Il Rinascimento
Santa Maria della Pace
E’ una piccola chiesa cui molti architetti e artisti lavorarono nel corso dei secoli, ma sono le opere di Bramante, con il suo chiostro, e di Raffaello, con la decorazione della cappella Chigi, a destare la maggiore ammirazione.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Salvatore in Lauro |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Clero diocesano |
Accesso | 9:30-18:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Santa Maria della Pace-Storia e opere d’arte-brochure; Roma Sacra- Itinerario 11–Elio De Rosa editore-1997; F. Gizzi- Le Chiese Rinascimentali di Roma-Newton-1994 |
Indirizzo | Arco della Pace, 5 – Rione Ponte |
Realizzazione | Edificata nel 1480 e restaurata nel 1656 |
Stile architettonico | Rinascimentale e barocco |
Architetto | Baccio Pontelli (1450-1494)- Pietro Berrettini da Cortona (1596-1669) |
da non perdere | “Sibille” dipinte da Raffaello; Chiostro del Bramante |
Storia
La chiesa fu eretta su una precedente chiesa del XIII secolo dedicata a S. Andrea “de Aquariciariis”, i portatori di acqua che allora approvvigionavano Roma essendo crollati gli antichi acquedotti, i quali dopo aver attinto l'acqua dal Tevere la depuravano dalla sabbia che vi era mescolata.
Secondo la tradizione, nel 1480 l’immagine della Vergine che si trovava sotto al portico si mise a sanguinare, dopo essere stata colpita da un sasso lanciato da un soldato ubriaco. Papa Sisto IV si recò sul luogo e fece cambiare il nome della chiesa in Santa Maria della Virtù e subito dopo,
per commemorare la conclusa pace di Bagnolo che poneva fine alla guerra che aveva coinvolto lo Stato Pontificio, la Repubblica di Venezia ed il Regno di Napoli, fece erigere sullo stesso luogo l’attuale Santa Maria della Pace.
Il progetto per una nuova chiesa fu affidato a Baccio Pontelli, mentre nei primi anni del Cinquecento Bramante realizzò il chiostro e il convento annessi. La cupola fu aggiunta solo nel 1524 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane e tra il 1656 e il 1667, Pietro da Cortona realizzò la facciata convessa che gli fu commissionata da Alessandro VII Chigi.
Esterno
La chiesa presenta una facciata convessa, suddivisa in due ordini ed è preceduta da un pronao semicircolare, al di sopra del quale corre l'iscrizione dedicatoria. L'ordine superiore, anche questo leggermente convesso e scandito da lesene corinzie e specchiature, è aperto da un finestrone e da un doppio timpano. Ai lati della chiesa si dipartono due pilastri con colonne e raccordati alla chiesa tramite passaggi a piattabanda e due corpi di fabbrica concavi: questi sono decorati con Putti che reggono due medaglioni con ritratti raffiguranti a destra, Alessandro VII e a sinistra, Sisto IV.
L'edificio si spinge in avanti riempiendo quasi completamente lo spazio del piccolo sagrato che la precede; molte abitazioni furono demolite da Pietro da Cortona creando una piccola piazza di forma irregolare da cui la vista della facciata appare quasi una sorta di palcoscenico teatrale.
Attiguo alla chiesa ma perno centrale dell’intero complesso conventuale è il Chiostro costruito da Donato Bramante tra il 1500 e 1504: la struttura, perfettamente quadrata, è circondata da un portico con archi a tutto sesto sostenuti da pilastri dorici su cui si erge un secondo piano anch’esso con arcate su pilastri e colonne che formano un corridoio coperto su cui si aprono le porte delle celle e degli uffici conventuali.
Oggi il Chiostro è diventato un ambito spazio espositivo dove si tengono mostre di artisti contemporanei e del passato.
Interno
L'interno è costituito da due parti: la prima, una breve navata a due campate con volte a crociera, e la seconda, da una tribuna ottagonale sormontata da una cupola.
La prima parte presenta una navata a due campate, con volte a crociera, e due cappelle per lato, che conserva intatta la struttura quattrocentesca.
