restauro ed è stata dichiarata Monumento Nazionale d’Arte dalla Sovrintendenza delle Belle Arti.
Esterno
La piccola chiesa apre, nel vicolo, un ingresso ad arco, affiancato da pilastri che sorreggono la trabeazione dorica con un'iscrizione dedicatoria.
Interno
L'interno, a navata unica con pavimenti in marmi pregiati e coperta da volta a botte, è impreziosita lateralmente da sculture di angeli in gesso in forma di cariatidi (metà del XIX secolo), opera di Luigi Simonetti; presenta un presbiterio sormontato da una cupola decorata con affreschi di Costantino Brumidi raffiguranti al centro l’Immacolata Concezione tra angeli e nei peducci, Allegorie delle virtù di Maria Vergine: Prudenza, Sapienza, Forza e Innocenza. All’altare, entro una mostra in legno dorato, è posto il dipinto con Maria Vergine detta Madonna dell'Archetto (1690 ca.), opera di Domenico Muratori.
Quando la Madonna mosse gli occhi
Roma 9 luglio 1796. 8 del mattino. Il maestro di cappella Antonio Ambrosini giunge presso la Madonna dell’Archetto spinto dalle voci che si rincorrevano per la città. Il maestro conosce bene il quadro: Maria vi è raffigurata a mezzo busto, occhi aperti, testa inclinata. Si avvicina: fissa l’immagine e vede, come già altri prima di lui, gli occhi della Vergine chiudersi e riaprirsi a brevi intervalli di tempo. La strada è ormai piena di gente che vede ripetersi il miracolo. Dopo poche ore, giunge un’altra notizia: in via delle Muratte un’immagine mariana muove gli occhi. A sera ogni quartiere di Roma ha la sua Madonna che muove gli occhi. Se ne contano più di cento. La città si ferma, tutti sono in strada a pregare. I prodigi vanno avanti per mesi. E sempre il miracolo porta con sé un mutamento di costumi: niente risse, bestemmie. La gente si raduna per pregare confidando nella protezione della Vergine.
Ai primi di ottobre papa Pio VI fece istruire un procedimento giuridico per accertare i fatti. Le prime 86 testimonianze, prese tra tutti i ceti sociali e le categorie professionali, furono così precise e concordanti da rendere superflua ogni altra raccolta. Il 28 febbraio 1797 venne emessa la sentenza: i fatti miracolosi furono riconosciuti come veri e venne indetta una festa, da celebrarsi il 9 luglio. Molte lapidi a Roma ricordano ancora oggi quegli eventi.
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