Santa Maria in Vallicella - Le Chiese di Roma

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Il Barocco
Santa Maria in Vallicella
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La chiesa è legata alla figura di Filippo Neri, fondatore nel 1551 della Congregazione dell’Oratorio; in tale circostanza al santo fu assegnata l'antica chiesa di Santa Maria in Vallicella, ricostruita in stile barocco nei decenni successivi.
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Specifiche
Parrocchia diocesana
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Confederazione degli Oratori di San Filippo Neri (CO)
Accesso
Da LUN a SAB: 07:30.12.00 e 17.00-19:45; DOM 08:00-12.00 e 17.00-20:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra- Itinerario 10–Elio De Rosa editore-1997;
F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994
www.vallicella.org
Indirizzo
Piazza della Chiesa Nuova – Rione Parione
Realizzazione
Risalente al XII secolo, fu ricostruita tra il 1575 al 1590. La facciata fu completata nei primi anni del Seicento.
Stile architettonico
Barocco
Architetto
Matteo Bartolini da Castello (1530-1597)-Martino Longhi il Vecchio (1534-1591)
da non perdere
Affreschi sulla navata, cupola e abside (Piero da Cortona). “Madonna e Angeli” (Rubens). Tomba di S. Filippo Neri
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Storia
La chiesa sorge sull'area di una leggera depressione naturale, detta la Vallicella, nella pianura del Campo Marzio, luogo malsano e insalubre, forse corrispondente al sito del Tarentum, santuario romano sotterraneo dedicato al culto delle divinità infernali Dite e Proserpina.
Nella chiesa, fondata probabilmente da S. Gregorio Magno alla fine del VI secolo, era conservata un'immagine ritenuta miracolosa: si tratta di un dipinto murale, ad affresco, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e due angeli, detta Madonna della Vallicella (XIV secolo), originariamente collocato all'esterno di un bagno pubblico che, dopo essere stata colpita da un sasso lanciato da un eretico, iniziò a sanguinare, divenendo così oggetto di culto.
Nel 1535 quando la chiesa medievale era oramai in degrado, la Madonna compì un secondo miracolo, sostenendo una parte del tetto che rischiava di crollare sui fedeli che assistevano alla Messa.
Nel 1574, l'immagine sacra era stata già staccata e affidata al rettore della chiesa della Vallicella, che la custodiva nella sacrestia. Successivamente il dipinto venne collocato sull'altare maggiore della nuovo edifico, dove tuttora è collocata.
Nel 1551 S. Filippo Neri fondò la Congregazione dell'Oratorio, che venne approvata da papa Gregorio XIII che assegnò al santo l'antica chiesa, affinché vi svolgesse la sua azione pastorale. Subito dopo la Congregazione decise di costruire un nuovo edificio sacro che sostituisse quello originale in cattivo stato di conservazione: i lavori di realizzazione della chiesa (da qui chiamata popolarmente "Chiesa Nuova") vennero affidati a Matteo Bartolini, detto Matteo da Castello, che riprese come modello la Chiesa del Gesù all'epoca ancora in costruzione.
Tra il 1586 e il 1590 subentrò nella direzione dei lavori Martino Longhi il Vecchio, il quale predispose un progetto per la facciata, riprogettò in forma semicircolare le cappelle laterali ed eresse l'abside, il transetto e la cupola, allontanandosi dal modello gesuita. Nella direzione dei lavori il Longhi venne coadiuvato dal figlio Onorio, che alla morte del padre, portò a termine la costruzione dell'edificio. La facciata fu eretta, tra il 1594 e il 1605, su disegno di Fausto Rughesi.
La chiesa fu ultimata e consacrata nel 1599, dopo la morte di S. Filippo Neri, il quale secondo le nuove regole tridentine, voleva un edificio grande, semplice con bianche pareti senza particolari decorazioni e variegati marmi ma, nel corso del XVII secolo contro l'esplicito desiderio del Santo, fu aggiunta la ricca decorazione interna, compiuta poi nel XVIII secolo.
Nel 1614 fu completata la scalinata antistante la chiesa e nel 1666 venne aggiunto il campanile a opera di Camillo Arcucci. La cupola venne modificata nel 1650 da Pietro da Cortona, che vi aggiunse una lanterna sormontata da un cupolino. Nel 1895 fu interamente rifatto il pavimento marmoreo della chiesa.
Esterno
La facciata eretta, tra il 1594 e il 1606, su disegno di Fausto Rughesi si presenta, ricoperta in travertino, a due ordini di lesene, coronata da un timpano triangolare. Nell'ordine inferiore si aprono tre portali, dei quali il centrale, che ha dimensioni maggiori dei due laterali, presenta un architrave coronato da un festone e dallo stemma di Angelo e Pierdonato Cesi, che contribuirono alle spese per la costruzione dell'edificio, mentre sopra il timpano centinato spezzato è posta una targa con l'iscrizione dedicatoria.
Il portale centrale è fiancheggiato da due coppie di colonne che, idealmente, sostengono un timpano curvilineo, dov'è posto un altorilievo raffigurante la Madonna con Gesù Bambino in gloria tra angeli.
Nell'ordine superiore si trova al centro una finestra con balaustra e timpano centinato, fiancheggiata da due nicchie all'interno delle quali sono poste le statue realizzate alla fine del XVI secolo da Giovanni Antonio Paracca detto il Valsoldo, raffiguranti S. Gregorio Magno e S. Girolamo. In alto, al centro del grande timpano triangolare che conclude la facciata, è posto un stemma della famiglia Cesi.