La prima cappella a destra è detta Chigi, in quanto commissionata da Agostino Chigi; fu eretta da Pietro da Cortona su disegno di Raffaello Sanzio che eseguì tra il 1513 e il 1515, l’affresco sopra l’arco delle Sibille e angeli (sibille Cumana, Persica, Libica e Tiburtina). Gli affreschi nel registro superiore con i quattro Profeti (Abacuc e Giona David e Daniele) furono realizzati da Timoteo Viti dopo la morte di Raffaello, su disegno del maestro. La cappella è completata da un corredo scultoreo dominato dall'altorilievo con Cristo trasportato dagli angeli sull'altare, opera bronzea di Cosimo Fancelli, autore, in collaborazione con Ercole Ferrata, anche delle statue laterali di S. Caterina e S. Bernardino:
La seconda cappella, dedicata a S. Anna e detta anche Cappella Cesi, fu progettata da Antonio da Sangallo il Giovane: ha una decorazione rinascimentale sull'arcata esterna, opera di Simone Mosca, e due affreschi, la Creazione di Eva ed il Peccato originale di Rosso Fiorentino. Le statue nelle nicchie, coi santi Pietro e Paolo sono di Vincenzo de' Rossi, che scolpì anche gli altorilievi ai lati dell'arco (Profeti e angeli), nonché le figure dei dormienti sulle tombe della famiglia Cesi (1550-1560 circa). Per l'altare Carlo Cesi dipinse una Sacra Famiglia con S. Anna (1663 ca.).
La prima cappella della parete sinistra della navata, dedicata alle sante Brigida e Caterina d'Alessandria ma detta anche cappella Ponzetti, presenta affreschi di Baldassarre Peruzzi: sull'altare la Madonna col bambino tra le sante Brigida e Caterina e il cardinale Ferdinando Ponzetti (1516), e nel catino absidale Storie dell'Antico e del Nuovo Testamento. Qui si trovano anche due monumenti funebri della famiglia Ponzetti, databili al 1505 e il 1509. La seconda cappella, detta cappella Mignanelli, presenta all’altare una pala con la Madonna in gloria tra i santi Ubaldo e Girolamo, opera di Marcello Venusti (terzo quarto del XVI secolo),
mentre la lunetta esterna mostra la Cacciata dal Paradiso terrestre e la Famiglia di Adamo di Filippo Lauri (1657).
La seconda parte della chiesa è costituita da una tribuna ottagonale, coperta da una cupola, innalzata nel 1524 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, decorata con stucchi di Pietro da Cortona e nel tamburo si trovano dipinti raffiguranti la Visitazione di Carlo Maratta (1655), Presentazione di Maria al Tempio di Baldassarre Peruzzi (1524), Nascita della Vergine di Raffaello Vanni (1657) e Transito della Vergine di Giovanni Maria Morandi (1657).
Lungo il lato destro della tribuna si aprono due cappelle: nella prima, dedicata a S. Giovanni evangelista, detta anche Cappella Benigni, è collocata all'altare una pala con S. Giovanni evangelista (1620 ca.), opera di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino. Nella seconda cappella, dedicata a S. Giovanni Battista, detta anche Cappella Olgiati, è presente all'altare una pala con Battesimo di Gesù Cristo, opera di Orazio Gentileschi (1607).
Nel presbiterio, all'altare maggiore, è collocata l’immagine della Madonna con Gesù Bambino e angeli detta anche Madonna della Pace (seconda metà del XIV secolo): si tratta dell’immagine che, colpita da un sasso, avrebbe secondo la tradizione versato sangue e per la quale fu edificata la chiesa. Alle pareti laterali sono posti dipinti di Domenico Cresti detto il Passignano con Annunciazione e Natività di Gesù (1610-1616), mentre la decorazione della volta e del catino absidale è di Francesco Albani (1612-14). Sui pilastri dell'arco trionfale si trovano quattro dipinti di Lavinia Fontana che rappresentano S. Cecilia, S. Caterina da Siena, S. Agnese e S. Chiara (1611-1614).
Passando al lato sinistro si trova la cappella dedicata al Santissimo Crocifisso che conserva all'altare un Crocifisso ligneo attribuito a Pasquale da Caravaggio (XV secolo): l'opera è inserita in una mostra d'altare in marmo della scuola di Andrea Bregno; alle pareti laterali sono presenti dipinti attribuiti ad Artemisia Gentileschi raffiguranti S. Maria Maddalena e S. Marta (prima metà del XVII secolo). L’altra cappella è dedicata alla Natività e presenta all'altare la pala con Adorazione dei pastori (1565), dipinto di Girolamo Siciolante detto il Sermoneta, autore anche dei dipinti sulle pareti laterali e sulla volta.
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