Santa Prisca - Le Chiese di Roma

panoramica
cupole di Roma
Vai ai contenuti
Il Rinascimento
Santa Prisca
banner_s Prisca
La tradizione vuole che, dove oggi sorge la chiesa, vi fosse la domus dei coniugi convertitisi al cristianesimo Aquila e Priscilla (o Prisca), e che abbiano ospitato S. Pietro tra le mura della loro abitazione, divenuta un luogo di riunione per i primi cristiani.
separatore
Specifiche
Parrocchia diocesana
Proprietà
Ente Religioso Cattolico
Affidamento
Ordine di Sant'Agostino (OSA)
Accesso
7:00-12:30 e 17:00-19:30
Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
santaprisca.it
F. Gizzi- Le Chiese Medievali di Roma-Newton-1998;
Roma Archeologica-Itinerario 16-17-Elio De Rosa editore-2003
Indirizzo
Piazza di S. Prisca, 11 – Rione Ripa
Realizzazione
Chiesa originaria del V secolo restaurata nell’VIII secolo. Semidistrutta nell’XI secolo, fu di nuova restaurata nel XV e XVII secolo
Stile architettonico
Manierista
Architetto
Carlo Francesco Lombardi (1545-1620)
da non perdere
Pala d’altare, Vasca battesimale, Cripta
separatore
Storia
Negli Atti degli Apostoli e in alcune lettere di san Paolo sono ricordati i coniugi romani Prisca e Aquila nella cui casa si riuniva la prima comunità cristiana e, secondo la tradizione, nella domus ecclesia fu battezzata la loro figlia Prisca che, in seguito venne martirizzata e sepolta nei pressi della casa paterna.
Le prime notizie di una chiesa dedicata alla santa, costruita in forme basilicali sulla ecclesia domestica, si attestano tra la fine del IV e gli inizi del V secolo. Nel 772 venne restaurata da papa Adriano I e, nuovamente, durante il durante il pontificato di Pasquale II dopo che, nel 1084 era stata saccheggiata e semidistrutta dalle truppe normanne di Roberto il Guiscardo.
All'inizio del XV secolo, a seguito di un grave incendio venne abbandonata dai monaci benedettini che la officiavano, ma nel 1455 Callisto III ne dispose un radicale restauro, e l'affidò ai domenicani del vicino monastero di Santa Sabina che la tennero fino al 1660 quando il complesso venne affidato agli Agostiniani che tuttora lo curano. Altri restauri ebbero luogo nel 1660, nel 1728, nel 1776 e nel 1935.

Esterno
La facciata, ricostruita da Carlo Lombardi nel XVII secolo, è a un solo ordine ed è percorsa da due coppie di lesene in laterizio su plinti e con capitelli ionici in travertino, al centro del quale si apre un portale sormontato da un timpano poggiante su quattro paraste, partenti da un unico stilobate. Nel centro un portale fiancheggiato da due colonne romane di granito è l'unico ingresso alla chiesa.
Interno
L'interno presenta una pianta basilicale a tre navate, delimitate da due file di archi a tutto sesto, poggianti su sette pilastri rettangolari decorati con piccole mensole, che includono le colonne originarie. La navata centrale è coperta con soffitto ottocentesco a cassettoni lignei e decorata sulle pareti laterali, con dipinti murali raffiguranti Santi e angeli con strumenti della Passione, affreschi di Anastasio Fontebuoni (inizi del XVII secolo).
All'inizio della navata destra si apre il piccolo battistero, nel quale è collocato il fonte battesimale costituito da un capitello di età degli Antonini (II secolo), che presenta l'epigrafe "Baptismus Sancti Petri", che rimanda alla tradizione secondo cui questo sia quello che S. Pietro avrebbe utilizzato per battezzare S. Prisca. Il fonte è chiuso attualmente da un coperchio decorato da un gruppo scultoreo raffigurante il Battesimo di Gesù, bronzo di Antonio Biggi (1948). Sempre nella navata destra si trova l'altare di S. Rita con una pala che raffigura l'Estasi di S. Rita (XVII secolo) e accanto al presbiterio una cappella dedicata alla Vergine Maria (XVIII secolo).
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, e nell'abside semicircolare, si presentano all'altare, entro mostra, una pala con S. Pietro che battezza santa Prisca (1595 - 1604 ca.), dipinto di Domenico Cresti detto il Passignano (anni a cavallo tra il XVI e il XVII secolo; nell'abside, ai lati dell'altare, Angeli sorreggenti medaglioni, affreschi di Anastasio Fontebuoni, autore anche degli affreschi delle pareti laterali che raffigurano il Martirio di S. Prisca e Traslazione delle spoglie di S. Prisca (1600). Accanto al presbiterio, nella navata sinistra, si trova la cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù, progettata, come quella sul lato destro, nel 1728 da Giovanni Odazzi. L'altare presente nella navata sinistra è dedicato al Crocifisso.
La cripta della chiesa (IX - X secolo) custodisce le reliquie di Santa Prisca.
Agli inizi della navata destra, si accede, attraverso una scala, ad un variegato complesso, portato alla luce durante gli scavi compiuti dai Padri Agostiniani sotto
la chiesa nel 1934-1936.
Vi si trovano ambienti riconducibili ad una casa del I secolo, probabilmente quella dei santi Aquila e Priscilla, genitori di S. Prisca, in cui furono ospitati i santi Pietro e Paolo; da un ninfeo absidato di età traianea, da un edificio a due navate del II secolo entro cui era il «titulus» originario e da alcuni ambienti adattati sul finire dello stesso secolo al culto di Mitra.
separatore
GALLERY

Created with WebSite X5
Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
Torna ai contenuti