Santissima Trinità dei Monti - Le Chiese di Roma

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Il Rinascimento
Santissima Trinità dei Monti
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Situata sulla sommità della celebre Scalinata di Trinità dei Monti in piazza di Spagna, la Santissima Trinità dei Monti è una delle cinque chiese cattoliche francofone di Roma. Con i suoi campanili, il suo convento e le sue terrazze, domina l’intera città di Roma.
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Specifiche
Rettoria-Chiesa nazionale (Francia)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di  S. Andrea delle Fratte
Proprietà
Ente Religioso Cattolico
Affidamento
Clero di Altra diocesi
Accesso
Da LUN a SAB: 10:00-20:00; MER 12:00-20:00; DOM: 9:00-20:00
Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton & Compton-2004;
Roma Sacra-Itinerario 6-Santissimo Nome di Gesù-1997;
F. Gizzi-Le chiese rinascimentali di Roma-Newton-1994;
trinitadeimonti.net/it/
eglisesfrancaisesrome.it
Indirizzo
Piazza della Trinità dei Monti 3 – Rione Campo Marzio
Realizzazione
La prima parte della chiesa fu costruita tra il 1502 e il 1519 in stile gotico; verso la metà del XVI secolo fu aggiunto un nuovo corpo di fabbrica
Stile architettonico
Manierista e Rococo
Architetto
Giacomo Della Porta (1540-1602)-Domenico Fontana (1543-1607)- Carlo Maderno (1556-1629)
da non perdere
Scalinata di Domenico Fontana e Giacomo della Porta; affreschi “Deposizione” “Assunzione” di Daniele da Volterra
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Storia
La storia della chiesa, un tempo denominata Trinità del Monte (in riferimento al Pincio), ebbe inizio nel 1495, durante il pontificato di Alessandro VI, con l'acquisizione di un terreno da parte del re Carlo VIII di Francia, affinché S. Francesco da Paola potesse costituirvi un convento per l'Ordine dei Minimi, da lui fondato. I lavori iniziarono nel 1502 e proseguirono per buona parte del XVI secolo. La prima parte della chiesa fu costruita, con pietre della regione di Narbonne, tra il 1502 e il 1519 su progetto di Annibale Lippi e Gregorio Caronica . L'area destinata alla costruzione era tuttavia stretta e angusta, per cui i religiosi avevano a disposizione solo un piccolo convento con oratorio. Per questo in occasione dei lavori di restauro per i danni provocati dal Sacco di Roma del 1527, si rese necessaria la costruzione di un complesso adeguato. Nel 1530 iniziarono i lavori di ristrutturazione e ampliamento che, ultimati nel 1570, consegnarono ai Minimi un convento più grande e una chiesa con una nuova impostazione strutturale, coperta da volta a botte e chiusa da una facciata a due campanili simmetrici, opera di Giacomo della Porta e Carlo Maderno.
La chiesa fu consacrata nel 1585,  e questo luogo sarà da allora in poi considerato come “la chiesa romana dei Re di Francia"., ma tutta l'area della Trinità dei Monti divenne un'area d'influenza transalpina; anche la scalinata di piazza di Spagna, realizzata nel 1723-1726 da Francesco De Sanctis, che dava definitiva sistemazione al forte dislivello collegando la piazza spagnola (che deve il nome proprio alla presenza dell'ambasciata iberica) e la chiesa francese venne finanziata con cospicui contributi francesi, per celebrare la pace tra le due grandi nazioni cattoliche.
Nel 1774-1775, l'interno della chiesa fu restaurato da Giuseppe Pannini in forme tardobarocche e neoclassiche, coprendo in parte le strutture gotiche, ormai visibili solo nel transetto.
Il complesso nel 1798 venne occupato e devastato dalle truppe francesi e dopo la caduta di Napoleone, si rese necessario un completo restauro operato nel 1816 da François-Charles Mazois per volere Luigi XVIII, re di Francia, per riparare i danni subiti durante l'occupazione delle truppe napoleoniche.
Esterno
Il prospetto frontale è preceduto da una scalinata a due rampe convergenti realizzata nel 1587 da Domenico Fontana: i pilastri posti alle due estremità presentano lo stemma della famiglia Peretti, e, sopra ad altrettanti capitelli antichi, due erme raffiguranti  S. Francesco di Paola e S. Luigi IX di Francia. La facciata, a due campanili simmetrici, completata nel 1584 da Giacomo della Porta, è suddivisa in due ordini: l'inferiore, partito da lesene doriche, presenta un portale inquadrato da due colonne ioniche che sostengono una trabeazione e un timpano triangolare; il superiore, è aperto finestra termale al centro e concluso da un attico con balaustra. La cornice marcapiano, che separa i due ordini, reca l'iscrizione dedicatoria.
