il Medioevo
San Benedetto in Piscinula
Secondo la tradizione, la chiesa sarebbe sorta sui resti della casa degli Anici, una nobile famiglia romana a cui S. Benedetto sarebbe appartenuto e presso cui avrebbe dimorato prima di recarsi a Subiaco e poi a Montecassino. Il toponimo "in Piscinula" della chiesa e della zona è probabilmente dovuto alla presenza di un impianto termale di età imperiale, con una piscina o una fontana, annesse alla domus Aniciorum.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Crisogono |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Società Clericale della Vergine Flos Carmeli (EP) |
Accesso | da MAR a DOM 10:30-12:30 e 16:30-19:45 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; M. Tomasso-S. Benedetto in Piscinula a Roma-Studi Cassinati-2019 sanbenedettoinpiscinula.it/ Araldi del Vangelo-San Benedetto in Piscinula; |
Indirizzo | Piazza in Piscinula, 40 – Rione Trastevere |
Realizzazione | La chiesa risale al secolo XI; subì restauri nel XVII e XIX secolo |
Stile architettonico | Romanico |
Architetto | Pietro Camporese il Giovane (1792-1873) |
da non perdere | Tavole del XIV secolo e dipinti di scuola veneziana dei primi del Cinquecento; “Madonna della Misericordia” del XII secolo |
Storia
La chiesa sorge, secondo la tradizione, sui resti della dimora della gens Anicia, dove S. Benedetto da Norcia avrebbe risieduto durante la sua permanenza a Roma intorno al 470.
Nell'VIII secolo, nel sito venne eretto un oratorio distrutto nel 1084 durante il saccheggio operato dai Normanni di Roberto il Guiscardo: questo primo nucleo originario è da identificare nella cosiddetta "Cella di S. Benedetto", che fu poi inglobata nella struttura della chiesa a lui dedicata.
La chiesa vera e propria venne probabilmente costruita tra la fine dell'XI e gli inizi del XII secolo. L'edificio era a tre navate divise da otto colonne di spoglio, con capitelli di varie epoche; presentava un'unica abside semicircolare ed era preceduta da un portico (nartece) che si estendeva per gran parte della sua larghezza. La chiesa venne restaurata nel 1412 e ristrutturata tra il 1678 e il 1687, quando fu realizzata la nuova facciata, in sostituzione di quella romanica che originariamente era preceduta da un nartece.
Nel 1721 la chiesa e la canonica furono di nuovo restaurate e in una casa dei Mattei, situata a sinistra dell'edificio, venne istituito un piccolo ospedale per curare le malattie cutanee, dal quale ebbe poi origine la grande struttura sanitaria di San Gallicano.
Nel 1824 la chiesa fu chiusa al culto e per un decennio l'edificio subì un tale abbandono che furono necessari ben due interventi di restauro: i primi nel 1835, i secondi, ben più consistenti e radicali, nel 1844, affidati a Pietro Camporese il Giovane, comportarono anche un nuovo rifacimento della facciata.
Ulteriori restauri sono stati effettuati nel 2000.
Esterno
La facciata, ornata a finto bugnato, presenta un portale sovrastato da una finestra semicircolare. A coronamento è posto un timpano triangolare sormontato da un frammento di acroterio quattrocentesco, costituito da una palma isiaca su grandi rose.
Sulla sinistra si eleva un piccolo campanile del XII secolo, a pianta quadrata, in laterizi, suddiviso in due ordini, decorato da minuscole bifore sostenute da una colonnina e da frammenti marmorei di forme e colori diversi. E’ il più piccolo della città, con un diametro di appena 45 cm, e al suo interno sono poste due campane: la maggiore è datata al 1465; l'altra, probabilmente la più antica della città, reca un'iscrizione in caratteri gotici con inciso l'anno della sua realizzazione “1019”.
Interno
L'aula liturgica è preceduta da un atrio, costruito sul sito dell'originario nartece, dove si conservano iscrizioni commemorative dei vari rifacimenti e restauri, nonché resti di dipinti murali databili tra l'XI e il XIV secolo tra i quali, sulla parete sinistra, un affresco con Madonna con Gesù Bambino in trono tra S. Pietro e S. Paolo (XIV secolo). Sulla sinistra dell'atrio, una porta immette nella piccola Cappella della Madonna della Misericordia, a pianta trapezoidale, un tempo rivestita di mosaici (già scomparsi alla fine del XVII secolo), coperta da una volta a crociera sorretta da quattro colonne con capitelli del VIII secolo e decorata con un pavimento cosmatesco del XII secolo. L'altare, consacrato nel 1604, custodisce un dipinto murale raffigurante la Madonna con Gesù Bambino detta appunto Madonna della Misericordia (inizio del XV secolo): l'opera è oggetto di particolare devozione perché si ritiene che davanti a questa immagine fosse solito pregare S. Benedetto. Sulla destra della cappella, si entra nella cosiddetta "Cella di S. Benedetto", un piccolo ambiente lungo e stretto, che secondo la tradizione fu la dimora e il luogo di penitenza del giovane santo.
Questo ambiente trova la sua origine sicuramente in epoca anteriore alla chiesa anche perché, con la sua forma particolare, ne ha condizionato l'orientamento e la forma. L'interno presenta una pianta irregolare a tre navate, coperte con capriate lignee, divise da otto colonne di spoglio, due altari laterali e, nel fondo, un'abside semicircolare. Il piano di calpestio è coperto da un pavimento cosmatesco del XII secolo, nel quale sono inserite lapidi sepolcrali di nobili famiglie trasteverine.
All’inizio della navata destra si trova un affresco con S. Benedetto da Norcia (inizio del XIV secolo), che originariamente era posto nell'atrio; all'altare laterale è presente una pala con Madonna con Gesù Bambino in trono tra S. Benedetto da Norcia e S. Lorenzo (metà del XIX secolo), opera di Leopoldo Ansiglioni.
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, sono presenti all'altare maggiore in alto, un affresco con la Madonna con Gesù Bambino (prima metà del XIV secolo); in basso, una tavola con S. Benedetto da Norcia in cattedra (1420 ca.). Dietro l'altare, si apre l'abside semicircolare, che presenta nel catino absidale, l’Incoronazione di Maria Vergine (XVI secolo), affresco del XVI secolo scoperto soltanto con i restauri del 2000. Ai lati dell'altare, sono presenti affreschi con S. Biagio e S. Nicola di Bari (fine XVI - inizio XVII secolo); ai lati dell'abside, sulla destra un affresco con S. Anna, Madonna e Gesù Bambino (XV secolo) e sulla sinistra un affresco della prima metà del XIV secolo con S. Elena.
Nella navata sinistra si trovano gli altari di S. Anselmo e quello dedicato a S. Rita da Cascia; quindi, un affresco con S. Giovanni evangelista e S. Giovanni Battista che indicano l'Agnello di Dio (primo quarto del XIV secolo).
Nella controfacciata si trova il coro pensile del XVIII secolo.
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