Sette e Ottocento
Santa Maria del Divino Amore
In una città dalle centinaia di chiese ricche di storia e di arte, questa esprime la storia, la fede e la devozione del popolo di Roma. Gli ex voto sono migliaia, tanto che il Santuario stenta a contenerli tutti. Molti sono un segno di riconoscenza alla Madonna per una “grazia ricevuta”, altri una semplice invocazione d’aiuto e di protezione.
Specifiche | Santuario-Parrocchia diocesana |
Proprietà | Ente Religioso Cattolico |
Affidamento | Clero diocesano |
Accesso | 6:30-21:30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; santuariodivinoamore.com |
Indirizzo | Via del Santuario, 10 – Zona Castel di Leva |
Realizzazione | Eretta nel 1744 sui ruderi di un castello del XIII secolo |
Stile architettonico | Rococo |
Architetto | Filippo Raguzzini (1690-1771) |
da non perdere | Immagine del XIII secolo; affreschi del XIX secolo |
Storia
Il complesso storicamente risale al Medioevo anche se la prima chiesa vi fu costruita nel 1745. Fu probabilmente la famiglia dei Savelli che, alla fine del Duecento, fortificando un grande casale (Castrum Leonis, poi detto Castel de Leo quindi Castel di Leva) fece dipingere su di una Torre-porta del recinto un’icona raffigurante la Madonna seduta in trono sorreggente il Bambino e sovrastata dalla Colomba dello Spirito Santo (che la proteggeva, appunto, con il suo Divino Amore). L’immagine era oggetto di grande venerazione da parte della gente della zona, per lo più pastori che erano soliti sostare lì per pregare. Nella primavera del 1740, un viandante, forse un pellegrino diretto alla basilica di San Pietro, si smarrì nella campagna nei pressi del castello dove venne circondato da un branco di cani feroci. In cerca di protezione, si rivolse all’immagine della Madonna e di colpo i cani si quietarono, come obbedendo a un ordine superiore. I pastori della zona, accorsi poco dopo, ascoltarono il racconto dell’ignoto viandante, ne diedero notizia a Roma e ben presto l’immagine cominciò ad attrarre molti pellegrini dalla città.
Il grande afflusso di pellegrini indusse le autorità ecclesiastiche a trasferire l’immagine all’interno di una chiesa per evitare profanazioni e abusi; l’affresco pertanto fu fatto staccare dalla torre e trasportare temporaneamente nella chiesetta di Santa Maria ad Magos alla Falcognana e, al contempo, fu deciso che le offerte dei pellegrini sarebbero dovute servire per l’edificazione di una chiesa sul luogo del miracolo.
Filippo Raguzzini, l’architetto incaricato da papa Benedetto XIV, iniziò i lavori nel 1744 e li portò a temine in poco meno di un anno; da allora i pellegrinaggi popolari si fecero ancora più numerosi e dopo i primi miracoli, molti altri se ne aggiunsero nel tempo. L’8 dicembre 1932 la chiesa divenne parrocchia, retta da Don Umberto Terenzi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel gennaio 1944, vista l'imminenza della battaglia per la conquista di Roma tra i nazisti e gli Alleati, l’immagine della Madonna fu trasferita, a scopo precauzionale, prima a San Lorenzo in Lucina e poi a Sant’Ignazio. Fu qui che Papa Pio XII, unitamente a tutto il popolo di Roma, implorò la Madonna del Divino Amore per la salvezza della città dagli orrori della guerra e promise la costruzione di un nuovo santuario se il miracolo si fosse compiuto.
Quando il fronte di guerra si spostò al nord, Pio XII si recò a Sant’Ignazio e conferì alla Madonna del Divino Amore il titolo di Salvatrice dell’Urbe; il 12 settembre 1944 l’immagine tornò al Santuario di Castel di Leva che riprese ad accogliere pellegrini da tutto il mondo. La costruzione del nuovo santuario iniziò nel 1991 per poi essere consacrato Il 4 luglio 1999.
Il complesso
L’attuale complesso poco conserva dell’aspetto e suggestione del primitivo luogo di culto, che si era mantenuto integro fino ad un centinaio di anni fa. Le continue superfetazioni (dovute alle necessità di accoglienza dei sempre più numerosi pellegrini) ne hanno ampliato e cambiato radicalmente la struttura; il Santuario conserva la sua parte più antica sulla sommità del colle, dove sorge la Chiesa realizzata nel 1744 da Filippo Raguzzini.
La Torre, che sovrasta l'antica porta del Castello, è il luogo dove avvenne, nel 1740, il primo prodigio: infatti sulla sua parete esterna era collocata l’effige della Madonna del Divino Amore, ora collocata nell’antica Chiesa del Santuario, mentre qui essa viene ricordata con una riproduzione in maiolica realizzata nel 1935.
Lungo il percorso che porta dalla Torre del primo miracolo alla chiesa, si trova la Cripta dell’Addolorata; attorno al cortile della Chiesa, sorgono una serie di fabbricati conventuali e ricettivi.
La chiesa settecentesca presenta una facciata con timpano centinato tra due finestre. Sopra il timpano triangolare di coronamento è posta la statua della Vergine Maria. L’interno, a navata unica, oltre all’icona originale duecentesca della Madonna del Divino Amore, inserita in una grande e ornata gloria barocca decorata con angeli e putti in argento dorato, custodisce nelle pareti laterali parte della grande quantità di ex voto che il santuario ha accumulato dai devoti riconoscenti.
Fuori dell’antico recinto fortificato, sorge il nuovo Santuario, consacrato il 4 luglio 1999, che costituisce lo scioglimento del voto fatto dai romani nel 1944. Esso è costituito da una struttura seminterrata con grandi vetrate azzurre che le conferiscono un’atmosfera di mistico raccoglimento.
Qui nei pressi, su una collinetta, si trova il c.d. Santuario degli Zingari, luogo di culto all’aperto dedicato a Ceferino (Zeffirino) Gimenez, fucilato durante la guerra civile spagnola (1936) e beatificato nel 1997.
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