Santa Maria in Trivio - Le Chiese di Roma

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Il Rinascimento
Santa Maria in Trivio
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E' una delle più antiche chiese dedicate all'Immacolata Concezione di Maria Vergine ed il nome significa "Santa Maria all'incrocio di tre strade". L'ubicazione di questa chiesa su un "trivio",  ne dà l'attuale denominazione che corrotta nel tempo in "trevi" ha dato il nome al rione in cui si trova e alla famosissima fontana del Bernini.
Chiese rinascimentale rione Trevi
Specifiche
Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Ss. XII Apostoli
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Missionari del Preziosissimo Sangue (C.PP.S.)
Accesso
da LUN a VEN 8:30-12:30 e 13:30-19:30;
SAB e DOM 8:30-12:30 e 16:00-19:30.
Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
P. Crociferi-Santa Maria in Trivio
sangaspare.it/le-nostre-comunita/santa-maria-in-trivio
Federico Gizzi- Le Chiese rinascimentali di Roma-Newton-1994;
Roma Sacra – Itinerario 4- S. Maria in Trivio-Elio De Rosa editore-1995;
Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto-Santa Maria in Trivio
Indirizzo
Piazza dei Crociferi, 49 – Rione Trevi
Realizzazione
Eretta nel VI secolo e ricostruita nel 1575
Stile architettonico
Manierista
Architetto
Jacopo Del Duca (1520-1604)
da non perdere
Affreschi con scene del Nuovo Testamento di Antonio Gherardi
Chiese rinascimentale rione Trevi
Storia
La chiesa ebbe originariamente la denominazione di Santa Maria in Fornica, dai fornici dell’acquedotto Vergine, che tuttora alimenta la fontana di Trevi. Fu poi chiamata Santa Maria in Xenodochio per la vicinanza con l'ospizio per ammalati e pellegrini (xenodochio), fondato, secondo la tradizione, da Belisario, generale di Giustiniano, che resse l'Italia dopo averla liberata dai Goti nel 537. La chiesa mantenne questo nome fino al XV secolo, quando venne gradualmente sostituito da quello di Santa Maria in Trivio.
Nel 1571 la chiesa fu affidata all'ordine dei Crociferi, che tra il 1573 e il 1575 fecero ricostruire la chiesa da Jacopo Del Duca. Dopo la soppressione dei Crociferi la chiesa passò di mano diverse volte: nel 1657 fu affidata ai Camilliani, che provvidero ad ulteriori lavori di restauro e decorazione; nel 1839 fu affidata ai Caracciolini; infine, nel 1854 Pio IX la affidò alla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue che ancora oggi la possiedono.
Esterno
La facciata della chiesa è caratterizzata dalla contrapposizione dinamica di elementi verticali (paraste) e orizzontali (cornici) e arricchita da finestre, targhe e nicchie che si concentrano in una superficie tutto sommato abbastanza ridotta.
Interno
L'interno si presenta ad un'unica navata, con abside e otto cappelle-altari laterali, quattro per parte; l’elemento catalizzatore è costituito dalla volta affrescata da Antonio Gherardi nel 1669-1670, incorniciata da stucchi dorati, con tre scene centrali raffiguranti la vita della Madonna: la Presentazione di Maria al tempio, l'Assunzione, la Circoncisione di Gesù. Attorno a queste tre scene centrali, si sviluppano altre raffigurazioni: la Natività della Vergine, la Visita di Elisabetta, la Fuga in Egitto, la scena di Gesù fra i dottori nel tempio, l'Adorazione dei Magi, la Sacra Famiglia. Sul fronte dell’arco trionfale si trova il Trionfo della Croce realizzato dal Gherardi in stucco dorato.
Il primo altare del lato destro è ricavato nel vano di una vecchia porta murata e vi si trovano due lapidi: nella prima si ricorda la concessione della chiesa ai Camilliani; nella seconda la visita di Giovanni XXIII il 4 gennaio 1963. La cappella successiva, dedicata alla Madonna della Misericordia, contiene l’altare dedicato a S. Maria De Mattias; nel sottarco vi sono scene del Nuovo Testamento dipinte da Francesco Grimaldi.
L’altare che segue è sormontato da un Crocifisso risalente al 1350 circa e nell’arco sono presenti altri dipinti del Grimaldi con scene della Passione. Infine, l’ultima cappella del lato destro è priva di altare e conserva una tela raffigurante una Crocifissione con la Vergine, S. Giovanni e la Maddalena opera del Grimaldi.
All'altare maggiore, nell'edicola che sovrasta il tabernacolo, si trova una tavola con Madonna col Bambino (XV secolo), inserita all'interno di una raggiera dorata; i due affreschi sulle porte laterali del presbiterio rappresentano S. Liberio papa e S. Cleto papa (XVII secolo).
Dalla zona presbiteriale si può passare ad un ambiente retrostante dove è conservato un affresco raffigurante il Trionfo della croce, opera di Bartolomeo Morelli del 1674. Passando al lato sinistro, subito dopo il presbiterio, si trova la cappella di S. Cleto sul cui altare è presente una tela raffigurante il Martirio di S. Cleto, opera di Cosimo Piazza. Segue la cappella di S. Gaspare del Bufalo che conserva una statua-reliquiario con le spoglie del santo, fondatore della Congregazione a cui appartiene la chiesa. La pala d’altare raffigura S. Gaspare in gloria (XX secolo).
La cappella successiva, dedicata a S. Maria Maddalena, conserva la tela raffigurante S. Maria Maddalena comunicata dall’Angelo, opera di Luigi Scaramuccia allievo del Reni e del Guercino (XVII secolo). Nell’ultima cappella del lato sinistro, ricavata come quella sul lato destro da una chiusura di una vecchia porta, sono murate due lapidi: quella superiore ricorda la consacrazione della chiesa, il 25 marzo 1675; quella inferiore la traslazione dei resti mortali del venerabile don Giovanni Merlini.
Chiese rinascimentale rione Trevi
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