I campanili simmetrici con cupolino ottagonale, che si articolano in tre ordini, presentano una cella campanaria aperta su ogni lato da una monofora con balaustra e, al centro, uno l'orologio e l'altro la meridiana.
Interno
L'interno è composto da un'unica grande navata con cappelle laterali intitolate alle famiglie che ne avevano ottenuto il patrocinio nel XVI secolo.
Lungo il lato destro la prima cappella, dedicata a S. Giovanni Battista e detta anche Cappella Altoviti, realizzata nel 1570 da Giovanni Antonio Dosio, ha un apparato decorativo con Storie della vita di S. Giovanni Battista, eseguite nel 1577-1580 da Giovanni Battista Naldini.
Segue la cappella, dedicata a S. Francesco da Paola, detta anche Cappella Simonetta, che presenta all'altare una tavola con S. Francesco da Paola (XIX secolo): l'opera venne realizzata utilizzando le tavole che, secondo la tradizione, costituirono il giaciglio del santo.
La cappella successiva, dedicata all'Assunzione di Maria e detta anche Cappella Lucrezia della Rovere, è decorata con un ciclo di affreschi, tra il 1548 e il 1560 da Daniele Ricciarelli da Volterra e dai suoi allievi, raffiguranti, all'altare, l’Assunzione di Maria e, sulle pareti, scene della vita della Vergine.
Segue la cappella dedicata alla Flagellazione di Gesù Cristo, detta anche Cappella Orsini, decorata con affreschi eseguiti nel 1570-1580 da Paris Nogari, raffiguranti Storie della Passione di Gesù Cristo.
Poi si incontra la cappella dedicata alla Natività di Gesù, detta anche Cappella Marciac, decorata con affreschi di artisti del XVI secolo; l’ultima cappella del lato destro, dedicata all'Ascensione di Gesù e detta anche Cappella Guerrieri, è decorata da un ciclo di affreschi con Storie della vita di Gesù Cristo eseguiti nel primo quarto del XVI secolo da un pittore ignoto.
Nel transetto destro è posta la cappella dedicata a S. Michele Arcangelo, detta anche Cappella Chateauvillain: l'ambiente è decorato da affreschi eseguiti tra il
secondo e terzo quarto del XVI secolo, attribuiti a Jacopo Siculo, con episodi riferiti a S. Michele Arcangelo.
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, è ubicata una mostra d'altare eretta nella seconda metà del XVII secolo su disegno di Jean de Champagne, dietro alla quale, nel coro, è collocata la pala con Crocifissione di Gesù Cristo (1590 ca.), opera di Cesare Nebbia.
Nel transetto sinistro è posta la cappella dedicata a Nostra Signora del Cielo, detta anche Cappella Pucci-Cauco, che presenta un ciclo affreschi eseguiti tra il 1523-1527 da Perin del Vaga ma ultimati nell’ultimo quarto del XVI secolo da Taddeo e Federico Zuccari e aventi per tema Storie della Vergine Maria.
Lungo il lato sinistro subito dopo il presbiterio si incontra la cappella, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, detta anche Cappella Turchi, in cui si conservano affreschi di Michele Grechi con Storie della vita dei santi Gioacchino e Anna e Storie della vita di Maria Vergine (metà del XVI secolo).
Seguono la cappella dedicata a S. Maria Maddalena, detta anche Cappella Massimo, in cui è collocato all'altare il dipinto di Domenico Corvi con S. Michele Arcangelo (1758), e la cappella dedicata a S. Giuseppe, detta anche Cappella Cardelli, in cui è collocato all'altare, S. Michele Arcangelo che sconfigge Satana (1758), anch’esso opera di Domenico Corvi.
Quindi si incontra la cappella dedicata all'Immacolata Concezione, detta anche Cappella Orsini, in cui il dipinto centrale dell’Immacolata Concezione è di Filippo Veit (1830); sui due lati, l’Annunciazione e la Visitazione sono attribuite a Joseph Ernst Tunner (1830 circa).
Nella cappella successiva, dedicata alla Deposizione di Gesù Cristo e detta anche Cappella Aldobrandini o Bonfil, svetta la pala con la Deposizione dalla Croce (1545-1547), opera di Daniele da Volterra; i dipinti della volta (i quattro Evangelisti; scene della vita della Vergine) e i due affreschi laterali (la Caduta e la Natività), realizzati tra il 1570 e il 1577, sono di Paolo de Cespedes.
Infine, si trova la cappella dedicata alla Madonna Addolorata, detta anche Cappella Borghese, che presenta all’altare una Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (metà del XIX secolo), calco in gesso della Pietà eseguito da Wilhelm Achtermann, il cui originale, scolpito per la cattedrale di Münster, è andato distrutto durante la Seconda guerra mondiale. I dipinti della volta sono di Cesare Nebbia e rappresentano eventi legati alla Passione di Cristo.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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