Sette e Ottocento
San Sisto Vecchio
Il complesso di San Sisto è uno dei più antichi complessi religiosi fondati da S. Domenico. Costruita nel V secolo, conserva le reliquie di Papa Sisto II, santo a cui è dedicata.
Specifiche | Basilica minore-Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Domnica alla Navicella |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Congregazione di Suore Domenicane Missionarie di San Sisto |
Accesso | Visitabile su prenotazione |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Archeologica-Itinerario 16-17- Elio De Rosa editore-2003; F. Gizzi - Le Chiese di Roma del Sette e Ottocento-Newton-1995 |
Indirizzo | Piazzale Numa Pompilio, 7 – Rione Celio |
Realizzazione | Risalente al IV secolo, fu restaurata nel XII e poi ricostruita quasi interamente nel XV secolo; fu fatta restaurare nel XVI secolo e quindi nel XIX e XX secolo |
Stile architettonico | Romanico e Rococo |
Architetto | Baccio Pontelli (1450-1494) - Giacomo Della Porta (1540-1602) - Filippo Raguzzini (1690-1771) |
da non perdere | Affreschi cinquecenteschi; chiostro con antica chiesa |
Storia
Fu edificata, alla fine del V secolo sul sito dell'antico Titulus Crescentinae, fondato nel IV secolo da papa Anastasio I e dedicata a S. Sisto II, papa e martire, la cui intitolazione appare per la prima volta in un documento del 595.
La chiesa originaria, a pianta basilicale a tre navate absidate, fu restaurata nell'ultimo quarto dell'VIII secolo da Adriano I e successivamente ricostruita durante il pontificato di Innocenzo III agli inizi del XIII secolo: l'edificio paleocristiano, parzialmente interrato, fu riedificato a un livello più alto di oltre due metri, a unica navata e in proporzioni più piccole; dell'antico edificio si conservò soltanto l'abside e si eresse il campanile a trifore.
Nel 1219 Onorio III, affidò la chiesa a S. Domenico di Guzman e all'Ordine da lui fondato dei Frati Predicatori, i quali vi rimasero però soltanto per breve tempo, in quanto si trasferirono già nel 1220 presso la basilica di Santa Sabina all’Aventino. Nel 1221 S. Domenico vi istituì primo monastero romano di Monache Domenicane: molte delle religiose provenivano dal vicino cenobio di Santa Maria in Tempulo, le quali condussero con sé preziosi arredi sacri come la celebre icona di Santa Maria in Tempulo (successivamente detta Madonna di San Sisto) del VII secolo.
Sisto IV alla fine del XV secolo, in attuazione del suo ampio programma di rinnovamento della città, fece eseguire complessi lavori di restauro e ristrutturazione della basilica, con la riedificazione della facciata a cura di Baccio Pontelli.
Intorno al 1573, durante il pontificato di Gregorio XIII, furono effettuati alcuni restauri, costruito il chiostro e l'attuale ingresso su progetto di Giacomo Della Porta, ma nel 1575 il complesso conventuale, a causa dell'insalubrità dei luoghi e del continuo imperversare della malaria, fu lasciato dalle Monache Domenicane che si trasferirono nel monastero dei Santi Domenico e Sisto: da questo momento in poi San Sisto venne denominata con l'attributo "Vecchio" per distinguerla dalla Chiesa dei Santi Domenico e Sisto, a sua volta detta "Sisto Nuovo".
Tra il 1725 e il 1727 il complesso, oramai caduto in rovina, venne ristrutturato per volontà di papa Benedetto XIII da Filippo Raguzzini, il quale edificò l'attuale facciata e un nuovo chiostro, in sostituzione di quello medioevale.
Nel 1873 il monastero fu espropriato dallo Stato italiano e adibito a rimessa di carri funebri ma nel 1892-1893 il complesso fu nuovamente restaurato dalla Congregazione di Suore Domenicane Missionarie di S. Sisto, che lo trasformarono in un istituto scolastico, tuttora funzionate.
Esterno
La chiesa, con la facciata tra due avancorpi, è aperta al centro, tra due paraste, da un portale sovrastato da un timpano triangolare, da uno centinato e da un'alta finestra; ai lati sono posti quattro oculi polilobati e in alto uno circolare. Tra l'architrave del portale e il timpano triangolare sono posti due draghi, simboli araldici di papa Gregorio XIII. Il portale, risalente alla seconda metà del XVI secolo, sostituì quello del 1478 reimpiegato sul prospetto occidentale della chiesa, nell'ingresso laterale sinistro, sul quale è visibile l’iscrizione dedicatoria. Sulla destra della basilica si erge il campanile romanico, in laterizi, edificato nel primo quarto del XIII secolo, che si presenta a pianta quadrangolare e articolato su tre ordini di trifore.
Sul lato nord della chiesa si trova il chiostro grande, dotato di portici su tutti e quattro i lati in cui sono presenti affreschi del Settecento, opera di Andrea Casali, che raffigurano scene della vita di S. Domenico e che furono terminati nel 1728. Sul lato destro è l'ingresso alla Sala Capitolare con portale e due finestre a bifora; in essa si conservano quattro colonne della chiesa primitiva. Sull'ala del chiostro dalla parte della chiesa, affiorano archi, colonne e capitelli della chiesa primitiva.
Interno
L'interno, completamente restaurato dal Filippo Raguzzini nel 1725-1727, si presenta a navata unica, illuminata da dodici finestre per lato e con quattro altari laterali. Sul lato destro, il primo altare è dedicato ai santi Domenicani, e la pala d’altare raffigura la Madonna col Bambino e i santi domenicani. Segue l’altare dedicato alla Madonna del Rosario con una pala d'altare in cui sono raffigurati i santi Domenico, Filippo Neri, Tommaso d'Aquino e Agnese di Montepulciano. La navata si conclude con un'ampia abside semicircolare decorata nella calotta con dipinti murali ad affresco del XVI secolo raffiguranti la Trinità e i santi Sisto II e Lorenzo. Inoltre, sul presbiterio, nell’intercapedine venutasi a formare tra l'abside del XIII secolo e quella quattrocentesca inscritta nella precedente, si possono ammirare i resti di un ciclo di dipinti murali ad affresco, databili al XIV secolo, attribuiti alla bottega di Pietro Cavallini e raffiguranti Storie del Nuovo Testamento e santi e martiri.
Passando al lato sinistro, si incontra l’altare dedicato a S. Domenico che presenta nella pala d'altare, un dipinto con S. Domenico e pannelli laterali raffiguranti le sante Caterina d'Alessandria e Maria Maddalena. L’altro altare del lato sinistro è dedicato a S. Vincenzo Ferrer: sulla parete a sinistra di questo altare c'è un coperchio in pietra che era l'antico coperchio del reliquiario originale in cui erano custodite le reliquie di S. Sisto.
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