San Lorenzo in Miranda - Le Chiese di Roma

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Il Barocco
San Lorenzo de' Speziali in Miranda
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San Lorenzo in Miranda, da tempio pagano a chiesa cristiana e sede del “Nobile Collegio degli Speziali” è uno degli edifici più affascinanti che si affacciano sul Foro Romano.
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Specifiche
Chiesa annessa-luogo sussidiario di culto della Parrocchia di S. Marco Evangelista al Campidoglio
Proprietà
Confraternita del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico
Affidamento
Clero diocesano
Accesso
Accessibile solo con visita guidata

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004;
Roma Sacra-Itinerario 3 -Elio De Rosa Editore-1995;
F. Gizzi - Le Chiese barocche di Roma-Newton-1994;
nobilecollegio.it/
Indirizzo
Via in Miranda, 10 – Rione Campitelli
Realizzazione
Tempio romano trasformato in chiesa tra il VII e VIII secolo; ristrutturata tra il 1601 e il 1614
Stile architettonico
Barocco
Architetto
Orazio Torriani (1578-1657)
da non perdere
Pala con il “Martirio di San Lorenzo” di Pietro da Cortona; “Madonna col Bambino e Santi” del Domenichino.
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Storia
Intitolata al martire e diacono romano Lorenzo, la chiesa domina il Foro Romano e fu creata nel medioevo all’interno del tempio che l’imperatore Antonino Pio aveva dedicato nel 141 d.C. alla moglie Faustina. Alla morte dell’imperatore, il Senato decretò che il tempio fosse dedicato a entrambi.
Tra il VII e l'VIII secolo, la cella del tempio fu trasformata in chiesa, titolata a san Lorenzo, poiché si riteneva che questo fosse il luogo dove il santo era stato condannato a morte; poi, a partire dall’XI secolo, la chiesa è ricordata nelle fonti come San Lorenzo in Miranda, una denominazione ricollegata tradizionalmente alla vista (mirare) sulle vestigia del Foro Romano, tra le quali sorgeva. Nel 1429 papa Martino V concesse la chiesa alla Universitas Aromatorium, il “Collegio degli Speziali”, perché ne facesse un luogo di studio e di assistenza. La chiesa fu interamente ristrutturata tra il 1601 e il 1614 in forme barocche da Orazio Torriani. Dell’antico tempio rimangono dieci colonne della fronte che formano un portico antistante la facciata su due ordini, realizzata in laterizi.
Interventi conservativi sono stati effettuati nell’Ottocento e negli anni Ottanta del Novecento.
L’edificio ancora oggi è di proprietà del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico-Universitas Aromatoriarum Urbis: negli annessi locali del Collegio si trova il Museo dell’Arte Farmaceutica che conserva una collezione di antichi strumenti e suppellettili da farmacia.
Esterno
L'edificio sorge su un alto podio, preceduto da una scalinata alla cui sommità ci sono i resti dell'antico altare in laterizi. Sei grandi colonne di marmo cipollino, alte 17 metri con capitelli corinzi di marmo bianco, costituiscono il prospetto frontale, seguite da altre due per lato.
La facciata barocca della chiesa, opera di Orazio Torriani, che prospetta dietro il colonnato romano, è divisa in due ordini da una cornice marcapiano: l'inferiore, partito da sei lesene con capitelli ionici, presenta un portale a timpano centinato; il superiore, scandito da quattro lesene composite, è aperto al centro da un finestrone rettangolare sormontato da un timpano triangolare. Il prospetto si conclude con un frontone a timpano semicircolare con una croce al centro.
Interno
La cella, originariamente rivestita in marmo, è costruita in opera quadrata di peperino; sui due lati maggiori corre un fregio marmoreo, con la rappresentazione di grifoni e motivi vegetali, tipica dell'età antonina. L'interno dell'aula liturgica si presenta ad unica navata con abside rettangolare, coperta da una volta a botte e tre cappelle per lato.
La prima cappella del lato destro è dedicata a S. Francesco d’Assisi, e la pala d'altare lo mostra mentre venera il Cristo crocifisso, attribuito a Felice Ottini (1670 circa). La cappella successiva, presenta come pala d’altare una Decollazione di S. Giovanni Battista, in stile fiammingo del 1600 circa; sulle pareti sono rappresentate, a destra, una Presentazione al Tempio e, sulla sinistra, la Fuga in Egitto, entrambe risalenti all'inizio del XVIII secolo.
La terza cappella sul lato destro ha un'Annunciazione di Alessandro Fortuna come pala d'altare; sulle pareti destra c'è una Madonna col Bambino del primo Settecento e sulla sinistra un Cristo con Santa Caterina da Siena (ultimo quarto del XVI secolo).
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, si trova all'altare maggiore il Martirio di S. Lorenzo, dipinto tra il 1636 e il 1646 da Pietro da Cortona. Sulla parete sinistra dell’abside si trova il dipinto della Madonna col Bambino e i santi Filippo e Giacomo, opera di Raffaello Vanni in seguito ai gravi danni subiti dalla omonima pala del Domenichino nella cappella Porfiri, danneggiata da un malcauto restauro.
Passando al lato sinistro si incontra la cappella dell’Assunzione, con un dipinto di scuola lombarda raffigurante l’Assunzione di Maria Vergine (fine del XVII-inizio del XVIII secolo). In questa stessa cappella sono presenti affreschi di ignoto pittore del XVIII secolo con Storie di Maria.
La cappella successiva ospita un Martirio di San Lorenzo del XVI secolo, dipinto di scuola romana. Segue la Cappella Porfiri con un dipinto della Madonna col Bambino e i santi Filippo e Giacomo, opera del Domenichino (1627).
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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