Ss Quirico e Giulitta - Le Chiese di Roma

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Sette e Ottocento
Santi Quirico e Giulitta
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Situata di fronte al Foro di Nerva alle spalle del Foro di Augusto, è dedicata a due santi martiri di Tarso, del IV secolo, al tempo dell’imperatore Diocleziano: il piccolo Quirico, di 3 anni, e sua madre Giulitta.
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Specifiche
Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria ai Monti
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Terzo Ordine Regolare di San Francesco (TOR)
Accesso
8:30-12:00 e 17:00- 20:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004;
Ministero degli Interni-Fondo Edifici per il Culto-Santi Quirico e Giulitta;
Roma Sacra-Itinerario 3-Elio De Rosa editore-1995
sanquiricoegiulitta.wordpress.com
Indirizzo
Via di Tor de' Conti, 31 – Rione Monti
Realizzazione
Edificata nel VI e ricostruita nel XIV e nel XVIII secolo
Stile architettonico
Rococo
Architetto
Filippo Raguzzini (1690-1771)
da non perdere
Portale quattrocentesco; Volta affrescata di Pietro Gagliardi
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Storia
È una chiesa di origini antichissime collocata in una zona che verrà “cristianizzata” con la costruzione di chiese solo a partire dalla metà del VI secolo, tanto forte era la memoria del passato pagano della zona. Fa parte di un gruppo di chiese sorte a partire da quella data, nel corso del medioevo, nella zona che dal XII secolo prese il nome “ai Pantani”, a causa dell’impaludamento dei Fori dovuto all’ostruzione della Cloaca Massima, ed è l’unica ad essere sopravvissuta alle demolizioni degli anni trenta del XX secolo per l’apertura dell’attuale via dei Fori Imperiali. Inizialmente dedicata ai santi martiri Stefano e Lorenzo, fu poi dedicata ai santi Quirico e Giulitta, rispettivamente figlio e madre, martirizzati nel 304 a Tarso in Cilicia, al tempo dell'imperatore Diocleziano, alla fine dell'VIII secolo. Nel tempo ha subito numerose ricostruzioni ed interventi: a quello di Pasquale II, nel XII secolo, si deve il campanile romanico, ma restauri furono apportati alla chiesa alla fine del XV secolo e nel 1584, quando fu invertito il suo orientamento. Nuovi restauri si ebbero all’inizio del XVII secolo, quando papa Paolo V la fece rialzare di circa quattro metri per preservarla dall’umidità e dalle inondazioni del Tevere; poi, tra il 1728 e il 1735, fu intrapreso un radicale rifacimento su progetto di Filippo Raguzzini. Nel 1954 il crollo del pavimento travolse parte delle strutture medievali esistenti nel sottosuolo e i conseguenti restauri, condotti tra il 1965 e il 1970, hanno riportato alla luce pareti decorate con dipinti murali ad affresco dell'XI secolo.
Esterno
La facciata è suddivisa in due ordini da una cornice marcapiano: il superiore è aperto da una finestra centinata con timpano curvo, sormontata da tre finestre architravate e balaustrate.
La facciata della chiesa, eretta tra il 1728 e il 1735 da Filippo Raguzzini, è suddivisa in due ordini da un cornicione, sul quale si legge l’iscrizione dedicatoria. La fascia inferiore della facciata è decorata con tre arcate cieche a tutto sesto idealmente sorrette da semplici lesene tuscaniche. All’interno dell’arco centrale si apre l’unico portale, attribuito a Baccio Pontelli, che ha una cornice marmorea sormontata da un'edicola contenente un'epigrafe con un'iscrizione commemorativa. Lungo il fianco destro della chiesa, si trova il campanile romanico del XII secolo a tre ordini separati da cornicioni; la cella campanaria si apre sull’esterno con trifore, in parte murate, su due piani.
Interno
La chiesa presenta una navata unica, che termina in un'abside quadrangolare, ed è coperta con una volta a botte affrescata nel 1856 da Pietro Gagliardi con la Gloria dei Santi Quirico e Giulitta. Lungo la navata vi sono quattro altari laterali, due per lato.
Il primo altare di destra, dedicato a S. Giuseppe, accoglie una tela del XVII secolo con la Sacra Famiglia; il seguente, dedicato a S. Domenico di Guzman, ospita una pala con la Predica di S. Domenico di Ercole Ruspi (XIX secolo);
L'abside è interamente occupata dal presbiterio, delimitato da una balaustra marmorea. Esso accoglie l'altare maggiore del XVII secolo in marmi policromi. Al centro di essa si trova la pala raffigurante il Martirio dei santi Quirico e Giulitta (XVII secolo); la volta è decorata da un affresco di Pietro Gagliardi raffigurante l’Agnello di Dio (1856). Da un corridoio a destra dell'abside si scende al livello della chiesa altomedioevale, di cui sopravvivono due absidiole decorate con dipinti murali ad affresco.
Subito dopo il presbiterio, il primo altare di sinistra raffigura la Madonna del Rosario tra i santi Domenico e Caterina, della prima metà del XVIII secolo; l’altro altare è dedicato a S. Vincenzo Ferrer, ed è sormontato da una tela con S. Vincenzo Ferrer e S. Nicola di Bari in adorazione del Bambino Gesù (metà del XVIII secolo),
In alcuni ambienti annessi alla chiesa è ospitato il Museo del Presepio, con presepi di diversi luoghi ed epoche.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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