Il Barocco
Ss. Lorenzo e Ippolito in Fonte
Più conosciuta col nome di San Lorenzo in Fonte, deve il suo nome alla leggenda che vuole che il santo fosse stato tenuto prigioniero prima del martirio nei locali delle Terme dove avrebbe battezzato il suo carceriere, il centurione Ippolito, con l'acqua di un’antica fonte.
Specifiche | Chiesa annessa- luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria ai Monti |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Oblati di San Giuseppe (OSJ) |
Accesso | 6:00-12:00 e 16:00-22:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 28-Elio De Rosa editore-2004 F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994; |
Indirizzo | Via Urbana, 50 – Rione Monti |
Realizzazione | Iniziata a partire dal 1543 e ristrutturata dopo il 1628 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Fontanino Domenico Castelli (nd-1657) |
da non perdere | Altare maggiore con tela di Andrea Camassei che ritrae S. Lorenzo che battezza Ippolito e la sua famiglia |
Storia
La chiesa è dedicata ai santi martiri Ippolito e Lorenzo. La tradizione vuole che essa sia costruita sulla casa del centurione Ippolito, dove fu tenuto prigioniero il diacono Lorenzo, che ebbe modo di battezzare il suo carceriere facendo scaturire miracolosamente una sorgente, tuttora visibile nei sotterranei della chiesa.
Sconosciuta è l’origine della chiesa; menzionata già nel IV secolo, viene ricordata per la prima volta in un documento del 1348, ma l’attuale chiesa venne ricostruita a partire dal 1543 e ristrutturato dopo il 1628 per opera di Domenico Castelli, detto il Fontanino.
Esterno
La facciata esterna risale al XIX secolo si presenta con quattro lesene doriche che sostengono una trabeazione e un frontone triangolare. Sul fregio si trova l’iscrizione dedicatoria. Ai lati del portale d’ingresso del XVI secolo, tra le lesene si trovano due nicchie che contengono affreschi, uno di S. Lorenzo e l’altro di S. Ippolito. Il campanile risale al 1734.
Interno
L’interno ha una pianta a croce latina con una navata unica con due cappelle laterali sul lato destro e una su quello sinistro. Le cappelle sul lato destro sono dedicate rispettivamente all'Immacolata e all'Addolorata; quest'ultima conserva un’icona sacra della Vergine, racchiusa entro una raggiera dorata. La volta a botte presenta una decorazione in stucco dorato contenente un affresco di Dio Padre, attribuito a Giovanni Battista Speranza.
L’altare maggiore conserva la pala d’altare raffigurante il Battesimo di S. Ippolito e della sua famiglia, opera di Andrea Camassei (XVII secolo), mentre le due tele laterali, raffiguranti il Martirio di S. Lorenzo e S. Lorenzo che distribuisce i pani ai poveri sono attribuite a Marco Caprinozzi.
La cappella sulla sinistra conserva una pala d’altare del XVII secolo raffigurante il Martirio dei santi Giovanni e Paolo, di un anonimo artista. Sempre sulla parete sinistra della navata è appesa una pala raffigurante la Madonna tra le sante Margherita ed Elisabetta d’Ungheria (fine XVII secolo).
Nella sacrestia è conservato un busto di papa Urbano VIII attribuito al Bernini o alla sua scuola e nei sotterranei si trova l’antico carcere ove fu rinchiuso S. Lorenzo, e la sorgente menzionata dalla tradizione.
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