Il Barocco
San Nicola da Tolentino agli Orti Sallustiani
Situata sulla salita omonima, la chiesa di San Nicola da Tolentino fu eretta, tra vigne e giardini (gli Horti Sallustiani), per volontà di Papa Clemente VIII alla fine del XVI secolo, per ospitare i novizi del neonato Ordine degli Agostiniani Scalzi.
Specifiche | Rettoria-Chiesa nazionale (Armenia)-rito armeno |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Pontificio Collegio Armeno |
Accesso | DOM 9:30-11:30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Ministero degli Interni-Fondo Edifici per il Culto-San Nicola da Tolentino agli Orti Sallustiani; Roma Sacra-Itinerario 5-Elio De Rosa editore–1996 F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994 |
Indirizzo | Salita di San Nicola da Tolentino, 17 – Rione Trevi |
Realizzazione | Edificata alla fine del XVI secolo e ricostruita nel 1654 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Giovanni Maria Baratta (1627-1675)-Francesco Buzio (nd-nd) |
da non perdere | Altare di Alessandro Algardi; affreschi di Pietro da Cortona; statue di Antonio Raggi |
Storia
La chiesa fu eretta dagli Agostiniani Scalzi nel 1599, dopo che Clemente VIII ebbe approvato nel 1599 il loro ordine. Nel 1620, i monaci Agostiniani commissionarono un ampliamento della chiesa a Carlo Buti ma, a causa della scarsa disponibilità economica, i lavori procedettero a rilento. Fu grazie al principe Camillo Pamphilj che i lavori nel 1654 ricevettero un nuovo impulso, affidati dapprima ad Alessandro Algardi e, successivamente, a Giovanni Maria Baratta. La costruzione terminò nel 1654. Nel 1883, in seguito alla donazione di papa Leone XIII al Pontificio Collegio Armeno, San Nicola da Tolentino è divenuta la chiesa ufficiale della comunità armena di Roma.
Esterno
La facciata barocca, realizzata da Francesco Buzio nel 1670, insieme all’ampia scalinata su cui si erge, è di grande impatto scenografico, e si può ammirare soprattutto salendo da Piazza Barberini. Due nicchie, poste ai lati del portale, custodiscono lo stemma della famiglia Pamphilj, rappresentato da colombe che portano un ramoscello d'ulivo nel becco.
Interno
L'interno, a croce latina e a navata unica con tre cappelle per lato, è solenne e riccamente decorato con marmi policromi e affreschi risalenti al XVII secolo; ha la volta a botte e la cupola affrescata.
La cupola è divisa in otto sezioni e culmina con un elegante lanternino. Nei pennacchi decorati nel 1643 da Pietro Paolo Ubaldini, sono raffigurate quattro figure femminili affiancate da angioletti che alludono alle quattro regole fondanti dell'ordine agostiniano: Castità, Umiltà, Povertà e Obbedienza. Il grande affresco della cupola, invece, fu realizzato da Giovanni Coli e da Filippo Gherardi nel 1671 e raffigura la "Gloria di San Nicola da Tolentino".
L’altare maggiore, così come gli altri altari della chiesa, è opera di Alessandro Algardi; sopra l’altare, in una nicchia, vi è un gruppo di statue raffiguranti la Visione di S. Nicola da Tolentino con la Vergine, S. Agostino e S. Monica.
La cappella dei Gavotti è opera di Pietro da Cortona, con statue di Antonio Raggi ed Ercole Ferrata: le volte dipinte ad affresco nel 1668 costituiscono uno dei capolavori del barocco romano e ultima opera architettonica di Pietro da Cortona.
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