Interno
L'interno è distribuito su croce latina con la navata coperta da una volta a botte, sostenuta da pilastri con paraste corinzie addossate, tra i quali si aprono le arcate dove si affacciano cinque cappelle per parte. Il soffitto, tra stucchi disegnati da Pietro da Cortona ed eseguiti da Cosimo Fancelli ed Ercole Ferrata, presenta affreschi realizzati dallo stesso Pietro da Cortona, raffiguranti, nella navata centrale, l’Intervento miracoloso di Maria Vergine nella costruzione della chiesa (1664-1665) e nella cupola, il Trionfo della Trinità (1647-1651).
Nella prima cappella del lato destro, dedicata al Santissimo Crocifisso, è conservata all'altare la pala con Crocifissione di Gesù Cristo, dipinto di Scipione Pulzone (XVI secolo) e, nella volta, un ciclo di affreschi con Storie della passione di Gesù Cristo, opera di Giovanni Lanfranco (1621).
Nella cappella successiva, dedicata alla Madonna addolorata, era collocata la pala con Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro (1600-1604), del Caravaggio: l'opera fu asportata dai francesi nel 1797 e sostituita nel 1818 con una copia di Michele Koeck, mentre l'originale dal 1815, dopo la sua restituzione, è conservata nella Pinacoteca Vaticana. Seguono la cappella, dedicata all'Ascensione di Gesù, con all'altare, pala con Ascensione di Gesù Cristo (ante 1587), di Girolamo Muziano e la cappella, dedicata allo Spirito Santo, che conserva una pala con il dipinto di Giovanni Maria Morandi avente a tema la Pentecoste (1689). Nell’ultima cappella della navata destra, dedicata all'Assunzione di Maria, si trova all'altare, pala con Assunzione di Maria (seconda metà del XVII secolo), opera di Giovanni Domenico Cerrini.
Nel terminale del transetto destro si trova la cappella dell'Incoronazione della Vergine, dove sono collocati, all'altare, una pala con Incoronazione di Maria Vergine, dipinto di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino (1615) e, alle pareti laterali, statue di S. Giovanni Battista e S. Giovanni evangelista, opera di Flaminio Vacca (1592-1593). A destra del presbiterio, si trova la cappella, dedicata a S. Carlo Borromeo, che presenta all'altare, pala con Madonna con Gesù Bambino fra S. Carlo Borromeo e S. Ignazio di Loyola, opera di Carlo Maratta (1672-1679) e alle pareti storie di S. Carlo Borromeo.
Nel presbiterio, all'altare maggiore, è posta una mostra d'altare in bronzo, realizzata su disegno di Ciro Ferri nel 1681, nella quale sono inseriti una pala con Madonna con Gesù Bambino e angeli adoranti, detta Madonna della Vallicella (1606-1608), capolavoro romano di Pieter Paul Rubens: la figura della Madonna con Gesù Bambino è posta entro un ovale che ricopre l'affresco trecentesco di uguale soggetto proveniente dalla chiesa primitiva, che può essere sollevato, mediante un sistema meccanico, per svelare l'immagine sacra sottostante. Rubens è anche autore anche delle due tele laterali raffiguranti i santi Gregorio Magno, Mauro e Papia e i santi Domitilla, Nereo e Achilleo. Nel catino absidale è presente l Assunzione di Maria Vergine, affresco di Pietro da Cortona (1655-1660).
Nel terminale del transetto sinistro si trova la Cappella della Presentazione della Vergine, dove sono collocati all'altare, pala con Presentazione di Maria al Tempio (1593-1603), olio su tela, di Federico Barocci e alle pareti laterali le statue di S. Pietro e S. Paolo (1592), opera di Giovanni Antonio Paracca detto il Valsoldo. Una porta sulla sinistra della cappella della Presentazione della Vergine dà accesso alla sacrestia, iniziata nel 1621 da Mario Arconio e compiuta dal Marucelli nel 1629. All'interno conserva un gruppo scultoreo con S. Filippo Neri e un angelo (1635-1640 ca.), marmo di Alessandro Algardi e un affresco di Pieyro da Cortona raffigurante Angeli con simboli della Passione (1633-1634).
A sinistra del presbiterio, si trova la cappella dedicata a san Filippo Neri affettuosamente ricordato dai romani come "Pippo bbono". (1600-1604), progettata da Onorio Longhi e terminata da Paolo Marucelli, con uno straordinario rivestimento di marmi pregiati, pietre dure e madreperla ricopre i due ambienti che la compongono; sotto la mensa d'altare, si trova l’urna bronzea con le spoglie di san Filippo Neri e alle pareti, ciclo di dipinti con Storie della vita di san Filippo Neri (1596-1599), olio su tela, di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio.
Da una porta laterale del transetto sinistro si passa nel corridoio, sul quale si apre a sinistra l'ingresso della sacrestia e a destra l'entrata alle camere private di S. Filippo Neri.
Anche lungo il lato sinistro si aprono cinque cappelle: nella prima cappella dedicata all'Annunciazione, si conserva: all'altare, pala con Annunciazione (1591), olio su tela, di Domenico Cresti detto il Passignano. Quindi si incontra la cappella, dedicata alla Visitazione, con all’all'altare, pala con Visitazione (1583-1586), dipinto di Federico Barocci. Seguono la cappella, dedicata alla Natività, con all'altare la pala con Adorazione dei pastori (ante 1590), opera di Durante Alberti, e la cappella dedicata all'Epifania che custodisce all'altare una pala con Adorazione dei Magi (1578), dipinto, di Cesare Nebbia.
La cappella del lato sinistro più prossima alla controfacciata è dedicata alla Purificazione e vede all'altare, pala con Presentazione di Maria al Tempio (1627), opera di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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